Trieste ha ricordato Rotta e Demenego

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A Trieste, nella chiesa di sant’Antonio Taumaturgo si sono celebrati i funerali solenni di Pierluigi Rotta e Matteo Demenego, i due poliziotti uccisi il 4 ottobre, in una stanza della Questura, dal dominicano Alejandro Augusto Stephan Meran, arrestato poco prima per il furto di un motorino. Davanti ai feretri dei due agenti i loro familiari.

Poco distanti il ministro dell’Interno Luciana Lamorgese con il capo della Polizia Franco Gabrielli. Ci sono anche il presidente della Camera Roberto Fico, il ministro Stefano Patuanelli, il presidente del Friuli Venezia Giulia, Massimiliano Fedriga, accompagnati dal prefetto di Trieste Valerio Valenti e dal questore Giuesppe Petronzi.

Ha celebrato la messa l’arcivescovo di Trieste, mons. Giampaolo Crepaldi, che rivolgendosi a Pierluigi e Matteo ha detto: ‘Il vostro sacrifico resti come monito per le giovani generazioni’. Nell’omelia il vescovo ha sottolineato che la città li ricorderà come ‘angeli’:

“Carissimi Matteo e Pierluigi, innumerevoli sono stati gli atti di amore verso di voi che hanno trovato espressione in questi giorni di dolore: dalle preghiere in tutte le chiese cattoliche e delle altre confessioni religiose della Città alla partecipata fiaccolata promossa il giorno dopo la vostra uccisione; dalle iniziative messe in atto dal nostro Sindaco con il lutto cittadino e la commemorazione in Consiglio comunale alla decisione dell’Amministrazione regionale di assegnare un concreto aiuto alle vostre famiglie; dagli attestati di affetto di tantissimi cittadini con l’omaggio di fiori deposti davanti alla facciata del palazzo della Questura ai disegni dei bambini.

In molti di quei disegni, proprio i bambini, con la loro spontanea e innocente intuitività, vi hanno descritto come i nostri angeli. Sono certo che, dopo questo atto di addio, Trieste continuerà a ricordarvi come i suoi angeli e, con lungimiranza umana e civile, vi ha già dedicato un segno a perpetua memoria del vostro sacrificio, che resti come un monito soprattutto per le giovani generazioni, che da voi sono chiamate ad imparare una fondamentale lezione di vita.

Questa: a costruire sono gli uomini e le donne pronti al servizio e al dono di sé, mentre a distruggere sono quelli che coltivano la violenza, l’odio e il proprio egoistico interesse”.

Ha quindi ricordato l’incontro con le loro madri, che hanno ribadito la loro fede: “Loro, con le lacrime agli occhi come la Mater dolorosa ai piedi del Figlio crocifisso, dopo avermi ringraziato, mi hanno detto: ‘Noi abbiamo tanta fede’. Questa singolare confessione delle vostre mamme mi ha molto colpito ed è stata per me come una testimonianza vivissima che mi ha fatto capire che il buio tenebroso della vostra morte che aveva avvolto tutti e tutto era stato squarciato dalla luce, pur tenue e tenera, di una stella, la stella della fede”.

Il vescovo ha ricordato che la fede consola: “La stella della fede che non lascia soli e abbandonati perché intreccia le nostre mani doloranti a quelle del Dio Crocifisso; la stella della fede che consola e sostiene perché insegna che con Dio possiamo vincere il male che degrada e uccide la vita; la stella della fede che aiuta ad andare avanti nonostante tutto perché, nel mistero della comunione dei santi, ci permette di restare uniti ai nostri cari, sapendoli in compagnia del Signore e finalmente nella pace; la stella della fede che ammonisce che senza la luce del Dio che ama e perdona, che orienta e salva, la vita sulla terra rischia il peggiore degli inferni”.

Ed ha concluso l’omelia ha ricordato alla città un loro video amatoriale sul loro ‘servizio’ al lavoro: “Mentre meditavo sulla stella della fede che ha illuminato anche il vostro percorso di vita, mi è venuto spontaneo andare con la mente ad un video amatoriale che avevo visionato, prodotto durante una notte mentre stavate facendo il vostro lavoro, dove, con la gioiosa maturità dei vostri trent’anni, invitavate i cittadini di Trieste a dormire tranquilli, perché a vigilare sulla loro sicurezza c’eravate voi che vi definite figli delle stelle. Cari Matteo e Pierluigi, anche dopo questo addio, per Trieste voi resterete i luminosi figli delle stelle. Trieste vi dice grazie, mentre affida alla materna protezione della Madonna, Stella del mattino, le vostre anime e i vostri cari”.

Al termine della celebrazione funebre il questore di Trieste, Giuseppe Petronzi, ha ricordato i due agenti: “Matteo e Pierluigi si erano già distinti per la loro capacità di arrivare un attimo prima, come pochi giorni fa, quando avevano salvato un giovane che stava per togliersi la vita.

La forte partecipazione che abbiamo registrato in questi giorni è un attestato di apprezzamento per il nostro servizio… Saluto la Volante 2 alla sua ultima uscita, con le parole che amavano usare loro: ‘Dormite sonni tranquilli, qui ci siamo noi’. Siamo vicini alle famiglie e il pensiero va a questi ragazzi la cui vita è stata spezzata in maniera improvvisa e assurda”.

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