In ricordo della caduta del Muro di Berlino

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La costruzione del Muro di Berlino e, soprattutto la sua caduta, formano parte dei momenti più importanti della storia del Novecento. Questo muro divise Berlino in due parti per ben 28 anni, separando fra di loro familiari e amici. Terminata la II Guerra Mondiale, dopo la frattura della Germania, anche Berlino fu divisa in quattro zone: sovietica, statunitense, francese e inglese.

I pessimi rapporti fra comunisti e alleati crebbero sempre di più, fino ad arrivare al punto in cui si crearono due monete, due ideologie differenti e, persino, due paesi separati fra di loro. La povera economia sovietica e la prolifica parte occidentale fecero sì che, dal 1961, quasi 3.000.000 di persone abbandonarono la Germania Orientale.

La Repubblica Democratica Tedesca iniziò a rendersi conto dell’ingente numero di persone ormai perse (soprattutto per quanto riguarda i profili più specializzati) e, nella notte del 12 agosto 1961, decise d’innalzare un muro provvisorio, chiudendo ben 69 punti di controllo, per lasciarne aperti soltanto 12. Il giorno seguente, s’installò un filo spinato provvisorio di 155 chilometri, che separava le due zone di Berlino.

I mezzi di trasporto furono bloccati e nessuno poteva attraversare la parte opposta. Il Muro di Berlino si trasformò in una parete di cemento, alta circa 4 metri, con all’interno cavi di ferro, che lo resero più resistente. Nella parte superiore s’installò una superficie semisferica, per evitare che la gente potesse afferrarsi su tale estremità del muro.

Fra il 1961 e il 1989, più di 5.000 persone cercarono di scavalcare il muro e più di 3.000 furono detenute. Circa 100 persone morirono nel tentativo e l’ultima vittima si registrò il 5 febbraio 1989. La caduta del muro fu motivata dall’apertura della frontiera fra Austria e Ungheria, nel maggio del 1989, dato che i tedeschi viaggiavano ogni giorno di più in Ungheria, per chiedere asilo nelle differenti ambasciate della Repubblica Federale Tedesca.

Le grandi manifestazioni che, come conseguenza, si tennero ad Alexanderplatz fecero sì che, il 9 novembre 1989, il governo della Repubblica Democratica Tedesca annullò il divieto di raggiungere la zona ovest della città. Questo stesso giorno, migliaia di persone si radunarono nei punti di controllo, per attraversare l’altro lato, e nessuno li fermò. Si assistette, pertanto, a un esodo massivo.

A distanza di 30 anni altri ‘muri’ sono stati eretti e il coordinatore della Marcia Perugia-Assisi, Flavio Lotti, ha proposto questa riflessione sull’esistenza dei muri: “Trent’anni fa un solo Muro divideva una città, un continente e un mondo. Oggi i Muri sono dappertutto. Tra le persone, i quartieri, i paesi e i popoli. I più vergognosi separano i ricchi dai poveri. I più impenetrabili si moltiplicano nelle menti e nei cuori. Sono muri diversi, materiali e immateriali. Ma la loro relazione è intima. Gli uni edificano e s’intrecciano con gli altri.

Fino a diventare uno dei problemi più grandi dei nostri giorni. Per un certo tempo abbiamo pensato di vivere in una società aperta ed oggi ci ritroviamo intrappolati in un immenso reticolato di muri e barriere di ogni tipo. Dobbiamo affrontare problemi che non conoscono confini, sfide complesse che richiedono la collaborazione tra tutti.

Ma ci ritroviamo continuamente a sbattere contro muri insormontabili. Abbiamo sviluppato tecnologie che non conoscono barriere né confini e ci consentono di sfrecciare rapidamente in tutto il mondo ma siamo costretti a fare i conti con governi e persone che continuano a innalzare muri di ogni genere. E’ tempo di aprire gli occhi sulla realtà. La costruzione di un muro è sempre l’inizio di un’epoca buia”.

La conclusione è l’invito a ricostruire le comunità in questo anno che ci separa dalla prossima marcia da Perugia ad Assisi, che si svolgerà domenica 11 ottobre 2020: “L’alternativa alla società dei muri è un modo realmente nuovo di vedere, intendere e organizzare le relazioni tra le persone e i popoli, i rapporti con la natura, la società, l’economia.

L’alternativa alla società dei muri è la società dei fratelli e delle sorelle che il Santo di Assisi, la Costituzione e la Dichiarazione Universale dei Diritti Umani ci hanno indicato. L’alternativa ad un mondo di muri è la costruzione di una fraternità universale, un mondo in cui ciascuno sceglie di agire verso gli altri in spirito di fratellanza e sorellanza”.

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