A Napoli si è sciolto il sangue di san Gennaro

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Come ogni anno, il 19 settembre si è ripetuto il miracolo di san Gennaro, patrono di Napoli: il sangue contenuto nelle ampolle custodite nel Duomo del capoluogo campano si è sciolto alle ore 10.04, come ha annunciato il card. Crescenzio Sepe, che ha mostrato il prodigio alle migliaia di fedeli che hanno affollato la chiesa: “Cari napoletani, vi do la bella notizia. Anche quest’anno si è ripetuto il miracolo. Questo è il simbolo del suo amore per i napoletani, per la Campania e per la Chiesa. Teniamocelo stretto stretto questo nostro amico e parente. W san Gennaro!”.

Nell’omelia il card. Sede ha sottolineato la fedeltà del popolo partenopeo al suo patrono: “Cari amici fratelli e sorelle benvenuti a tutti voi! Ringrazio tutti i presenti. Carissimi, siamo riuniti per confermare la profonda devozione al nostro santo patrono, oggi anniversario del martirio avvenuto nel 305 presso la Solfatara. Questo atto di fede che facciamo, vuole essere un inno di ringraziamento al Signore al quale esprimiamo la nostra gioia per averci dato il suo segno della benevolenza attraverso la liquefazione del sangue del nostro Martire”.

Poi ha sottolineato che questa festa esprime ‘l’anima’ della città: “La preghiera che nutre i nostri sogni e la nostra speranza allontana da noi la rassegnazione e ci insegnano a vivere bene In realtà questa festa è l’incontro con il nostro fratello maggiore, con l’amico saggio, con il quale ci si confida sui problemi e per avere da lui un consiglio e una guida.

Questo è proprio del rapporto di sangue che i napoletani hanno sempre con San Gennaro, anche nelle vicende tragiche della nostra città. A lui ci rivolgiamo, abbiamo bisogno di queste ricorrenze per fare memoria e anche per fare futuro. Impegnare le mani e il cuore per scrivere pagine nuove per la storia, stando accanto al nostro Gennaro con spirito di umiltà e fedeltà”.

Quindi un invito ai cittadini di impegnarsi per ‘progettare’ insieme la città ‘comunitaria’: “Progettare il nostro domani come comunità e capire vivendo bene il nostro presente, anche senza che nessuno ce lo chieda. Siamo chiamati uno ad uno ad esercitare le nostre responsabilità e a vivere la nostra umanità”.

A questo punto l’arcivescovo di Napoli ha chiesto se ancora esiste la città dal ‘cuore grande’: “Rispondiamo a questa domanda con verità, realismo e coraggio senza lasciarci prendere una falsa nostalgia dei tempi che furono. Purtroppo il male che fanno a Napoli è senza limiti, non c’è così possibilità di fare futuro e guardare avanti per la crescita di una comunità sempre orientata al bene comune. La violenza, questa brutta bestia, è il primo ostacolo che si oppone a questa strada. Genera paura ed insicurezza”.

E si è scagliato contro chi fomenta la violenza nel tessuto cittadino: “Alla fine Napoli vive pienamente una condizione che toglie libertà e mina le basi dei cittadini. A monte c’è un problema di uguaglianza sociale, purtroppo tanti ragazzi abbandonati a se stessi scelgono come casa comune la strada che diventa ricettacolo di pericoli e di insidie.

Qui più che altrove è terreno minato, bottega per la malavita. Si finisce per strada non per caso ma per evadere la scuola, per mancanza di lavoro e per famiglie distratte. La strada nel suo aspetto peggiore è la discarica di tutte le forme di legalità non praticata.
Si finisce per strada per diseguaglianza sociale, pesa sui deboli. Quando ai giovani si chiudono le porte del lavoro e studio è inevitabile”.

Ha terminato l’omelia chiedendo a tutta la città di ‘salvare’ i giovani, convincendoli a non abbandonare la città: “Abbiamo il dovere di prendere atto che ogni misura non adottata per contrastare il male si trasforma in una misura in suo favore. Il lavoro negato e l’istruzione mancata significano dare il via libera a tutto ciò che alimenta le organizzazioni criminali”. E l’augurio finale, molto caro ai napoletani: “Dio benedica Napoli, la Campania e che ‘a Maronna c’accumpagna!”.

In questo giorno di festa gli operai della Whirlpool si sono posizionati davanti al duomo per chiedere al Santo un ‘miracolo’, indossando una maglietta con la scritta ‘Whirlpool Napoli non molla’, insieme agli operai della American Laundry, poiché il prossimo 31 ottobre 250 lavoratori perderanno il posto di lavoro: “Dal 31 ottobre 250 persone perderanno il posto di lavoro. Intanto gli ospedali sono con l’acqua alla gola e non hanno più nemmeno le lenzuola pulite”.

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