Da Breslavia a Torino i giovani percorrono l’Europa

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Sarà la città di Torino ad ospitare nel dicembre 2020 l’Incontro europeo dei giovani animato dalla spiritualità di Taizé, secondo l’annuncio di frère Alois, priore della comunità ecumenica, ai 15.000 giovani di tutta Europa riuniti a Breslavia per vivere un capodanno all’insegna della preghiera, della riflessione e dello scambio reciproco. E potrebbe esserci anche una visita ‘lampo’ di papa Francesco

Alla notizia l’arcivescovo di Torino, mons. Cesare Nosiglia, ha espresso sentimenti  di gioia e di commozione: “E’ per noi un annuncio importante, che rappresenta la conferma di un legame forte ma anche, nello stesso tempo, il frutto di un lungo cammino di amicizia con la Comunità di Taizé.

Vorrei sottolineare almeno tre aspetti di questo legame e di questo cammino. Da molti decenni, dalla nostra Arcidiocesi così come da tutta la Regione del Piemonte e della Valle d’Aosta, molti gruppi di giovani si recano periodicamente a Taizé e partecipano ogni anno al pellegrinaggio di fiducia sulla terra”.

Ha quindi ricordato gli incontri di preghiera promossi dalla Pastorale Giovanile Diocesana e dal gruppo di ‘Torino incontra Taizé’: “L’ultimo grande incontro dell’aprile 2018 ha reso evidente quanto sia radicata, diffusa e vivace la presenza dei gruppi di preghiera legati alla Comunità di Taizé, sparsi in tutta la nostra Arcidiocesi. Mi è infine doveroso e caro ricordare gli incontri avuti personalmente con frère Roger.

Di questi incontri e del dialogo con lui custodisco nel cuore un’impronta indelebile e illuminante. Tutto ciò rende evidente a tutti il profondo e autentico legame tra Torino e Taizé,un legame che non solo speriamo si rafforzi ma che diventi anche un’occasione feconda di incontro con molti altri giovani, di un coraggioso annuncio del Vangelo e di una rinnovata esperienza di comunione nel nome di Cristo”.

La scelta da parte di frère Alois del capoluogo piemontese è un segno di fiducia nei confronti dei giovani piemontesi: “Sottolineo in modo particolare il lungo e articolato cammino ecumenico compiuto tra le Confessioni Cristiane presenti nel nostro territorio, anche e soprattutto con i giovani e tra i giovani. A loro torniamo a guardare con fiducia e speranza perché, con la forza dello Spirito Santo, segnino il passo di un rinnovamento delle nostre Chiese e della nostra società, nel segno dell’unità e della comunione”.

In conclusione ha invitato i giovani europei a venire a Torino, che “attende i giovani del prossimo ‘pellegrinaggio di fiducia sulla terra’ del 2020 con il cuore e le braccia aperte. L’ospitalità delle famiglie e delle comunità, la ricchezza spirituale, culturale e artistica del nostro territorio così come la grande tradizione di solidarietà e di attenzione agli ultimi da parte della nostra gente rappresentano fin d’ora la sicura promessa per il prossimo incontro europeo di Taizé a Torino, promessa di un’esperienza intensa e sorprendente di fede e di gioia”.

E, come ogni anno, sono stati molti i messaggi giunti nella città polacca iniziando da papa Francesco che aveva sottolineato il cammino di fede di Abramo, a cui ha fatto risonanza quello del patriarca ecumenico Bartolomeo, che ha ricordato l’incontro immediatamente dopo la caduta della ‘cortina di ferro’: “Il muro di Berlino è crollato nel novembre 1989, suscitando le più grandi speranze. La fine della guerra fredda, che alcuni hanno interpretato come la fine della storia, ha dato al progetto europeo una nuova prospettiva di vita, una nuova energia, di cui oggi siamo ancora gli eredi…

Bisogna capire come la distruzione di questa cicatrice che ha sfigurato il volto dell’Europa sia stata un segno di speranza per un’intera generazione. Ma il processo di riconciliazione non è sempre stato facile. C’è sicuramente una lezione da trarre da questa esperienza per noi cristiani di diverse confessioni che intendono lavorare a favore della ricerca dell’unità e della comunione. La speranza è certamente ciò su cui dovremmo concentrarci se siamo convinti dell’indispensabile percorso ecumenico che dovremmo percorrere insieme”.

Hilarion, metropolita di Volokolamsk e presidente del Dipartimento delle relazioni esterne della Chiesa del Patriarcato di Mosca, ha sottolineato che l’incontro avviene nel periodo natalizio, citando san Giovanni Crisostomo:

“Riuniti in questo periodo di Natale, avete l’opportunità di partecipare a un evento essenziale che ha cambiato per sempre la storia dell’umanità. Sfortunatamente, oggi il nostro mondo presta sempre meno attenzione a questa celebrazione.

A Natale, il nome di Cristo è sempre più nascosto dietro abeti, decorazioni, mercati e shopping nei negozi. Difendere la propria fede in una società secolarizzata è diventata una sfida attuale per ogni giovane cristiano. Stranieri su questa terra e aspirando a una patria celeste, dobbiamo anche essere consapevoli del nostro posto in questo mondo”.

Il segretario generale del Consiglio Ecumenico delle Chiese, rev. Olav Fykse-Tveit, ha chiesto ai giovani di non essere mai sradicati dall’amore di Dio: “All’inizio di un nuovo anno, possiamo quindi innalzare i nostri cuori nella sincera speranza di un nuovo giorno, in cui i semi della contemplazione e della solidarietà possono animare le energie creative dei giovani impegnati, che lavorano per una vita migliore per tutti in Europa.

Voi ci inspirate. L’esperienza di Taizé illustra, in molti modi, ciò che continuiamo a trovare nel nostro pellegrinaggio di Giustizia e Pace, che il viaggio stesso è un appello a migliorare. Come discepoli, siamo continuamente trasformati dall’incontro con Dio e gli uni con gli altri, desiderosi di abbattere le barriere (di nazioni, origini, genere o credo) e di costruire amicizia”.

La direttrice esecutiva della commissione teologica dell’Alleanza Evangelica Mondiale, dott.ssa Rosalee Velloso Ewell, ha sottolineato la fedeltà di Dio nell’accompagnare l’uomo nel viaggio: “Come Abramo e Sara nel loro cammino verso il futuro che Dio aveva previsto per loro, avremo momenti di obbedienza e momenti di fallimento, ma in tutti questi momenti, Dio è fedele e ci perdona.

E’ una benedizione che non siamo soli in questo viaggio. Gesù ci sorprende con i compagni di viaggio che chiama ad essere sulla strada con noi, proprio come ha sorpreso i discepoli sulla strada di Emmaus. Possiate essere benedetti e sorpresi da Dio mentre entrate in questo nuovo anno del pellegrinaggio di fiducia. Che possiate accogliere gli angeli mostrando l’ospitalità di Dio agli estranei; possiate brillare di luce nelle tenebre e mostrare l’amore di Cristo a coloro che non si sentono amati”.

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