Card. Grech e l’amore per la Chiesa

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Negli ultimi giorni dello scorso anno è deceduto presso l’ospedale di Santo Spirito in Sassia il card. Prosper Grech, teologo agostiniano, docente emerito di varie università romane e consultore della Congregazione per la dottrina della fede. Il porporato, nato a Malta nel 1925, è stato autore di numerosi libri e articoli su riveste scientifiche in italiano e inglese.

Il 25 marzo 1950 è stato ordinato sacerdote nella basilica di San Giovanni in Laterano. Nel 1953 ha concluso gli studi alla Pontificia Università Gregoriana conseguendo la licenza e il dottorato in teologia con la tesi su L’espiazione a Dio nella teologia inglese moderna. Nel 1951 ha anche ottenuto un diploma in Psicologia dell’educazione a Friburgo, in Svizzera.

Nel 1954 ha compiuto un viaggio in Terra Santa per visitare i siti archeologici legati alla tradizione cristiana. Rientrato a Malta, ha insegnato teologia per due anni al collegio agostiniano e al collegio di formazione Mater admirabilis. Nel 1957, grazie a una borsa di studio del British Council, si è trasferito a Oxford, dove ha imparato l’ebraico. Nel 1958 è stato invitato all’università di Cambridge come assistente ricercatore del professor Arthur Aberry, per aiutarlo negli studi sulla letteratura maltese e su mons. Carmelo Psaila, scrittore noto ai suoi connazionali come Dun Karm.

Ha vissuto da vicino il conclave nel quale venne eletto Paolo VI. Nel 1965 è stato chiamato a presiedere l’Istituto teologico agostiniano. Il 14 febbraio 1969, insieme con l’allora generale dell’ordine padre Agostino Trapè, ha fondato l’Istituto patristico Augustinianum, del quale nel 1971 è stato nominato primo preside, incarico mantenuto fino al 1979.

Ha poi partecipato come membro alla stesura della costituzione apostolica ‘Sapientia christiana’ sulla normativa delle università e delle facoltà ecclesiastiche. Nel 1970 è stato invitato a insegnare ermeneutica al Pontificio Istituto Biblico, dove è rimasto fino al 2002. Dal 1971 al 1989 è stato anche insegnante di teologia biblica alla Pontificia Università Lateranense.

Nel 1984 è stato nominato consultore della Congregazione per la Dottrina della Fede e nel 1998 l’allora prefetto Joseph Ratzinger lo ha inviato in India quale visitatore apostolico dei seminari. Nel 2003 è stato nominato membro della Pontificia Accademia teologica e nel 2004 della Pontificia Commissione Biblica.

L’8 febbraio 2012 ha ricevuto la consacrazione episcopale nella Concattedrale di San Giovanni a Malta. Da Benedetto XVI è stato creato cardinale nel Concistoro del 18 febbraio 2012, della Diaconia di Santa Maria Goretti.

All’età di 87 anni,  tenne la meditazione iniziale ai 113 cardinali elettori all’apertura del Conclave che elesse il 13 marzo 2013 papa il card. Jorge Mario Bergoglio: “Il Regno ha molte sfaccettature, ma possiamo sintetizzare la sua essenza come il momento di grazia e di riconciliazione che il Padre offre al mondo nella persona e opera di Cristo.

Regno e Chiesa non coincidono, il Regno è la sovranità paterna di Dio che comprende tutti i beneficiari della sua grazia. Dopo la sua risurrezione Gesù mandò gli apostoli nel mondo intero per fare discepoli di tutte le genti e di battezzarli nel nome del Padre, del Figlio e dello Spirito Santo”.

E chiedeva trasparenza nella Chiesa: “Oggi tanta gente non arriva a credere in Cristo perchè il suo volto viene oscurato o nascosto dietro un’istituzione che manca di trasparenza. Ma se recentemente abbiamo pianto su tanti avvenimenti spiacevoli accaduti a clero e laici, persino nella casa pontificia, dobbiamo pensare che questi mali, pur gravi che siano, se comparati con certi mali del passato nella storia della Chiesa, non sono che un raffreddore.

Come, con l’aiuto di Dio questi sono stati superati, si supererà anche la crisi presente. Ma anche un raffreddore bisogna curarlo bene perchè non si sviluppi in polmonite. Lo spirito maligno del mondo, il mysterium iniquitatis, si sforza continuamente di infiltrarsi dentro la Chiesa”.

E pochi mesi dall’elezione di papa Francesco lo incontrai a Tolentino chiedendogli dell’amore papale per sant’Agostino: “Papa Francesco non è un professore di teologia, però nell’omelia che ha fatto all’inizio del nostro Capitolo generale ha spiegato molto bene sant’Agostino. Certamente non lo ignora… anzi! Inoltre il Papa è molto devoto di santa Monica: spesso visitava la tomba di santa Monica e vi sostava a pregare”.

E sull’attualità di sant’Agostino aveva affermato: “Agostino non è un teologo da tavolino; Agostino è uno che scrive della propria esperienza: del peccato e della Grazia. Parla esistenzialmente e non soltanto ‘teologhese’. Egli è un santo convertito, che ha fatto l’esperienza del mondo. Agostino poi è un Pastore e dalla sua azione pastorale viene anche la sua teologia”.

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