Da Torino un augurio di Natale ai lavoratori

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Nel pomeriggio l’arcivescovo di Torino, mons. Cesare Nosiglia ha celebrato la santa messa della Vigilia di Natale per continuare il percorso di vicinanza, solidarietà e presenza della Chiesa torinese nel mondo del lavoro presso il piazzale antistante all’azienda ex Embraco, ora Ventures. Il tempo del Natale è il momento dell’Incarnazione di Dio nella realtà umana e si ricorderà a tutti la venuta del Figlio di Dio attraverso l’immagine della mangiatoia.

Nell’omelia mons. Nosiglia ha chiesto ai lavoratori di non scoraggiarsi davanti alle difficoltà: “Questo annuncio ci invita a superare o ad affrontare comunque qualsiasi situazione di difficoltà e sfiducia, con la certezza che possiamo contare sulla presenza amorevole e forte del Figlio di Dio che si è fatto uno di noi per aiutarci e salvarci”.

Infatti il Natale è tempo di gioia: “Il Natale è festa di gioia e di speranza: ci annuncia che non siamo soli a lottare e sostenere queste situazioni e le dure necessità che la vita a volte comporta. Gesù è venuto per salvarci e non lo fa dal di fuori del nostro mondo, e con le sole parole e promesse, ma operando come fratello e amico dentro il tessuto concreto di sofferenza e di insicurezza del nostro oggi e del nostro domani”.

Quindi il Natale è un ‘volano’ per non scoraggiarsi: “Non è solo una festa bella e familiare, e dunque ricca di sentimenti positivi e incoraggianti, ma un volano che può farci guardare al nostro domani con maggiore coraggio e determinazione nel credere alla forza del bene, della giustizia e dell’amore che lo accompagna. Il dono del Natale è un bambino, una persona dunque e non un insieme di cose, anche preziose, e di regali spesso inutili. E’ la persona, ogni persona che ci vive accanto il dono più bello e più grande; e noi lo possiamo essere per lui o per lei”.

Il Natale mette al centro la persona; in questo senso l’arcivescovo ha incentrato l’omelia sul valore del lavoro: “La crisi di tante aziende, che mi appellano per avere una concreta solidarietà da parte della Chiesa, mi colpisce profondamente nel cuore e mi sento impotente di fronte a situazioni che non si riesce a risolvere come vorremmo.

Il lavoro è tornato ad essere il primo problema del nostro territorio e rischia di innescare una scia negativa a catena, che investe sempre nuove imprese e dunque produce anche nuovi e numerosi lavoratori che restano senza lavoro o con scarse possibilità per il proprio domani e quello della propria famiglia”.

Per l’arcivescovo occorre sviluppare una ‘nuova’ economia che sappia infondere fiducia: “Allora, si potrà guardare al domani con rinnovata fiducia e speranza. Solo uno sviluppo buono e un’economia che risponda anche a criteri etici sono in grado di sostenere la qualità della vita in tutti i suoi aspetti, compreso quello ambientale e quello propriamente spirituale della persona umana, della sua famiglia, del suo ambiente di vita.

Le attuali difficoltà economiche fanno prevedere scenari difficili, che vanno attentamente considerati e prevenuti con un’accorta strategia, che veda le forze culturali (formazione), imprenditoriali, politiche e sociali agire insieme per gestire questa fase con accortezza e spirito di solidarietà, in vista di un patto sociale e generazionale che guardi al futuro del nostro territorio, valorizzi le imprese che malgrado tutto resistono e cercano sbocchi nuovi di mercato per affrontare l’attuale momento difficile”.

Questo è l’augurio che mons. Nosiglia ha lasciato ai lavoratori torinesi: “Buon Natale! E’ l’augurio che oggi ci facciamo anche se appare un fatto scontato e carico di incognite e di tristezza. Auguri anzitutto per un sereno Natale nella vostra famiglia perché possiate, con l’aiuto del Divino Bambino, mantenere ed irrobustire l’unità e la concordia, il dialogo e l’incontro responsabile tra sposi, genitori e figli e anziani…

Auguri a voi tutti che vivete la situazione della crisi economica con preoccupazione per il mantenimento del lavoro, a chi deve trovarne uno nuovo in seguito al licenziamento, a chi come tanti giovani non lo trova. Gesù ha dovuto affrontare fin dalla nascita situazioni difficili, ha sperimentato l’importanza del lavoro e ne ha subito anche le difficoltà: egli saprà dunque condividere le vostre ansie e speranze e vi dà forza e conforto”.

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