La preghiera di Benedetto XVI per la diocesi di Eisenstadt.

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“Signore, aiutaci in questo nostro tempo ad essere e a rimanere veri cattolici – a vivere e a morire nella grandezza della Tua verità e nella Tua divinità”: sono le parole di Benedetto XVI contenute nella lunga preghiera scritta in occasione del 60° anniversario della diocesi austriaca di Eisenstadt. 

Con una lettera datata 8 giugno 2019, il Papa emerito ha acconsentito alla richiesta del vescovo Ägidius Zsifkovics di comporre un testo per il Giubileo che la circoscrizione ecclesiastica celebrerà l’anno prossimo. Nel 2020 ricorrerà anche il centenario della regione del Burgenland, il cui territorio corrisponde a quello della diocesi di Eisenstadt.

Ratzinger lo presenta come “un piccolo tentativo” dovuto all’età avanzata, ma scorrendo le righe non si può non constatare come non abbia perso la brillantezza che lo ha sempre caratterizzato. Mons. Zsifkovics, ringraziando di cuore il Papa emerito, si dice “stupito dalla bellezza e dall’eleganza di questa preghiera”, “un grande dono” per l’intero stato federale oltre che “un tesoro teologico”.

Benedetto rimarca innanzitutto che l’incarnazione di Dio “non è per noi un’esperienza lontana, bensì ci tocca tutti, ci chiama tutti”. “Sei entrato nel tempo e Ti sei fatto carne – Ti sei fatto uomo. Non hai dismesso la Tua natura umana come un vestito dopo averla assunta per poco tempo. No – continua -, fino alla Tua morte sulla croce Tu l’hai assunta, l’hai attraversata e l’hai sofferta e rimani, dopo essere risorto, per sempre uomo”. Ritorna l’immagine, molto cara a Joseph Ratzinger, del chicco di grano “che cade nella terra e muore, ma non rimane isolato, bensì emerge di nuovo e porta costantemente frutto”, per poi tracciare un parallelo con l’Eucarestia dove “Tu sei sempre presente tra di noi, Ti affidi nelle nostre mani e nei nostri cuori affinché possa sorgere una nuova umanità”.

Il ringraziamento di Benedetto XVI, “in questo momento della nostra storia”, è “per la grazia di averci chiamato a far parte della Tua Chiesa”, “per le realtà belle e grandi che si rendono visibili nel mondo per mezzo di essa”. “Ti preghiamo – si legge ancora nel testo – anche di aiutarci ad affrontare l’oscurità che, di tempo in tempo, è sempre minacciosamente attiva al suo interno”.

Benedetto XVI, ricordando che “la nostra patria si trova laddove le divisioni si dissolvono”, ripercorre gli esordi della fede in Austria con la grande figura di San Martino di Tours, che qui ebbe i suoi natali, l’incontro con Gesù nella figura del mendicante: “Spartendo con lui il suo mantello – la sua casa, potremmo dire – Ti ha riconosciuto nel suo cuore”. E il Signore gli ha fatto dono del grande maestro Ilario di Poitiers, “che ha illuminato la sua intelligenza e in tal modo lo ha protetto dalle insidie dell’arianesimo”, venendo preservato “da quella falsa forma di fede cristiana, che trasmetteva ai popoli recentemente convertiti un’immagine sminuita di Nostro Signore e impediva pertanto l’accesso alla grandezza della vera fede”. 

“Anche oggi – constata il Papa emerito – la nostra fede è minacciata da mutamenti riduttivi a cui le mode mondane la vorrebbero sottoporre per sottrarle la sua grandezza”. “Donaci sempre – è l’auspicio finale – vescovi coraggiosi che ci guidino all’unità con la fede e coi santi di tutti i tempi e ci mostrino come agire in modo adeguato al servizio della riconciliazione, cui il nostro episcopato è chiamato in modo speciale”.

La diocesi di Eisenstadt è stata elevata al rango di diocesi il 15 agosto 1960 da Giovanni XXIII con la Bolla “Magna quae ecclesiasticae”, rendendola suffraganea dell’arcidiocesi di Vienna. La celebrazione del Giubileo ruoterà attorno al versetto “Dio ci ha chiamati nella sua Chiesa”, tratto dalla Lettera agli Efesini, e avrà come momento culminante la grande Messa di ringraziamento che verrà celebrata il 1° giugno 2020, lunedì dopo la Pentecoste, nel Parco del Castello Esterházy.

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