Papa Francesco ai giovani imprenditori: uno stile nuovo nel lavoro

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A Roma, fino al 3 dicembre, una delegazione di 300 giovani imprenditori cattolici francesi, guidati mons. Dominique Rey, vescovo di Fréjius-Tolone, ha partecipato al ‘Viaggio del bene comune’ con riflessioni sulla ‘vocazione’ degli imprenditori cristiani. Nell’udienza papa Francesco ha detto che le encicliche ‘Gaudium et spes’ e ‘Laudato sì’ due validi criteri di discernimento:

“E’ una gioia per me riscontrare questo desiderio che c’è in voi di seguire gli insegnamenti del Vangelo; in voi che occupate posti di responsabilità in campo economico e sociale, consapevoli di avere un ruolo da svolgere rispetto al futuro delle nostre società e del mondo, e intenzionati a impegnarvi in questo senso”. 

Citando la Costituzione dogmatica ‘Lumen gentium’ il papa ha affermato che compito del cristiano è garantire il ‘bene comune’, nonostante la difficoltà di conciliare l’insegnamento sociale della Chiesa e le leggi del mercato:

“Mi rendo ben conto che non è facile, nel quotidiano, conciliare le esigenze della fede e l’insegnamento sociale della Chiesa con le necessità e i vincoli imposti dalle leggi del mercato e della globalizzazione.

Ma ritengo che i valori evangelici che volete attuare nel dirigere le vostre aziende, come pure nelle molteplici relazioni che intrattenete nel quadro delle vostre attività, siano l’occasione di una genuina e insostituibile testimonianza cristiana. Infatti, si tratta per voi di partecipare, secondo la vostra condizione di fedeli laici, al servizio regale di Cristo”. 

Ha evidenziato  che la difficoltà di ‘prendere’ alcune scelte contrarie alla mondanità, non è utopia: “Il fatto di prendere le distanze dal mondo, in ciò che è contrario a Dio e alla sua volontà; il fatto di voler trasformare questo mondo e salvarlo con Cristo, talvolta può portare al martirio, come attestano San Pietro e San Paolo.

Tuttavia, questi gloriosi testimoni ci dimostrano che il messaggio evangelico di cui erano portatori, un messaggio apparentemente debole rispetto alle potenze mondane del potere e del denaro, non è un’utopia, ma, con la forza dello Spirito Santo e il sostegno della fede di coraggiosi discepoli missionari, può diventare realtà, una realtà sempre incompiuta, certo, e da rinnovare”.

Ed ecco che le due encicliche, sopra citate, possono diventare criteri di discernimento: “Di fronte a questa realtà, ed essendo attori, per quanto vi compete, nei sistemi in questione, voi non avete certamente una risposta immediatamente efficace da dare alle sfide del mondo attuale. In questo, talvolta potrete sentirvi impotenti.

E tuttavia avete un ruolo essenziale da svolgere. Perché, anche in maniera modesta, in alcuni cambiamenti concreti di abitudini e di stile, sia nelle relazioni con i vostri collaboratori diretti, o meglio ancora nella diffusione di nuove culture aziendali, vi è possibile agire per cambiare concretamente le cose e, a poco a poco, educare il mondo del lavoro a uno stile nuovo”.

Ed ha concluso con l’invito a ‘convertire le mentalità’: “Vi invito, già nella vostra vita personale, ad impegnarvi su questa via della semplicità e della sobrietà; le decisioni che dovrete prendere nelle vostre occupazioni non potranno che risultare più libere e più serene, e voi stessi ne trarrete maggiore pace e gioia”.

Questo appello alla sobrietà ed alla solidarietà si è tradotto nel gesto dell’Elemosineria vaticana con l’accoglienza dei profughi richiedenti asilo politico insieme alla Comunità di Sant’Egidio a conclusione di un intenso periodo di trattative ufficiali tra gli organismi competenti al fine di realizzare questo nuovo corridoio umanitario.

Infatti il card. Konrad Krajewski si è recato nell’Isola di Lesbo per condurre in Italia un gruppo di 33 profughi richiedenti asilo politico. Questa operazione si concluderà nel mese di dicembre, quando altri 10 profughi verranno accompagnati in Italia, dando così inizio alle procedure necessarie per la richiesta di protezione internazionale.

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