A Camerino riaperta la cattedrale di san Venanzio

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Le campane a festa di San Venanzio sono tornate a suonare a Camerino nella terza domenica di Avvento, che proietta il popolo cristiano al Natale. Infatti, sotto le navate secolari della basilica in otto mesi si è compiuto un piccolo miracolo ed i cavi in fibra di carbonio hanno proiettato la chiesa verso l’avvenire, grazia al lavoro di tante mani che hanno cancellato gli squarci delle devastanti scosse dei terremoti del 2016.

Artefici sono stati i coniugi Luciana Buschini e Giovanni Arvedi, che tramite la fondazione che porta i loro nomi, hanno donato per i lavori € 1.800.000 (contro € 4.000.000 preventivato dallo Stato) dopo aver contribuito anche alla realizzazione della scuola materna paritaria Santa Maria Ausiliatrice, gestita dalla parrocchia di san Venanzio.

Sotto la luce dei lampadari di cristallo della basilica e il soffitto splendente che lascia intravedere una sorprendente decorazione geometrica, il sindaco di Camerino, Sandro Sborgia, ha consegnato ai coniugi Arvedi e Buschini le chiavi della città e una pergamena, che li rende cittadini onorari della città ducale, per il loro altruismo, solidarietà ed impegno verso la comunità camerte, nel suo momento più buio dopo il terremoto, presenti anche mons. Francesco Giovanni Brugnaro, e mons. Antonio Napolioni, vescovo di Cremona, originario di Camerino.

Visibilmente commossi i coniugi Buschini ed Arvedi hanno ringraziato la città: “La soddisfazione più grande che ha una persona è quella di donare le cose agli altri, siamo venuti con mia moglie per sistemare la questione dell’asilo e abbiamo visto che la messa era celebrata in una tenda. A Camerino vi sono 8.000 ragazzi che studiano, la vita cristiana deve avere una sede più propria rispetto ad una tenda. Ci siamo rivolti al nostro vescovo Antonio, per questo gesto che merita la vostra comunità. Siamo onoratissimi per questa accoglienza molto familiare e così partecipata”.

In apertura della celebrazione l’arcivescovo di Camerino-San Severino Marche, mons. Francesco Massara, ha espresso gioia per la riapertura della basilica, in quanto è la dimostrazione che la ricostruzione può avvenire in tempi rapidi: “E’ il frutto di un percorso in cui sono state investite energie e risorse da parte di molti che hanno creduto all’importanza di quest’opera per il nostro presente e per il nostro futuro. Questa Basilica è la prova che la ricostruzione si può fare in tempi brevi e senza spreco di denaro.

Per restituire la vita a questo luogo divenuto drammaticamente silenzioso è stato necessario affrontare un impegnativo lavoro, non privo di ostacoli e difficoltà di vario tipo; ostacoli che sono stati superati con il contributo appassionato, ingegnoso e creativo delle tante persone coinvolte nell’opera, orgogliose di offrire la loro collaborazione non per la ricostruzione di un edificio qualunque, ma di un luogo-simbolo per tutti i camerti e per tutta la Diocesi”.

Inoltre ha invitato a non perdere la speranza, prendendo spunto dalla terza domenica di Avvento: “Carissimi fedeli, questo tempio è segno della presenza di Dio in mezzo alla nostra comunità, questa chiesa luminosa e splendida evoca in noi la Luce vera che è il Cristo. La sua imponenza ci fa sentire a casa; la sua bellezza e sontuosità, oggi particolarmente valorizzate, ci ricordano che quando Cristo abita la nostra vita, l’esistenza fiorisce, germoglia e diventa un giardino meravigliosamente adornato…

La riapertura di questa chiesa avviene simbolicamente nella terza domenica di Avvento il cui tema centrale è quello della gioia: ‘Rallegratevi sempre nel Signore: ve lo ripeto, rallegratevi, il Signore è vicino’. La gioia che stiamo vivendo assume ora il suo più profondo significato e, dopo la riapertura di queste porte, si riverserà nella vita di ognuno di noi quale fonte sicura di vera e sincera contentezza, respiro di bellezza e motivo di consolazione e di speranza”.

A celebrare la messa è stato il nunzio apostolico in Italia, mons. Emil Paul Tscherrig, che nell’omelia ha invitato i cittadini a non cedere allo sconforto: “Questa occasione non può farci dimenticare ciò che rimane ancora da fare a Camerino ed in tutta la regione per riparare gli ingenti danni morali e materiali, causati dal terremoto…

La riapertura di questa Basilica rappresenta un forte segno di speranza, ci dice che la vita dell’uomo è sempre più forte della distruzione e della morte. San Venanzo, il vostro patrono, e tutti i martiri della Chiesa sono testimoni di questa verità”.  

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