Papa Francesco invita a scoprire il ‘cuore’ della Madre di Dio

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‘Iniziamo l’anno nel segno della Madonna, donna che ha tessuto l’umanità di Dio. La rinascita dell’umanità è cominciata dalla donna. Se vogliamo tessere di umanità le trame dei nostri giorni, dobbiamo ripartire dalla donna’: con questo tweet papa Francesco ha invitato tutte le persone ad iniziare il nuovo anno partendo dall’esempio della Madonna.

Il pensiero è stato al centro anche nel primo Angelus dell’anno, in cui il papa ha invitato a ringraziare Dio, che attraverso la Madonna ha donato il suo Figlio: “Nel primo giorno dell’anno la Liturgia celebra la Santa Madre di Dio, Maria, la Vergine di Nazareth che ha dato alla luce Gesù, il Salvatore. Quel Bambino è la Benedizione di Dio per ogni uomo e donna, per la grande famiglia umana e per il mondo intero. Gesù non ha tolto il male dal mondo ma lo ha sconfitto alla radice”.

Il papa ha sottolineato che la salvezza si manifesta nell’amore,  scusandosi per l’episodio avvenuto al termine del Te Deum, quando è stato strattonato da una persona: “La sua salvezza non è magica, ma è una salvezza ‘paziente’, cioè comporta la pazienza dell’amore, che si fa carico dell’iniquità e le toglie il potere.

La pazienza dell’amore: l’amore ci fa pazienti. Tante volte perdiamo la pazienza; anch’io, e chiedo scusa per il cattivo esempio di ieri. Per questo contemplando il Presepe noi vediamo, con gli occhi della fede, il mondo rinnovato, liberato dal dominio del male e posto sotto la signoria regale di Cristo, il Bambino che giace nella mangiatoia”.

Riferendosi al suo messaggio per la pace ha invitato tutti a lasciarsi benedire da Dio: “Gesù è la benedizione per quanti sono oppressi dal giogo delle schiavitù, schiavitù morali e schiavitù materiali. Lui libera con l’amore. A chi ha perso la stima di sé rimanendo prigioniero di giri viziosi, Gesù dice: il Padre ti ama, non ti abbandona, aspetta con pazienza incrollabile il tuo ritorno.

A chi è vittima di ingiustizie e sfruttamento e non vede la via d’uscita, Gesù apre la porta della fraternità, dove trovare volti, cuori e mani accoglienti, dove condividere l’amarezza e la disperazione, e recuperare un po’ di dignità.

A chi è gravemente malato e si sente abbandonato e scoraggiato, Gesù si fa vicino, tocca le piaghe con tenerezza, versa l’olio della consolazione e trasforma la debolezza in forza di bene per sciogliere i nodi più aggrovigliati. A chi è carcerato ed è tentato di chiudersi in sé stesso, Gesù riapre un orizzonte di speranza, a partire da un piccolo spiraglio di luce”.

Ha terminato con un saluto alla manifestazione ‘Pace in tutte le terre’, organizzata dalla Comunità di Sant’Egidio a Roma e in numerose città del mondo, e un “incoraggiamento a tutte le iniziative per la pace che le Chiese particolari, le associazioni e i movimenti ecclesiali hanno promosso in questa Giornata della Pace: incontri di preghiera e di fraternità accompagnati dalla solidarietà con i più poveri”.

Mentre nella celebrazione della solennità della SS. Madre di Dio ha ricordato il ‘matrimonio’ di Dio con l’umanità attraverso una donna: “In Dio c’è la nostra carne umana! Nel primo giorno dell’anno celebriamo queste nozze tra Dio e l’uomo, inaugurate nel grembo di una donna.

In Dio ci sarà per sempre la nostra umanità e per sempre Maria sarà la Madre di Dio. E’ donna e madre, questo è l’essenziale. Da lei, donna, è sorta la salvezza e dunque non c’è salvezza senza la donna. Lì Dio si è unito a noi e, se vogliamo unirci a Lui, si passa per la stessa strada: per Maria, donna e madre”.

Papa Francesco ha insistito sul significato della vita ed ha denunciato le offese inferte alle donne: “Le donne sono fonti di vita. Eppure sono continuamente offese, picchiate, violentate, indotte a prostituirsi e a sopprimere la vita che portano in grembo. Ogni violenza inferta alla donna è una profanazione di Dio, nato da donna.

Dal corpo di una donna è arrivata la salvezza per l’umanità: da come trattiamo il corpo della donna comprendiamo il nostro livello di umanità. Quante volte il corpo della donna viene sacrificato sugli altari profani della pubblicità, del guadagno, della pornografia, sfruttato come superficie da usare.

Va liberato dal consumismo, va rispettato e onorato; è la carne più nobile del mondo, ha concepito e dato alla luce l’Amore che ci ha salvati! Oggi pure la maternità viene umiliata, perché l’unica crescita che interessa è quella economica. Ci sono madri, che rischiano viaggi impervi per cercare disperatamente di dare al frutto del grembo un futuro migliore e vengono giudicate numeri in esubero da persone che hanno la pancia piena, ma di cose, e il cuore vuoto di amore”.

Ha raccontato il rapporto intimo tra la Madre ed il Figlio: “Gesù, appena nato, si è specchiato negli occhi di una donna, nel volto di sua madre. Da lei ha ricevuto le prime carezze, con lei ha scambiato i primi sorrisi. Con lei ha inaugurato la rivoluzione della tenerezza. La Chiesa, guardando Gesù bambino, è chiamata a continuarla.

Anch’ella, infatti, come Maria, è donna e madre, la Chiesa è donna e madre, e nella Madonna ritrova i suoi tratti distintivi. Vede lei, immacolata, e si sente chiamata a dire ‘no’ al peccato e alla mondanità. Vede lei, feconda, e si sente chiamata ad annunciare il Signore, a generarlo nelle vite. Vede lei, madre, e si sente chiamata ad accogliere ogni uomo come un figlio”.

A conclusione dell’omelia ha invitato la Chiesa a scoprire il cuore di madre: “Avvicinandosi a Maria la Chiesa si ritrova, ritrova il suo centro, ritrova la sua unità. Il nemico della natura umana, il diavolo, cerca invece di dividerla, mettendo in primo piano le differenze, le ideologie, i pensieri di parte e i partiti. Ma non capiamo la Chiesa se la guardiamo a partire dalle strutture, a partire dai programmi e dalle tendenze, dalle ideologie, dalle funzionalità: coglieremo qualcosa, ma non il cuore della Chiesa.

Perché la Chiesa ha un cuore di madre. E noi figli invochiamo oggi la Madre di Dio, che ci riunisce come popolo credente. O Madre, genera in noi la speranza, porta a noi l’unità. Donna della salvezza, ti affidiamo quest’anno, custodiscilo nel tuo cuore”.

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