Gli agricoltori ricordano all’Italia il terremoto del 2016

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Sono stati centinaia gli agricoltori, gli allevatori e i pastori terremotati della Coldiretti che hanno lasciato le proprie aziende per raggiungere Roma ed offrire In piazza di Sant’Anastasia al Circo Massimo i propri prodotti nel più grande mercato delle specialità contadine sopravvissute al sisma che hanno sconvolto la vita e il lavoro di ampie zone delle regioni del centro Italia.

Un’occasione per aiutare la lenta ripresa dei territori colpiti ma anche per fare un bilancio a tre anni dalle scosse dell’ottobre 2016, con la situazione attuale, gli interventi ancora attesi e le storie di chi con grande coraggio e dignità è rimasto a vivere e lavorare nelle campagne ferite. Dal ciauscolo marchigiano alle lenticchie di Castelluccio di Norcia, dal pecorino laziale alla ventricina abruzzese, sono solo alcuni dei prodotti scampati al sisma e portati al maximercato di ‘Campagna Amica’.

Nel centro di Roma sono stati offerti piatti di pasta all’amatriciana cucinata dagli agrichef, i cuochi contadini degli agriturismi terremotati, proprio per ricordare che nelle zone devastate è ancora lontano il ritorno alla normalità. Un grande striscione ha ricordato che ‘La terra non trema – Il coraggio dei contadini’, a simbolo della tenacia degli agricoltori che con grande coraggio e dignità sono rimasti a vivere e lavorare nelle campagne ferite nonostante i ritardi nella ricostruzione e le perduranti difficoltà quotidiane.

In questa occasione la Coldiretti che nei paesi svuotati dal terremoto e con il turismo in lenta ripresa si registra ancora un crollo del 70% delle spesa che sta soffocando l’economia locale e il lavoro, a partire dagli agricoltori e dagli allevatori che sono rimasti nonostante le difficoltà:

“I pesanti ritardi della ricostruzione con le difficoltà abitative delle popolazioni locali e i problemi a far tornare i turisti hanno determinato un crollo delle vendite dei prodotti locali che gli agricoltori, a prezzo di mille difficoltà, sono comunque riusciti a salvare dalla macerie garantendo la continuità produttiva e, con essa, una speranza di ripresa in un territorio a prevalente economia agricola che al terremoto ha pagato un conto salato”.

In difficoltà ci sono 25.000 aziende agricole e stalle censite nei 131 Comuni terremotati di Lazio, Marche, Umbria e Abruzzo dove c’è una significativa presenza di allevamenti con oltre 100.000 animali tra mucche, pecore e maiali, e un rilevante indotto agroindustriale con caseifici, salumifici e frantoi dai quali si ottengono specialità di pregio famose in tutto il mondo.

Tra i settori più colpiti c’è sicuramente quello dell’allevamento ma in difficoltà si trovano anche le altre attività a partire dall’agriturismo dove è ancora lenta la ripresa per le 444 strutture che secondo le elaborazioni Coldiretti su dati Istat operano nell’area dei quali 42 in Abruzzo, 40 nel Lazio, 247 nelle Marche e 115 in Umbria: “Una situazione che non ha però scoraggiato la maggioranza di agricoltori e allevatori che, a prezzo di mille difficoltà e sacrifici, non hanno abbandonato il territorio ferito e sono riusciti a garantire la produzione della principali tipicità.

Lo dimostra il fatto che sulle tavole rimane il ciauscolo, il caratteristico salame spalmabile marchigiano, il pecorino dei Sibillini e le tante altre specialità del territorio come la patata rossa di Colfiorito, lo zafferano, il tartufo, il prosciutto di Norcia Igp o la cicerchia e la stessa lenticchia di Castelluccio di Norcia Igp con una produzione di qualità attorno che quest’anno è stata attorno ai 3.000/4.000 quintali: “Il terremoto ha colpito un territorio a prevalente economia agricola con una significativa presenza di allevamenti che occorre sostenere concretamente per non rassegnarsi all’abbandono e allo spopolamento ed è per questo che abbiamo voluto dedicare la ricorrenza del 75^ anno dalla Fondazione della Coldiretti, avvenuta proprio a fine ottobre del 1944, alle popolazioni colpite dal sisma”.

Inoltre la Coldiretti ha denunciato che nel terzo anniversario dal sisma nelle campagne mucche, pecore e cavalli si trovano ancora sotto i teloni allestiti nel 2017, peraltro con gravi ritardi che erano già costati la vita a migliaia di animali, uccisi dalla neve e dal freddo: “Una situazione che rischia di peggiorare in vista dell’arrivo dell’inverno e serve dunque un cambio di passo per far partire l’attesa ricostruzione.

Una soluzione potrebbe essere quella di incentivare la possibilità agli allevatori di riconvertire la struttura temporanea rendendola una stalla vera e propria attraverso contributi finalizzati al suo adeguamento che ricomprendano anche i costi di demolizione della struttura originaria”.

La situazione delle stalle è rappresentativa delle difficoltà che nelle aree terremotate riguardano però anche abitazioni, fabbricati aziendali e laboratori di trasformazione: “Se nel recente decreto sisma approvato dal Consiglio dei Ministri ci sono alcuni provvedimenti importanti, occorre ora sostenere la ripresa economica in ambito agricolo e alimentare per la diversificazione delle attività economiche e sviluppo di progetti di filiera con interventi su abitazioni, investimenti aziendali per la ristrutturazione, rendendo effettivo e celere il coordinamento tra i diversi enti coinvolti.

Per sostenere la ripresa produttiva occorre poi puntare sulla decontribuzione per i giovani che aprono un’impresa agricola mentre un altro canale va attivato per interventi urgenti di manutenzione straordinaria, di messa in sicurezza di strade e infrastrutture, di campagne di marketing (agricoltura, ristorazione, turismo e artigianato) da parte degli enti locali”.

In conclusione Coldiretti ha fornito i ‘numeri’ della solidarietà: “Si va delle operazioni ‘adotta una mucca’, per dare ospitalità ad almeno 2000 pecore e mucche sfollate a causa dei crolli delle stalle, a ‘dona un ballone’ di fieno per garantire l’alimentazione del bestiame ma anche la riscoperta dell’antica tradizione agropastorale della ‘paradura’ con la quale i pastori sardi della Coldiretti hanno donato 1.000 pecore ai loro colleghi umbri colpiti dalle scosse per risollevarne le sorti.

Nei mercati degli agricoltori in tutta Italia sono stati ospitati gli agricoltori terremotati e i loro prodotti rimasti senza sbocchi di mercato con oltre 60.000 italiani che hanno assaggiato la ‘caciotta della solidarietà’, ottenuta con il latte raccolto dalle stalle terremotate di Norcia, Amatrice e Leonessa e il ‘cacio amico’ fatto con il latte degli allevamenti marchigiani.

Ed è stata anche effettuata la distribuzione gratuita di 565.260 litri di gasolio alle aziende agricole grazie all’impegno di Coldiretti, Consorzi Agrari d’Italia, Eurocap Petroli e del Consorzio Cooperativo Finanziario per lo Sviluppo, senza alcun contributo pubblico e sempre la Coldiretti assieme all’Associazione Italiana Allevatori e ai Consorzi Agrari ha consegnato mangiatoie, mangimi, fieno, carrelli per la mungitura, refrigeratori e generatori di corrente oltre a roulotte, camper e moduli abitativi”.

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