Servire il benessere della società con i doni di Dio

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“Dalla sovrana Provvidenza del Creatore del mondo ha origine ogni ricchezza donata sull’umanità per il bene comune”. Da qui parte la riflessione della Commissione bilaterale tra il Gran Rabbinato d’Israele e la S. Sede nata dopo la storica visita di Papa Giovanni Paolo II in Israele. che nelle scorse settimane si è riunita a Gerusalemme. Il tema proposto per la riflessione era appunto la prospettiva religiosa in economia ed è stato introdotto da relazioni di Ettore Gotti Tedeschi, Presidente dell’Istituto per le Opere di Religione vaticano, Meir Tamari, già capo economista della Banca d’Israele, e Stefano Zamagni, del Dipartimento di Scienze Economiche dell’Università di Bologna. Lo “scopo dell’ordine economico – si legge nel comunicato ufficiale congiunto-è di servire al benessere della società,affermando la dignità umana di tutti, creati a immagine di Dio

. Questo concetto della dignità umana, che afferma il valore di ciascuna persona, è opposto all’egocentrismo, piuttosto esige la promozione del benessere individuale in relazione alla comunità e alla società, sottolineando perciò gli obblighi e le responsabilità degli uomini, e quindi affermando la loro solidarietà e fraternità.” Ricordati i bisogni fondamentali dell’uomo, le necessità dei più deboli da difendere, le due delegazioni ricordano che occorre promuovere “una cultura del limite che implica un livello di autolimitazione e di modestia, uno spirito di servizio responsabile, un sistema etico di distribuzione di risorse e di priorità, l’importanza determinante dell’onestà, della trasparenza, della gratuità e della responsabilità.”

Il ruolo dei credenti è grande pecche la comunità di fede “oltre alla saggezza etica tratta dai loro patrimoni spirituali, sono parte integrante della società civile, che insieme con l’attività politica e sociale deve svolgere un ruolo centrale nell’assicurare la sussidiarietà necessaria per un giusto ordine sociale ed economico.” Insomma manca l’etica nell’economia, ricordano ebrei e cattolici, per cui è necessario “che istituti e accademie di studi economici e di formazione sociopolitica includano nei loro curricoli la formazione etica, analogamente a ciò che in anni recenti si è fatto nel campo dell’etica medica, e che consultazioni etiche siano anche incluse in rapporto alle decisioni che vengono prese a livello nazionale e internazionale.”

Co-moderatore della delegazione ebraica è stato il Rabbino Shea-Yashuv Cohen e da parte della Santa Sede il Cardinale Peter Turkson.

 

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