Sen. Riccardo Pedrizzi: il risparmio è una virtù

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Nelle scorse settimane presso la sede del Pontificio Istituto di Archeologia Cristiana, è stato presentato il libro ‘Il Salvadanaio. Manuale di sopravvivenza economica’, scritto dal sen. Riccardo Pedrizzi, cavaliere di Gran Croce di Merito del Sacro Militare Ordine Costantiniano di san Giorgio, organizzato dalla delegazione di Roma con il supporto dell’UCID (Unione Cristiana Imprenditori Dirigenti).

I lavori sono stati aperti dal coordinatore generale, prof. Giuseppe Schlitzer, che ha letto il messaggio del presidente della Real Commissione per l’Italia, S.E. il duca De Vargas Machuca. E’ seguito l’intervento del card. Gerhard Ludwig Müller, gran priore della Sacra Milizia ed autore della prefazione del libro:

“Leggere nel volume di Pedrizzi di regole, di trasparenza, di valori da portare in dote nella jungla della finanza, può riscaldare il cuore del cristiano, così come immergersi su temi come la famiglia, l’assistenza, la solidarietà, la cooperazione, la sussidiarietà, la partecipazione.

La recente crisi finanziaria poteva essere l’occasione per sviluppare una nuova economia più attenta ai principi etici e per una nuova regolamentazione dell’attività finanziaria, neutralizzandone gli aspetti predatori e speculativi e valorizzandone il servizio all’uomo, alla comunità locale e nazionale, invece sembra tornare in auge un egoismo miope e limitato al corto termine”.

Il dibattito, moderato dal giornalista del quotidiano Avvenire, Eugenio Fatigante, è stato animato dagli interventi dell’autore e dei due relatori, l’on. Stefano Fassina e il giornalista e scrittore Marcello Veneziani, che si sono trovati in linea con la visione del sen. Pedrizzi, molto critica su alcuni aspetti dell’odierno modello di sviluppo delle economie di mercato.

All’autore del libro abbiamo chiesto di spiegarci il motivo di questo ‘manuale di sopravvivenza economica’: “Il libro vuole essere un prezioso strumento di conoscenza che, partendo da una descrizione storica degli eventi degli ultimi anni, permette di avere un quadro chiaro delle ragioni sottostanti all’evoluzione che il sistema economico e con esso il mercato bancario, ha evidenziato e, in alcune circostanze, dovuto subire.

Questo libro vuole essere uno strumento che permette al cittadino e al risparmiatore, ma anche alle famiglie ed alle imprese di difendersi mettendoli nelle condizioni di comprendere fino in fondo i fenomeni economici e finanziari. Ma non è solo questo. Questo libro rappresenta anche una sfida.

Una sfida lanciata per la costruzione di un mondo nuovo che, superate le vecchie e contrapposte ideologie del secolo scorso, ha bisogno di un’economia che realizzi nuovi e più avanzati equilibri. Una economia che, se vuole tornare a garantire la crescita dei popoli, non può prescindere dalla riscoperta dei valori, delle radici della propria millenaria cultura, dalla propria storia che è anche la storia del cattolicesimo”.

Quale può essere l’etica del risparmio?
“Va, innanzitutto, ricordato che in Italia la difesa del risparmio è sancita dalla nostra Costituzione, che nell’art. 47 recita: ‘La Repubblica incoraggia e tutela il risparmio in tutte le sue forme; disciplina e controlla l’esercizio del credito’. Il risparmio, frutto del lavoro e di una autolimitazione nei consumi, è una virtù ed un valore sociale e va valutato, quale ‘ricchezza della Nazione’ e quale ‘ricchezza dell’Europa’.

Esso è in primo luogo una virtù, perché è una forma di responsabile previdenza, di cui la persona, o la famiglia, si fa carico facendo sacrifici ed evitando le sirene del consumismo e le spese voluttuarie; ed è un valore perché è sudato ‘lavoro del passato’, che mutandosi in credito e capitale d’investimento e combinandosi di nuovo col lavoro del presente e del futuro, è il fattore imprescindibile dell’ulteriore sviluppo economico e del benessere della comunità. Quindi il risparmio non può essere considerato come una merce qualsiasi.

In questa nostra era di globalizzazione, si avverte sempre di più il bisogno di una finanza etica e, allo stesso tempo, di un’etica che ispiri l’attività finanziaria nel suo complesso: quindi, di una finanza etica ma anche di un’etica nella finanza. Il recupero di una dimensione etica nella finanza e nel credito, sia a livello di problemi di finanza globale, sia a livello di correttezza e trasparenza dell’agire economico della singola impresa,costituisce parte rilevante delle sfide che siamo chiamati ad affrontare”.

Perché gli italiani, negli ultimi anni, hanno preferito ‘giocare’ in Borsa?
“Non è esatto, le banche sono piene di liquidità proprio perché gli italiani non intendono diversificare i propri investimenti ed avendo paura del futuro preferiscono tenere nei conti correnti liberi i propri risparmi”.

Quale ruolo deve svolgere una banca per il benessere di una comunità?
“Le linee guida sulle quali il sistema creditizio e le banche dovrebbero muoversi sono le seguenti: attivare e promuovere il circuito virtuoso tra risparmio, credito ed investimenti, in un quadro di sviluppo delle economie locali e di salvaguardia del risparmio; rafforzamento della struttura finanziaria delle imprese, specie di quelle medie e piccole, che costituiscono la specificità e la forza dell’economia italiana.

Quello che occorre è un sistema bancario rispettoso della cultura, delle tradizioni e delle specificità locali, cioè del passato, ma proiettata verso il futuro, nella più ampia cornice di una ‘economia sociale di mercato’. Cioè di un’economia che opera all’interno delle leggi di mercato, ma regolandone e controllandone l’operare, affinché sia sempre indirizzato allo sviluppo economico ed al progresso sociale”.

Cosa può insegnare il magistero della Dottrina sociale della Chiesa al mondo economico?
“Secondo la Dottrina sociale della Chiesa l’uomo, la persona deve tornare al centro dell’azione economica. E questo perché lo sviluppo non è di per sé garantito da forze impersonali e automatiche ma necessita di persone che lo animino e lo organizzino vivendo nelle loro coscienze il richiamo del bene comune.

Serve quindi un’etica a chi opera nel mercato quanto più le regolamentazioni dei governi nazionali vengono meno. Bisogna recuperare il rapporto fra etica ed economia, mirando evidentemente a ricucire lo strappo del legame dell’economia con le scienze morali, per un superamento della concezione dell’homo oeconomicus”.

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