Esequie del card. Grech: un amore per la Chiesa e per s. Agostino

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Si sono svolti stamattina presso l’Altare della Cattedra della Basilica vaticana, i funerali del card. Prosper Stanley Grech, deceduto il 30 dicembre. Alla Liturgia, celebrata dal card. Giovanni Battista Re, vice decano del Collegio cardinalizio, ha partecipato il presidente maltese, George Vella. Al termine, papa Francesco ha presieduto il rito dell’Ultima Commendatio e della Valedictio.

La pagina del Vangelo, letta nella celebrazione, riportava l’ammonimento di Gesù: ‘Tenetevi pronti… con le lucerne accese’ ed il card. Giovani Battista Re ha sottolineato l’elemento sorpresa che segna spesso la notizia della morte di una persona cara: “La notte di Natale era qui in questa Basilica a concelebrare la Messa col Santo Padre. Lunedì di questa settimana era, come di solito, a tavola con la comunità agostiniana, conversando col suo carattere affabile, e poche ore dopo il Signore l’ha chiamato a sé”.

Il Decano del Collegio cardinalizio ha ripercorso i tratti essenziali della vita del card. Grech, in particolare lo studio per la teologia: fu consultore del dicastero per la Dottrina della Fede, membro della Pontificia Accademia Teologica, della Pontificia Commissione Biblica e dell’Associazione Patristica Internazionale:

“Insieme con questa straordinaria attività di studio e di insegnamento, p. Prospero trovò sempre il tempo per svolgere un’intensa attività pastorale nella cappella di Santa Monica, aperta al pubblico, dove volentieri era disponibile anche per ascoltare le confessioni”.

Facendo riferimento alla prima lettura della concelebrazione eucaristica, tratta dal libro del profeta Ezechiele, il card. Re ha precisato che essa “ci proietta verso il trionfo definitivo di Dio, quando farà risorgere i morti alla vita senza fine”. I salvati, secondo Ezechiele, saranno una moltitudine grande, e tra questi “amiamo pensare anche questo nostro Confratello, che è stato un religioso di grande dottrina e di profonda spiritualità, che ha amato la Chiesa e la vita religiosa e, soprattutto, che ha sempre messo Dio al primo posto e al di sopra di tutto”.

Infine non poteva una menzione per l’ ‘amore’ per sant’Agostino e per i suoi insegnamenti della cui attualità era profondamente convinto: “In differenti occasioni egli ha affermato che sant’Agostino, soprattutto nel libro delle Confessioni, parla di sé, della sua esperienza, ma siccome si tratta dell’esperienza che l’uomo vive in ogni epoca, allora leggendo sant’Agostino leggiamo qualche cosa di noi stessi, dei problemi della Chiesa di oggi, dei problemi della società, delle relazioni fra Stato e Chiesa e così via, perché basta leggere qualsiasi opera di sant’Agostino che sempre si trova qualche cosa che parla direttamente al cuore”.

In un’intervista rilasciata al mensile 30Giorni nel 2012 raccontò il suo ‘amore’ per il santo di Ippona: “Lo conoscevo ben poco, ma nel nostro noviziato c’era un professore anziano, p. Antonino Tonna-Barthet, di origine francese, esperto di sant’Agostino, che ce lo fece amare veramente molto. Lui aveva curato una bella antologia dei suoi scritti spirituali, intitolata ‘De vita christiana’, che fu anche tradotta in italiano, e che meriterebbe di essere ripubblicata.

Quello fu il mio primo approccio con Agostino. Poi lo approfondii un po’ studiando filosofia a Malta, e anche, naturalmente, nel Collegio internazionale Santa Monica, qui a Roma, dove arrivai nel 1946 per studiare teologia e dove incontrai p. Agostino Trapè, che fu mio professore: lui era un patito di Agostino, di cui io, comunque, non sono un esperto”.

Ed a proposito della preghiera ha detto che essa è il fulcro della vita cristiana: “Penso che sia la preghiera, e non certo l’ermeneutica, la chiave di volta della vita cristiana. Bisogna scendere dai nostri podi, svuotarci del nostro intellettualismo e del nostro orgoglio. C’è bisogno di molta umiltà, di recitare il Rosario e le preghiere più semplici, come quelle della devozione popolare: là si capisce come molto spesso è il popolo a trasmettere la fede ai sapienti”.

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