Nel Festino di san Vito mons. Mogavero invita a riconciliarsi con il Mediterraneo

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Con la tradizionale processione in mare del simulacro d’argento di san Vito e il lancio della corona di alloro nelle acque per onorare le vittime del mare, si è concluso a Mazara del Vallo (Trapani) il Festino per il Santo Patrono, come ha affermato mons. Domenico Mogavero nel discorso sulla banchina di piazza G.B. Quinci, al rientro del peschereccio ‘Maria Grazia’, che ha trasportato il simulacro in mare: “La processione e la benedizione delle acque e di quanti nel mare operano, ha inteso riparare i misfatti omicidi di questi anni e riconciliare tutti noi con il Mediterraneo… Il Mediterraneo è mare dell’uomo di ogni uomo, mare di incontro, di accoglienza, di dialogo, di pace, culla dell’umanesimo solidale”.

Inoltre mons. Mogavero ha chiesto a san Vito di “accompagnare la città nella riscoperta della sua vocazione di porto sicuro e di città faro del Mediterraneo, porta aperta e accogliente verso quanti attendono risposte umane e degne alle loro domande di futuro e di speranza”. Il simulacro d’argento del Santo, dopo la processione per le vie di Mazara del Vallo, è stato ricollocato in una nicchia della chiesa di san Michele, annessa al monastero delle monache di clausura. Prima di chiusura del Festino mons. Mogavero ha lasciato un messaggio alla città, tracciando una breve biografia del martire mazarese patrono della città e della diocesi:

“Il Santo conobbe bene le incognite e le speranze che il mare, questo mare Mediterraneo, custodisce nel suo grembo. Al mare affidò il suo futuro, quando fuggì dal ‘padre padrone’ per scegliere di essere definitivamente discepolo del Signore Gesù. Certamente nessuno gli garantiva in partenza che avrebbe trovato un approdo sicuro e di garanzia”.

Ha ricordato anche le persecuzioni subite sotto l’imperatore romano, che doveva garantire la libertà: “E quel che sorprende maggiormente è il fatto che le violenze e il patibolo furono la immemore e ingrata risposta al bene che egli aveva arrecato alla figlia dell’imperatore Diocleziano.

Il giovane esule mazarese, però, non ha finito di patire; egli continua a tribolare ed a essere perseguitato nei tanti migranti che vedono nel nostro mare l’ultimo baluardo di libertà, contando sulla civiltà dei diritti umani di cui l’Occidente è stato codificatore e garante; almeno fino a quando una nuova barbarie non si è abbattuta su questi lidi, dichiarati chiusi e inaccessibili da decisioni disumane, provvidenzialmente sconfessate da organi istituzionali di controllo, proprio la vigilia della festa dell’Assunzione della Beata Vergine Maria”.

Quindi la processione dell’effigie del Santo è un momento di riconciliazione con il mare antistante la città: “La processione in mare del simulacro di san Vito e la benedizione delle acque e di quanti nel mare operano, ha inteso riparare i misfatti omicidi di questi anni e riconciliare tutti noi con il Mediterraneo, mare dell’uomo di ogni uomo, mare di incontro, mare di accoglienza, mare di dialogo, mare di pace, culla dell’umanesimo solidale”.

Ed ha invitato i cittadini ad avere lo sguardo del patrono: “Rientrando dalla processione in mare il nostro Santo ci invita a guardare la nostra Città con i suoi occhi e con il suo cuore. Egli, giovane di poche parole, non dà sicuramente un giudizio positivo alle tante parole pesanti, aggressive, irriguardose e malevole che tentano inutilmente di nascondere il vuoto del cuore e dell’intelligenza.

La nostra Città ha bisogno di progettualità propositive, di teste pensanti, di operosità fattive, di ancoraggio ai valori radicati nella nostra visione della persona e del mondo, senza diventare subalterni di matrici filosofiche paganeggianti e di modelli esistenziali, superficialmente religiosi, che ci sono estranei per origini e che sono incompatibili con la nostra cultura umanistica, permeata da radici cristiane”.

Infine ha invitato i cittadini a testimoniare la vocazione della città: “Il momento assai problematico e complesso che sta vivendo il nostro Paese ci impone di non appiattirci sugli slogan di facile impatto, ma di mantenere una forte autonomia di giudizio e di avere il coraggio di testimoniare da che parte stiamo, assumendosi ognuno le proprie responsabilità affinché l’Italia non sprofondi in un baratro morale, prima che economico.

E la corretta invocazione e intercessione dei Santi Patroni e della TuttaSanta Madre di Dio non potranno che dare efficacia agli sforzi, alle fatiche e alle speranze delle donne e degli uomini di buona volontà. Al nostro san Vito chiediamo, perciò, di vegliare su questa sua Città e di custodirla, accompagnandola nella riscoperta della sua vocazione di porto sicuro e di città faro nel Mediterraneo, porta aperta ed accogliente verso quanti attendono risposte umane e degne alle loro domande di futuro e di speranza.

Siamo certi che egli si farà potente intercessore presso Dio affinché tutte le forze sane della nostra gente collaborino per una rinascita culturale, sociale e laicamente rispettosa dei valori religiosi, finalizzata alla realizzazione del bene comune e del progresso sociale di tutti”.

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