Il card. Roger Etchegaray: uomo delle Beatitudini al servizio della Chiesa

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‘L’uomo moderno, spesso deluso o tradito dalle sue stesse opere, si aspetta molto dalla Chiesa, più di quanto non riconosca’: in questa frase può essere racchiuso il percorso al servizio della Chiesa del card. Roger Etchegaray, morto il 4 settembre all’età di 96 anni, i cui funerali sono stati celebrati lunedì 9 settembre nella cattedrale di Bayonne dal card. Dominique Mamberti, prefetto del Supremo tribunale della Segnatura apostolica, che lo ha definito ‘uomo delle Beatitudini’.

Papa Francesco nel telegramma ha ricordato la sua attenzione ai bisogni dei poveri: “Conservo un ricordo commosso di quest’uomo la cui fede profonda e il cui sguardo si è rivolto alle periferie della terra sempre allerta quando si trattava di annunciare il Vangelo agli uomini di oggi”.

Dopo essere entrato in seminario ha raggiunto la Pontificia Università Gregoriana di Roma, ottenendo la Licenza in Teologia ed il dottorato in Diritto Canonico. Ordinato presbitero nel 1947 è stato incardinato nella diocesi di Bayonne. Papa Paolo VI lo elegge nel 1969 Vescovo titolare di Gemelle di Numidia e Ausiliare per l’Arcidiocesi di Parigi. Il 22 dicembre 1970 è promosso Arcivescovo di Marsiglia.

Nel 1975 è eletto Presidente della conferenza episcopale francese. Papa Giovanni Paolo II nel 1979 lo crea cardinale di Santa Romana Chiesa con il titolo presbiterale di san Leone. L’8 aprile 1984 Papa Giovanni Paolo II lo sceglie quale Presidente del Pontificio Consiglio della Giustizia e della Pace e Presidente del Pontificio Consiglio Cor Unum, mantiene questo secondo incarico fino al 1995. Nel 1994 è stato nominato Presidente del Comitato Centrale del Grande Giubileo dell’Anno 2000.

E’ stato ‘ambasciatore’ di san Giovanni Paolo II in delicate missioni diplomatiche: nel 2003 lavorò per conto del papa per evitare lo scoppio della Seconda Guerra del Golfo.

Il card. Mamberti, nell’omelia, ha ricordato le sue qualità: “Uomo d’azione, pastore attento alle persone incontrate nelle sue missioni, egli ha acquisito un cuore universale, all’ascolto dei piccoli, di quelli che soffrono, di quelli che lottano per la giustizia e provano a ridare dignità ai più emarginati delle nostre società”. Inviato da papa Giovanni Paolo II laddove la pace era minacciata e la dignità dell’uomo calpestata, il porporato ha aperto strade nuove per la missione della Chiesa”, in particolare con l’organizzazione dell’incontro di Assisi nel 1986.

Quindi un particolare ricordo da parte della Comunità di Sant’Egidio, continuatrice degli incontri interreligiosi: “Con lui scompare un vescovo che ha interpretato al meglio il pontificato di Giovanni Paolo II, particolarmente negli scenari più complessi del mondo. Etchegaray ha servito il Vangelo e la Chiesa, animato da passione per l’incontro, il dialogo e la pace. La Comunità lo ricorda con gratitudine per la collaborazione e il sostegno alle iniziative di dialogo e in particolare agli incontri interreligiosi nello ‘spirito di Assisi’, di cui fu all’inizio, nell’ottobre 1986, il principale organizzatore”.

Ed in occasione della celebrazione dei funerali, il Dicastero per il servizio dello sviluppo umano integrale ha tracciato il ricordo di Etchegaray a firma del cardinale prefetto, card. Peter Kodwo Appiah Turkson: “Un ulteriore ricordo duraturo del cardinale Etchegaray lo si trova in un altro luogo nevralgico del Dicastero, la grande sala delle riunioni intitolata proprio a lui. Questo, per indicare quanto la sua presidenza abbia marcato la vita del Pontificio consiglio della giustizia e della pace.

In quella sala, oggi dotata delle più moderne tecnologie, si svolsero, oltre a non poche assemblee plenarie, numerosi incontri di studio e di approfondimento della dottrina sociale della Chiesa, compito principale assegnato, nel 1988, dalla costituzione apostolica ‘Pastor bonus’, all’allora Pontificia commissione Iustitia et Pax, della quale fu mutato anche il nome”.

E fra tutti gli episodi il card. Turkson ha ricordato il suo viaggio in Vietnam: “Uno dei racconti che maggiormente impressionò i suoi collaboratori, benché non ne abbia mai svelato i dettagli, fu la missione compiuta in Vietnam nel 1989. Il venerabile cardinale Van Thuân, che fu il suo successore alla presidenza del Pontificio consiglio della giustizia e della pace, era stato liberato dal governo solo qualche mese prima, dopo 13 anni di prigionia, rimanendo nel suo Paese, senza poter esercitare il suo ministero di vescovo di Saigon (Ho Chi Minh Ville), fino al momento in cui ne fu espulso nel 1991.

I ricordi di questi viaggi e missioni, insieme a quelli di molte altre circostanze della sua vita, sono stati raccolti dal cardinale Etchegaray, facendo uso degli appunti meticolosi che prendeva dei suoi spostamenti ma anche delle sue giornate ordinarie, in un libro (‘Ho sentito battere il cuore del mondo’) che è ben più di un libro di ricordi: è quasi un libro di storia della presenza della Chiesa sulla scena mondiale di almeno tre decenni”.

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