Presentati i ‘Lineamenta’ della prossima Settimana sociale: tutto è connesso

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Il rapporto inscindibile tra ecologia ed economia, tra ambiente e lavoro, tra crisi ambientale e crisi sociale: è questo il focus della 49ª Settimana sociale dei cattolici italiani, che si terrà dal 4 al 7 febbraio del 2021 a Taranto e che avrà appunto per titolo ‘Il pianeta che speriamo. Ambiente, lavoro e futuro. #tuttoèconnesso’.

I Lineamenta in preparazione alla Settimana sociale sono stati illustrati a Roma da mons. Filippo Santoro, arcivescovo di Taranto e presidente del comitato scientifico e organizzatore, dal prof. Leonardo Becchetti, docente all’Università di Roma Tor Vergata e membro del comitato scientifico, e da don Bruno Bignami, direttore dell’Ufficio nazionale per i problemi sociali e il lavoro della Cei, che ha elencato le tappe che condurranno a Taranto:

“Le tappe di avvicinamento alla Settimana sociale prevedono tre momenti preparatori: uno al nord, uno al centro e uno al sud Italia. Al nord coinciderà con l’appuntamento del Festival della dottrina sociale della Chiesa nel novembre 2020 a Verona; al centro a metà giugno 2020 si terrà ad Assisi un appuntamento riservato ai giovani, soprattutto con quelli che hanno chiesto di partecipare all’iniziativa ‘Economy of Francesco’; al sud nel settembre prossimo a Catanzaro, in concomitanza con il mese del creato, daremo voce alle speranze del meridione.

I Lineamenta sono un momento di semina. Sarebbe bello accompagnare questo cammino della Chiesa italiana con il desiderio di far crescere il senso del dono di Dio e con la costruzione di reti comunitarie. I problemi sociali non possono trovare soluzioni dentro a esistenze individuali. Occorre avere il coraggio di mettersi in rete e spendersi per un nuovo impegno sociale. C’è sete di comunità!”.

Quindi i Lineamenta offriranno alle diocesi piste tematiche in vista della stesura dell’Instrumentum laboris, sul quale poi verterà il confronto durante la Settimana sociale. La scelta di Taranto, attualmente sotto i riflettori per la controversia questione dell’ex Ilva, vuole stimolare una riflessione più articolata sui temi ambientali e sociali.

Lo schema dei Lineamenta ruota intorno ai punti cardine del magistero di papa Francesco attraverso l’ecologia integrale, partendo da uno sguardo contemplativo sulla realtà, è possibile rendersi conto che il mondo non è un problema da risolvere, ma un mistero da gustare. Il mondo è un dono di Dio che ha creato non solo le singole cose e i singoli esseri viventi, ma in una relazione costitutiva le une nei confronti delle altre.

La seconda parte dei Lineamenti guarda alla creazione per metterne in evidenza il sapiente progetto che Dio ha collocato in essa. Le emergenze climatiche, i flussi migratori, le ingiustizie economiche segnalano uno squilibrio evidente nel rapporto tra l’uomo e il pianeta. Un cambiamento significativo può avvenire dall’assunzione di stili di vita sostenibili.

I quattro grandi ambiti della sostenibilità tengono in piedi l’intero edificio: l’ambito ambientale, quello sociale, quello culturale e normativo. Persino i consumatori possono scoprire una loro responsabilità morale ogni volta che acquistano una merce o un oggetto.

Nel documento è evidenziato il ruolo chiave svolto dall’uomo nella gestione del pianeta: “Oggi l’intervento dell’essere umano sulla natura è dominato da interessi che mirano allo sfruttamento di tutto quanto è possibile estrarre dal mondo che ci circonda. Il potere e la volontà di dominio del soggetto sono all’origine del ‘paradigma tecnocratico’ che sostiene l’idea di una crescita infinita e illimitata.

Ciò senza tenere conto dei limiti del pianeta. Una concezione che guasta anche i rapporti sociali che, invece di essere improntati alla solidarietà, sono plasmati dalla logica dello sfruttamento. In questo modo, l’economia, invece di essere al servizio della persona”.

Per queste ragioni è stata scelta la città di Taranto, che è un luogo emblematico nel quale la dimensione ambientale e del lavoro sono state vissute secondo un ingiusto conflitto… Tale prospettiva si sostanzia anche con un recupero del valore della cittadinanza attiva e dell’amicizia civica e della politica con una visione ampia vissuta in primo luogo come servizio al bene che riguarda tutta la comunità.

Occorre partire dai soggetti più fragili, dai territori più vulnerabili, dalle situazioni marginali che in una logica di inclusione possono diventare risorsa per lo sviluppo integrale di tutti, imparando quella ‘saggezza nascosta’ che solo i poveri sanno insegnare. Per questo nella Settimana Sociale di Taranto, intendiamo assumere la prospettiva e la voce delle giovani generazioni, che ora più di ogni altra categoria sociale, attendono ed ‘esigono’ giustamente”.

Al riguardo, mons. Santoro ha puntato il dito contro quell’industria che porta morte e distruzione: “Dobbiamo fermare la devastazione ambientale e non renderla devastazione sociale. Ancora oggi, c’è chi afferma che le esigenze della difesa dell’ambiente e della salute debbano essere perseguite in modo unilaterale; ma questo acuirebbe i problemi occupazionali e sociali, specie in un contesto già vulnerabile come quello meridionale”.

Oltre a quello di Taranto, secondo l’Istituto superiore per la protezione e la ricerca ambientale del 2018, in Italia ci sono altri 40 siti gravemente inquinati. Il cammino da percorrere è quello di una sostenibilità socio-ambientale nella prospettiva di una ‘ecologia umana’. Particolare attenzione è posta alle emergenze climatiche e al riscaldamento globale, chiedendo una ‘inversione di rotta’:

“Per invertire la rotta dobbiamo rompere questo circolo vizioso e superare l’atteggiamento estrattivo e predatorio imparando a comprendere e ad assecondare quella trama sapiente della creazione che ci fa intravedere la possibilità di un equilibrio tra le diverse sfere. Non ci può essere vera creazione di valore economico sostenibile distruggendo le risorse ambientali nelle quali si dà la vita”.

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