Card. Tagle è prefetto dell’Evangelizzazione dei Popoli: ‘Apriamoci alle sorprese di Dio’

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Il cardinale filippino Luis Antonio Tagle, arcivescovo di Manila, è stato nominato nuovo Prefetto della Congregazione per l’Evangelizzazione dei Popoli, succedendo al card. Fernando Filoni, che contestualmente è stato nominato Gran Maestro dell’Ordine Equestre del Santo Sepolcro di Gerusalemme al posto del card. Edwin Frederick O’Brien, che lascia per raggiunti limiti di età.

La nomina del card. Tagle quale prefetto alla Congregazione per l’Evangelizzazione dei Popoli, che quella che un tempo si chiamava Propaganda Fide’, è interessante in quanto propone una nuova visione della missione, come aveva raccontato nel 2018 al meeting dell’Amicizia tra i popoli, offrendo tre immagini per delineare quella che aveva definito ‘Chiesa rinnovata’: quella della porta, aperta per far uscire, ma anche per far entrare; quella di una grande tavola imbandita ‘che ha posto per tutti: è una tavola dove i beni e le risorse della terra devono essere condivisi specialmente con i più poveri’; infine l’immagine della costruzione di una vita nuova.

Infatti davanti a repentini cambiamenti papa Francesco ha sottolineato alcuni dei cambiamenti posti da questo momento di svolta nella storia: “La maggior parte dei cambiamenti sono ambivalenti dal momento che possono avere elementi sia positivi che negativi. Per esempio, la creazione di benessere e di produttività, ma anche la crescente ineguaglianza, così come l’esclusione e la corruzione, un costante richiamo al lavoro per il bene comune e anche il rifiuto dell’etica, l’invito ad una sicurezza globale ma pure una crescente aggressione e violenza.

Noi assistiamo anche a cambiamenti di carattere culturale, sociale, politico e religioso che si configurano come attacchi alla libertà religiosa: il fondamentalismo l’individualismo, il secolarismo, l’indifferenza, il relativismo, la disillusione, il ritorno del totalitarismo, l’imperialismo culturale e cosi via… Però la Chiesa è chiamata per essere il segno e lo strumento, o il sacramento, della nuova umanità in Gesù Cristo, il nostro capo sacramento di comunione”.

Ed ha proposto una Chiesa in grado di raccontare semplicemente la storia di Gesù: “Noi raccontiamo la storia di Gesù al mondo, con le nostre narrazioni, mentre ascoltiamo le storie del mondo con la porta compassionevole del cuore di Gesù… La Chiesa è cambiata, è rinnovata quando il vangelo e le grida del mondo s’incontrano alla sua porta. Seconda immagine, sedere a tavola. Gli asiatici amano mangiare, come gli italiani.

Mangiare non è solo una questione di cibo ma è riunirsi in una comunità, in una famiglia; la tavola è completa quando c’è cibo e ci sono storie umane che nutrono l’amicizia e la solidarietà. Una Chiesa rinnovata può essere paragonata a una grande tavola che ha posto per tutti: è una tavola dove i beni e le risorse della terra devono essere condivisi specialmente con i poveri, una tavola dove la gente che non ha niente da mangiare e non ha nessuno con cui mangiare può sedersi con dignità. Intorno alla tavola, la Chiesa è cambiata, è rinnovata dallo spirito di reciproca accettazione, partecipazione, interdipendenza e corresponsabilità”.

La Chiesa è viva se è incarnata dal Vangelo: “Durante il sinodo dei vescovi per l’Asia, nel 1998, convocato dal Papa Giovanni Paolo II ero un semplice prete, non ero vescovo, partecipavo come membro del Segretariato generale del sinodo. Un giorno, papa Giovanni Paolo II, dopo la preghiera, si è alzato e, fissando con gli occhi i vescovi asiatici, ha dichiarato: ‘Il Signore Gesù Cristo è nato in Asia, la chiesa è nata in Asia e dall’Asia è uscita per andare in tutte le parti del mondo’.

Cioè, che il volto del Signore Gesù Cristo è asiatico, non è un argomento astratto. Quando leggiamo, ad esempio, il Vangelo, il modo di parlare di Gesù Cristo, non tramite concetti ma tramite storie, parabole, è molto asiatico. Per radunare i discepoli, non usa un seminario o un colloquio ma una festa in cui c’è da mangiare.

Da noi, nelle parrocchie, quando abbiamo lo scopo di radunare i giovani, non invitiamo ad un seminario ma ad un pranzo e vengono 20.000 persone! E durante il pranzo, durante la cena, pian piano, non solo condividiamo il cibo ma anche le storie di vita e la storia di Gesù Cristo. Questo è il semplice volto: pian piano, i cristiani dall’Africa, dall’Asia, dal Sud America portano le espressioni culturali, sociali, nazionali, ma è lo stesso vangelo!”

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