Card. Parolin: la famiglia centro della vita

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Inaugurando l’Anno Accademico 2019-2020 dell’Istituto Teologico Giovanni Paolo II il segretario di stato vaticano, card. Pietro Parolin, ha affermato che la famiglia è scuola di libertà e di pace, specificando il compito dell’istituzione familiare per la comunità ecclesiale e per la società civile. In questo senso ha sottolineato l’intuizione di san Giovanni Paolo II:

“Dallo stesso papa, dal suo pensiero e dal suo ministero, esso ha ricevuto l’indirizzo e l’orientamento della sua speciale missione, corrispondente all’impegno che la Chiesa è chiamata a dedicare all’illuminazione dello splendore della verità cristiana iscritta nella storia dell’amore umano dell’uomo e della donna”.

Sulla linea di papa Wojtyla si colloca il magistero di papa Francesco: “La costituzione del nuovo Istituto Teologico per le Scienze del Matrimonio e della Famiglia, decisa da papa Francesco, rilancia l’attualità di quella ispirazione e invita ad elaborare e ad aggiornare la sua identità per corrispondere alle nuove esigenze della cultura teologica e della missione ecclesiale. Non va dunque sottovalutato il segno che questa ri-fondazione porta con sé.

Per il tramite autorevole del ministero petrino, la Chiesa pone in rilievo, con forza ancora maggiore, la necessità di costituire un centro accademico di studi e di formazione specialistica sul matrimonio e la famiglia come nodo di rete della costellazione delle istituzioni culturali che rappresentano il servizio pastorale della Santa Sede per la Chiesa universale, nel suo senso più alto e più ampio”.

Però resta la centralità della famiglia, che è sacramento: “La centralità di questa valorizzazione del mistero e del ministero, indissolubilmente umano e cristiano, della famiglia è oggetto di attenzione e di riflessione ormai ben presente alla sensibilità ecclesiale, sul piano pastorale come nell’ambito teologico. L’impegno speciale che vi è stato dedicato dal duplice Sinodo mondiale dei Vescovi, rilanciato dall’Esortazione apostolica Amoris laetitia, appare decisamente insediato nella coscienza ecclesiale”.

Secondo l’esortazione apostolica la famiglia è mediazione tra Chiesa e società: “Di questa indispensabile mediazione della famiglia, in certo modo, tutti ne sono consapevoli. Nella congiuntura odierna del legame sociale, tuttavia, questa consapevolezza appare piuttosto debole, remota, quasi evanescente. La famiglia si sente più minacciata nella sua vulnerabilità, che non convocata a valorizzare la sua forza, in ordine alla qualità del legame sociale”.

Nonostante la situazione attuale, che cerca in qualunque modo di relegare la famiglia in un angolo, essa resta fondamento della società: “La dedizione per l’alleanza dell’uomo e della donna, che si lascia plasmare nella forma della comunità familiare, è una scuola di libertà e di pace. Essa costituisce, proprio in questo modo, la matrice insostituibile della composizione umana degli affetti e della libertà responsabile, della comunità e della pacifica convivenza…

La dedizione richiesta per l’edificazione e la custodia della comunità familiare, naturalmente, non si realizza soltanto nella luce della sua estetica, ma anche attraverso le ombre della sua drammatica. La fede cristiana, per prima, ne deve essere profondamente consapevole”.

Quindi la famiglia cristiana è mediatore: “La famiglia cristiana è il mediatore maieutico normale di questa missione testimoniale e amorevole della potenza della grazia che riscatta l’alleanza dell’uomo e della donna e consente di portare gli uni i pesi degli altri.

Questa sussidiarietà diventa oggi cruciale per la restituzione di piena trasparenza e verità al mandato della riconciliazione con Dio: e della comunione fraterna che ne deve rappresentare l’evidenza non effimera nell’ambito della stessa comunità civile”.

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