Frère Alois invita i giovani ad affidarsi a Dio

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Dopo Roma (1980, 1982, 1987 e 2012) e Milano (1998 e 2005), l’Incontro Europeo dei Giovani, alla 43^ edizione, torna in Italia per la settima volta e si terrà a Torino: a dare l’annuncio la sera del 30 dicembre, a Breslavia, frère Alois, priore della comunità di Taizé:

“Ci incontreremo in un paese da tutti noi molto amato. Torneremo nel sud del nostro continente. Dal 28 dicembre 2020 al 1^ gennaio 2021, saremo accolti a Torino. Sarà Torino la sede della prossima tappa del Pellegrinaggio di Fiducia sulla Terra”. Potrebbe esserci anche una visita ‘lampo’ di papa Francesco.

Con questo invito si è concluso il 42^ incontro dei giovani europei a Breslavia attraverso un ringraziamento alle famiglie ed un invito a costruire la pace: “Durante questi giorni trascorsi insieme, abbiamo espresso la nostra volontà di costruire un futuro di pace. Dapprima nella nostra vita personale, nelle nostre famiglie, nei nostri luoghi di studio e di lavoro. E anche nei nostri paesi e oltre, in Europa e nel mondo”.

Vivendo questi giorni frère Alois ha invitato i giovani a valorizzare le culture e le tradizioni locali: “Abbiamo visto con i nostri occhi la nostra grande diversità e abbiamo potuto gioirne. Nel continente europeo, ogni paese, ogni popolo, ogni regione contribuisce a formare il mosaico che costituisce la nostra parte del mondo. Lungi dal voler uniformare il nostro continente, dovremmo valorizzare le specificità locali, la varietà di tradizioni e culture”.

Nel ricordo della caduta del Muro di Berlino ha invitato i giovani a non dimenticare la storia: “Non dimentichiamo che la storia a volte ha lasciato ferite profonde! Cerchiamo di capire gli sviluppi nelle varie parti del nostro continente. Facciamo tutto il nostro possibile per smascherare, dapprima in noi stessi, i pregiudizi che possiamo avere sugli altri. Non abbiamo paura dei nostri vicini, mettiamoci sempre più in ascolto gli uni degli altri”.

Proprio l’esempio polacco è l’emblema del significato della libertà: “La libertà ritrovata 30 anni fa per tutto il nostro continente è stata dura da raggiungere. Molti, soprattutto qui in Polonia, hanno pagato un prezzo elevato per guadagnarla. Per alcuni, il radicamento nella fede è stata la fonte del loro impegno, talvolta a rischio della loro vita”.

Però la libertà deve portare alla riconciliazione: “Questa lotta per la libertà è stata segnata da eventi sorprendenti, tra cui il perdono che i cristiani di Polonia hanno accordato al popolo tedesco dopo la Seconda Guerra mondiale. Ciò ha contribuito alla riconciliazione, a un nuovo inizio, che è uno dei miracoli della storia del nostro continente. Se facciamo memoria di tali eventi, che sono sorti in tempi di tensione o di incomprensione, è per attingervi la speranza che anche oggi un nuovo futuro è possibile”.

Nel giorno precedente aveva ringraziato i giovani per il loro coraggio: “Voi prendete questa responsabilità molto sul serio. A Taizé siamo impressionati nel vedere l’impegno di tanti di voi nella salvaguardia del creato, la protezione della biodiversità, la semplificazione dei nostri stili di vita.

Con quelli della mia generazione, dovremmo scusarci per aver così tanto trascurato questa responsabilità. Il consumismo ha occupato troppo spazio, come se la felicità fosse ridotta a questo. Ci incoraggiate a cambiare il nostro modo di vivere, affinché diventi più sobrio e più focalizzato sull’essenziale”.

Infine ha invitato i giovani ad affidarsi a Dio: “Ricordiamoci allora che la preghiera è per noi un cammino sempre aperto. Affidare a Dio un’altra persona o una prova che stiamo attraversando noi stessi, cambia qualcosa? Non lo sappiamo, e fortunatamente non possiamo misurare la risposta di Dio alle nostre preghiere. Dio supera di gran lunga i nostri calcoli.

Ma una cosa è certa: affidando tutto a Dio, entriamo in profonda solidarietà con il prossimo, ci uniamo alla solidarietà di Cristo stesso che soffre oggi con colui o colei che sta attraversando una prova. La preghiera ci mette in cammino, ci rende responsabili degli altri e di noi stessi”.

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