Aids: cure per tutti entro il 2010

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A pochi giorni dall’apertura della XVII Conferenza internazionale sull’Aids, che dal 3 all’8 agosto porterà a Città del Messico oltre 25.000 partecipanti tra leader ed esperti internazionali, le ong italiane ActionAid, Aidos, Amref e Cestas, promotrici della campagna ‘La salute fa goal’, lanciano un appello per l’Obiettivo del Millennio.

Si tratta dell’obiettivo fissato dalle Nazioni Unite, di arrestare la diffusione della Hiv-Aids e di estendere entro il 2010 a tutti i malati l’accesso a cure e servizi sanitari. “A livello globale l’infezione si propaga con una crescita che i sistemi sanitari non riescono ad assorbire – spiega Erika Cannata, coordinatrice della campagna ‘La salute fa goal’. I governi devono assicurare una risposta alla malattia sostenibile e a lungo termine, iniziando a destinare maggiori risorse alla lotta contro l’Hiv-Aids e a combattere la discriminazione che ruota attorno alla malattia”.

Ogni giorno, oltre 6.800 persone risultano positive all’Hiv, mentre più di 5.700 muoiono di Aids, molte delle quali a causa di cure inadeguate. Oggi l’Organizzazione mondiale della sanità stima in oltre 33 milioni le persone al mondo malate di Hiv-Aids. Di queste 22,5 milioni (68%) vivono nell’Africa sub-sahariana. Gli ultimi dati disponibili, relativi al dicembre 2007, mostrano inoltre come l’epidemia non si sia arrestata, con 2,5 milioni di nuove infezioni (il 68% nell’Africa sub-sahariana), oltre due milioni di morti e un aumento del 150% della diffusione del virus nell’Europa orientale e nell’Asia centrale, dove dal 2001 a fine 2007 i malati sono passati da 630.000 a 1,6 milioni (fonte: Unaids, “Aids epidemic update”, 2007).

Nonostante gli sforzi di governi, organizzazioni umanitarie e agenzie delle Nazioni Unite, le risorse messe a disposizione per fronteggiare l’Hiv-Aids sono ampiamente insufficienti e manca ancora molto per garantire l’accesso universale ai servizi sanitari. Nel 2007, infatti, la differenza tra risorse disponibili e risorse necessarie è stata di 8,1 miliardi di dollari, tanto che solo 3 milioni di persone sieropositive sono stati sottoposti a terapie antiretrovirali, il 31% dei 9,7 milioni che ne avevano bisogno (fonte: Oms, “Towards universal access”, giugno 2008).

Oltre a essere maggiormente diffusa nei paesi a basso e medio reddito, l’Hiv-Aids è una malattia che colpisce più duramente le donne. Le donne sono circa il 50% (15,4 milioni) di tutte le persone affette da Hiv-Aids e il 61% nell’Africa sub-sahariana. E sono spesso le donne a sopportare gran parte dell’impatto dell’epidemia, dovendo lasciare il lavoro o gli studi per accudire i malati.

Per questo è necessario che provvedimenti mirati a incrementare l’empowerment femminile divengano centrali nella lotta contro l’Hiv-Aids. “Al di là dell’importanza che ogni azione di denuncia riveste nella lotta all’Hiv-Aids, conclude Erika Cannata, ci auguriamo che la Conferenza internazionale di Città del Messico sappia definire azioni e soluzioni concrete per combattere la malattia e migliorare la qualità della vita e il futuro di milioni di persone”.

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