Mons. Nosiglia solidale con operai delle fabbriche in crisi

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Mercoledì 8 gennaio l’arcivescovo di Torino, mons. Cesare Nosiglia, ha incontrato i lavoratori della Martor, società leader nella realizzazione di componenti, sistemi e sottosistemi nell’automotive,  per condividere con loro preoccupazioni, difficoltà ed eventuali possibilità.

Con questa visita la Chiesa di Torino continua a monitorare con preoccupazione l’evolversi della situazione del mondo del lavoro che vede sempre più colpita l’area metropolitana torinese, in quanto ritiene sempre più urgente avviare una nuova fase di dialogo e di concreta azione che porti a costruire un futuro inclusivo, sostenibile e solidale, dove il lavoro continua ad essere la prima leva dello sviluppo.

Nell’intervento l’arcivescovo ha ringraziato i lavoratori per l’invito: “La Chiesa, lo sapete bene, non ha potere di cambiare tali situazioni, ma considera un suo preciso dovere quello di manifestarvi tutta la sua solidarietà e la sua vicinanza, soprattutto verso le vostre famiglie che sono quelle che più di tutti portano il peso di scelte ingiuste le cui conseguenze si riversano sui figli e sul loro futuro”.

Mons. Nosiglia è preoccupato per i lavoratori e le loro famiglie delle fabbriche che nel territorio torinese sono in difficoltà: “Ormai assistiamo a uno stillicidio di fabbriche che intendono chiudere nel nostro territorio e non si comprende come mai le istituzioni (hanno il dovere primario di sostenere il lavoro come primo diritto e necessità insostituibile delle persone che lo hanno avuto finora o lo cercano) non si adoperino per intervenire non solo dopo che alcune scelte appaiono già decise, ma prima: per prevenire e affrontare con impegno e determinazione le difficoltà proprie di una azienda del territorio in bilico o con gravi problemi di sopravvivenza”.

Per l’arcivescovo torinese le decisioni sono prese non tenendo conto le ‘esigenze’ dei lavoratori: “Purtroppo le decisioni vengono prese dai vertici sulla base di vantaggi o svantaggi della azienda o sulla base di risultati di mercato senza che i lavoratori coinvolti ne siano informati e possano comunque esprimere il loro parere e considerazioni in merito. Prevenire, si dice, è sempre meglio di curare”.

 Pertanto la diocesi ha rilanciato forza la proposta di avviare un tavolo di riflessione operativa sviluppo e sul lavoro nel territorio: “La lentezza di iniziativa che ho sempre notato, poi, in questi casi di emergenza mi stupisce e mi conferma quanto sia necessario che il problema del lavoro, certamente la criticità oggi più presente e urgente nel nostro territorio, sia affrontato seriamente da quella rete di soggetti coinvolti; hanno la responsabilità di assumerne i problemi anche al di là delle emergenze con una progettualità globale e condivisa.

Per questo la Diocesi rilancia con forza la proposta di avviare un tavolo di riflessione operativa sul lavoro nel nostro territorio con tutti gli enti, soggetti, istituzioni e associazioni interessate a portare il proprio contributo. Sarà importante sostenere le leve della solidarietà anche del mondo del lavoro perché le difficoltà di una azienda non sono un fatto circoscritto ma un problema che coinvolge l’intera società”.

Ed ha mostrato sorpresa per il fatto che l’azienda abbia mostrato repentinamente la crisi: “Nel vostro caso poi mi appare sorprendente il fatto che la Martor, azienda ritenuta una realtà di eccellenza nel territorio piemontese e nel settore del mercato della automotive, risulti adesso in forte crisi tanto da paventare il licenziamento dei suoi operai. Per questo spero che si possa trovare una soluzione ai problemi sollevati e si proceda su una via che salvaguardi, anche se in modi e forme diverse, i posti di lavoro”.

Ed ha assicurato l’impegno della Chiesa alle famiglie degli operai attraverso azioni concrete: “Da parte della Diocesi vi assicuro il mio e nostro più ampio impegno anche mediante forme di sostegno concreto verso le famiglie che sono più esposte e in gravi necessità.

Avvierò per questo sia con le istituzioni politiche ed economiche sia con la stessa proprietà un dialogo e confronto per far comprendere che la Chiesa di Torino, con le sue comunità parrocchiali, in particolare quella di Brandizzo, segue da vicino la vostra situazione e chiede di affrontarla con il massimo di impegno da parte di tutti”.

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