Ad Hong Kong i giovani per le libertà

Condividi su...

A Hong Kong si vivono giornate di tensione dopo l’irruzione della polizia nel Politecnico, dove si erano asserragliati circa 200 manifestanti pro-democrazia, ed i ricordi tornano ai manifestanti di piazza Tienanmen, a 30 anni dagli eventi del giugno 1989

Nella notte tra domenica e lunedì,dopo ore di assedio, centinaia di giovani sono stati arrestati; mentre sono risultati feriti 38 giovani, di cui 5 in condizioni gravi, secondo il bilancio stilato dalla Hospital Authority. Sono invece 18 le persone segnalate in condizioni stabili, mentre 6 sono state dimesse. Un totale di 24 persone, invece, sono state ricoverate tra la mezzanotte e le 7.30 del mattino locali, e tra questi c’è anche un uomo di 84 anni.

Da venerdì sono state 154 le persone arrestate. Inoltre la polizia ha eseguito decine di arresti fuori dall’Hotel Icon, su Science Museum Road, nelle vicinanze del PolyU, il politecnico di Hung Hom trasformato in roccaforte dai manifestanti pro-democrazia.

Intanto l’Alta Corte di Hong Kong ha dichiarato l’incostituzionalità del divieto dell’uso delle maschere introdotto lo scorso mese dalla governatrice Carrie Lam facendo leva sulla legislazione di emergenza, una norma che aveva suscitato violentissime polemiche, perché è una restrizione dei diritti fondamentali delle persone spinta oltre il necessario.

Anche 30 anni fa i giovani chiedevano la libertà: le libertà politiche e di stampa e le riforme economiche. Chiedevano una vita migliore, volevano la democrazia e la chiedevano a un governo sordo. E dopo 30 anni i giovani di Hong Kong chiedono le stesse libertà dei giovani di allora secondo il racconto di Paul Wang apparso su Asia News:

“In Cina la propaganda nazionalista e anti-Hong Kong non cessa di diminuire. Ieri il ‘Quotidiano del popolo’ ha riportato un articolo in cui si afferma che quanto succede nel territorio è ormai ‘una battaglia per la vita o per la morte’, fra ‘sovversione e anti-sovversione’ e che non si poteva stare a guardare mentre ‘Hong Kong annega’.

Oggi, lo stesso giornale, organo ufficiale del Partito comunista cinese, dice che non c’è più spazio per il ‘compromesso’ nella lotta contro le proteste, che pretendono di distruggere il principio: Una nazione, due sistemi”.

Infatti alcuni giorni prima a Brasilia il presidente cinese, Xi Jinping, aveva espresso il sostegno al capo dell’esecutivo Carrie Lam: “Noi sosteniamo con decisione la polizia di Hong Kong, perché compia azioni di forza per imporre la legge, e i giudici perché puniscano secondo la legge coloro che hanno commesso violenti crimini”.

Ed in seguito dei più violenti scontri sin qui verificatisi durante le proteste il direttore di Amnesty International Hong Kong Man-Lei Tam ha diffuso questo commento: “Assediando il Politecnico e colpendo con proiettili di gomma e lacrimogeni coloro che cercavano di fuggire, le forze di polizia di Hong Kong hanno ancora di più esasperato la tensione, anziché cercare di allentarla.

Invece di fornire assistenza ai manifestanti feriti intrappolati all’interno del Politecnico, gli agenti hanno arrestato i medici che cercavano di trasferirli fuori. La natura sempre più violenta delle proteste è allarmante ma dobbiamo ricordare che la principale causa è la mano dura usata nei mesi scorsi dalle forze di polizia nei confronti di manifestazioni ampiamente pacifiche. Ora è fondamentale che si eviti una tragedia”.

Free Webcam Girls
151.11.48.50