Per una Chiesa missionaria

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A Roma si sono conclusi i lavori del Consiglio permanente della Cei, dedicati al confronto sugli Orientamenti pastorali del prossimo quinquennio e sulla ripresa, in tale prospettiva, dei contenuti e delle modalità per una nuova presenza missionaria. Dopo una riflessione sul tentativo di introdurre nell’ordinamento italiano la liceità di pratiche eutanasiche, i lavori si sono concentrati sulla condivisione dei contenuti e delle modalità degli Orientamenti pastorali del prossimo quinquennio:

“La loro articolazione ruota attorno a tre cerchi concentrici dell’incontro tra il Vangelo e gli uomini di oggi: la gioia del Vangelo disegna la presenza e la missione umile e gratuita della comunità cristiana; la fraternità ecclesiale, che è comunione e corresponsabilità che abbracciano l’intero popolo di Dio, chiamato a camminare insieme nella storia secondo una sinodalità che si rivela come modalità di relazione con tutti”.

Tra i tratti qualificanti dell’impegno missionario, i vescovi hanno sottolineato la centralità della Parola, il discernimento dei segni dei tempi, la fraternità, la scelta preferenziale dei poveri, la pratica del dialogo. Inoltre è stato offerto un aggiornamento circa i contenuti, la preparazione e l’organizzazione dell’evento ‘Mediterraneo frontiera di pace. Incontro di riflessione e spiritualità (Bari, 19-23 febbraio 2020)’:

“La realizzazione dell’incontro impegna a recuperare le radici culturali che hanno innervato la storia del Mare Nostrum e dell’Europa. Ne nasce la responsabilità di uno sguardo profetico, che aiuti le Chiese a trovare le vie per rinnovare la loro missione evangelizzatrice, nonché per osare la pace e fondarla sul diritto, la giustizia sociale, la riconciliazione, la salvaguardia del creato”.

Infine sono stati presentati i Lineamenta predisposti dal Comitato Scientifico e Organizzatore in preparazione alla prossima Settimana Sociale dei Cattolici Italiani (Taranto, 4-7 febbraio 2021): “Il cammino verso Taranto 2021 propone alle comunità cinque piste di lavoro: i nodi da sciogliere, ossia l’individuazione delle principali questioni e delle sfide più urgenti; il racconto, per dar voce a persone concrete e evidenziare potenzialità e intuizioni; le buone pratiche nel campo della sostenibilità, dell’economia e della finanza; le visioni di futuro, concepite soprattutto dai giovani, dal loro sguardo e dalla loro forza creativa; una sintesi di proposte concrete, tanto sul piano personale degli stili di vita, quanto su quello delle politiche pubbliche”.

Infatti il consiglio permanente della Cei aveva aperto la sessione autunnale declinando la missionarietà nello stile della prospettiva di un’ecologia integrale, come ha sottolineato il vicepresidente anziano della Cei, il vescovo di Fiesole Mario Meini, focalizzando tre obiettivi: “Innanzitutto, la gioia del Vangelo, quella gioia che ha il suo cuore nell’incontro con il Cristo Risorto e porta a farne propri i sentimenti, disegnando una Chiesa umile, che vive la gratuità e testimonia la gioia che non delude.

Una seconda dimensione degli Orientamenti è costituita dalla fraternità ecclesiale, che è comunione e corresponsabilità che abbracciano l’intero popolo di Dio; popolo chiamato a camminare insieme nella storia, secondo una sinodalità che, mentre riforma la stessa Chiesa, si rivela come modalità di relazione con tutti gli uomini. La terza dimensione rimanda proprio al campo del mondo: campo ricco di potenzialità, che portano frutto nell’incontro con il seme del Vangelo.

E qui si aprono gli orizzonti per un contributo qualificante dei credenti nel mondo della cultura come in quello della cittadinanza, a partire dall’esperienza di una Chiesa che sul territorio è comunità di vicinato e di prossimità, luogo di crescita spirituale capace di intercettare la domanda di vita e di senso che abita nel cuore di ciascuno”.

Il nucleo centrale di questa riunione dei vescovi è stata la missionarietà: “Pensiamo, in particolare, al primato della Parola di Dio, come pure alla scelta preferenziale dei poveri, qualunque sia la natura di tale povertà; pensiamo, ancora, alla formazione dei futuri pastori e dello stesso laicato, perché assumano lo spirito del servizio umile e della disponibilità fraterna; pensiamo, infine, all’attenzione per una cultura dell’incontro e della reciprocità, a partire dall’accoglienza di quanto possono portarci i cristiani provenienti dalle Chiese dell’Est e del Sud del mondo”.

E proprio il mese missionario è al centro della riflessione: “Pensiamo, in particolare, al primato della Parola di Dio, come pure alla scelta preferenziale dei poveri, qualunque sia la natura di tale povertà; pensiamo, ancora, alla formazione dei futuri pastori e dello stesso laicato, perché assumano lo spirito del servizio umile e della disponibilità fraterna; pensiamo, infine, all’attenzione per una cultura dell’incontro e della reciprocità, a partire dall’accoglienza di quanto possono portarci i cristiani provenienti dalle Chiese dell’Est e del Sud del mondo”.

L’intervento si è concluso con un appello a perseguire il bene comune: “Chi ha responsabilità di governare dovrà far sentire agli italiani che sta veramente perseguendo il bene comune, per cui cerca la stabilità politica fondata su maggioranze chiare e su programmi solidi e condivisi. La politica, proprio come la vita individuale, ha bisogno di semplicità e di autenticità, di principi chiari e di rispetto delle regole”.

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