Mons. Marconi: annunciare il Vangelo per attrazione

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Nella vigilia della festività di Ognisanti nel complesso circestense dell’Abbazia di Fiastra il vescovo di Macerata, mons. Nazareno Marconi ha presieduto all’ordinazione di sei diaconi (due maceratesi, un polacco, un brasiliano, uno spagnolo delle isole Canarie ed un honduregno), imperniando l’omelia sulla festa di Ognissanti:

“Siate prima di tutto figli di Dio e perciò veri fratelli tra voi in Cristo. Ma sentitevi anche orgogliosi di essere parte dei vostri popoli e delle vostre culture, perché la Chiesa è ‘cattolica’, cioè accogliente delle differenze che vuol comporre in armonia. In un mondo che spesso intende l’unità come cancellazione dei popoli e delle loro culture e tradizioni, siate invece fieri figli dei vostri popoli ed insieme gioiosi figli dell’Unico Dio”.

Raccontando ai fedeli brevemente le loro vite li ha invitati ad annunciare a tutti il Vangelo: “Annunciate perciò a tutti questo Kerygma, questa proclamazione di speranza che l’Apocalisse ripete… Questo sia il cuore del vostro annuncio: avvicinandovi all’altare ed al sangue di Cristo che purifica e salva, annunciate agli uomini che solo incontrando personalmente il Signore si sperimenta la gioia della salvezza. Da oggi la vostra vita sarà completamente consacrata al Signore ed al Vangelo”.

E li esortati a seguire le vie concrete delle Beatitudini: “Non si tratta di privazioni, come spesso oggi le intende il mondo, ma di vie per trovare la beatitudine, infatti proprio il vangelo delle Beatitudini le illumina in maniera del tutto particolare. La scelta più appariscente è quella del Celibato per il Regno. Oggi più che mai è visto da molti come una via di privazione, quasi di impoverimento della vostra umanità…

Annunciate con una vita piena della gioia di Dio che il vostro cuore non è impoverito dalla mancanza di un esclusivo affetto umano, ma è invece aperto all’accoglienza di tutti i fratelli e le sorelle del Regno del Padre. Più poveri di altri nell’amore sponsale, siate però più ricchi nell’amore fraterno”.

La seconda via è stata mutuata dalla missione evangelizzatrice di san Paolo: “Annunciate il Vangelo con passione, ‘opportune et importune’ come dice san Paolo. Ma ciò sia fatto senza prepotenza, il Vangelo si annuncia per attrazione e non per proselitismo: ‘Beati i miti’ dice la Parola di oggi.

Il Vangelo si annuncia poi impegnandosi nella promozione umana di un mondo più giusto: ‘Beati quelli che hanno fame e sete della giustizia’. Infine lo si annuncia soprattutto e più di tutto avvicinando tutti con l’annuncio dell’amore di Dio. Un amore misericordioso che vince ogni male: ‘Beati i misericordiosi’”.

Però l’evangelizzazione ha frutto attraverso l’assiduità alla preghiera, ha ricordato il vescovo: “La terza scelta, legata all’impegno solenne della preghiera, è quella di diventare sempre di più: uomini di preghiera e maestri di preghiera, come abbiamo più volte ripetuto durante il nostro ultimo ritiro. Allora abbiamo ricordato l’urgenza per voi e per tutti della unificazione e purificazione del cuore, attraverso la preghiera intensa e fedele”.

Un’altra scelta offerta dal Vangelo delle beatitudini riguarda la scelta della ‘carità’: “La carità di Cristo che dobbiamo imitare, si è espressa prima di tutto nella sua incarnazione, nel suo farsi servo, nella sua profonda condivisione della condizione umana, in particolare di quella degli ultimi. Non siate uomini della beneficenza distaccata e superba, ma uomini della Carità, che ascolta e condivide soprattutto con ‘quelli che sono nel pianto’ e con ‘i perseguitati per la giustizia’”.

Ed infine, per essere ‘beati’, li ha invitati ad essere ‘operatori di pace’: “Il testo greco dice: ‘facitori di pace’, forse per rendere l’aramaico delle parole di Gesù che suonerebbe ‘costruttori dello shalom’. Siate pazienti e coraggiosi costruttori dello ‘shalom’, di quel bene del cuore e della vita che la Scrittura promette a tutti coloro che si lasciano amare da Dio. Se farete tutto questo sarete beati”.

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