Da Assisi l’augurio del card. Vallini per un Natale autentico

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Tra le volte affrescate della Basilica Inferiore di San Francesco, mentre la notte avvolge la cittadina medievale di Assisi, anche quest’anno si intona solenne il Gloria in Excelsis Deo, rivivendo l’annunzio della nascita del Bambino Gesù da parte degli angeli.

“È nella solennità natalizia – afferma nell’omelia il legato pontificio per le Basiliche di Assisi, il card. Agostino Vallini – che si percepisce la luce sfolgorante che scaccia le tenebre del compromesso e del peccato e apre alla novità di un Dio che entra nella storia umana e la redime”.

Andando oltre la ciclicità della festa, il cristiano sa scoprire la profondità del mistero, anzi si lascia illuminare dal mistero e diventa egli stesso testimone per gli altri: “Luce è il termine che contraddistingue la liturgia della notte: abbiamo bisogno della luce di Dio per orientare il nostro cammino e compiere scelte coraggiose; spesso, anche noi cristiani, quando non viviamo totalmente nelle tenebre, tuttavia, siamo nella penombra del dubbio”.

Il bene, il bello, il vero ci interrogano ed esigono una risposta: non c’è una terza via; o si segue la via tracciata da queste tre coordinate, pur nella consapevolezza della fragilità umana, o si percorre il buio sentiero del male: “Natale significa rinvigorire il passo verso un rinnovamento interiore e una rinascita sociale, altrimenti rimane una festa sterile”.

Parafrasando le parole del profeta Isaia, il cardinale esorta il popolo di Dio, ancor oggi tentato a perdere di vista i segni della fede, a non lasciarsi ingannare, ma a diventare faro per questa società sballottata da una crisi antropologica senza precedenti.

Dalla città in cui visse San Francesco, che si lasciò trasformare dalla contemplazione dell’Incarnazione del Figlio di Dio e dalla sua santa umiltà, tanto da essere ancora ricordato come colui che, a Greccio, realizzò il primo presepe, si diffonde di nuovo l’invito alla conversione del cuore.

Le parole dell’apostolo Paolo al discepolo Tito, allora, sono il miglior augurio: la Grazia di Dio, che porta salvezza, appare nell’orizzonte dell’umanità e la mette in moto: l’evento dell’Incarnazione è lo spartiacque della storia universale e della storia personale, nulla rimane identico, se è pervaso dal Verbo di Dio.

(Foto: Andrea Miccichè)

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