Si può essere ‘sicuri’ che il proprio matrimonio non finirà? Se l’amore può morire e risorgere

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L’indissolubilità del matrimonio, spesso, è considerata un’utopia: sarebbe bello stare insieme per sempre, come nei grandi film d’amore, come nelle fiabe. Ma poi, ‘la vita è un’altra cosa’. Ci si può provare, certo… Ma si può mettere la firma sull’eternità del nostro amore? Per molti è un azzardo, una bella illusione, riservata a pochi ingenui. E allora ci si sceglie, ci si sposa, innamorati e felici, con le migliori intenzioni, con l’augurio e la speranza che ‘duri per sempre’, ma raramente con la ‘certezza’ che sarà proprio così.

Sono sposata con Marco da 3 anni e stiamo insieme da 7 anni. Non posso vantare una ‘lunghissima relazione’. Abbiamo affrontato molte cose insieme (un lutto famigliare importante, l’arrivo di due bambini, scelte di vita ed economiche determinanti, crisi e sofferenze personali di vario genere), ma di certo la vita può riservarci altre sorprese e altri problemi. Gioie, ma anche forti dispiaceri. Sappiamo già che arriveranno nuovi periodi duri, di tensione, di crisi, in cui la tentazione di dividerci invece di stringerci sarà forte.

Ma sappiamo anche che non ci mancherà la Grazia di uscirne più forti di prima. Questa certezza non viene ‘da noi’, ma dallo Spirito Santo, che ci ha uniti nel giorno del nostro matrimonio. Io e Marco non abbiamo ancora l’esperienza e la credibilità di due coniugi giunti alle nozze d’oro. E probabilmente siamo visti da tanti come gli ‘sposi novelli’, ancora troppo giovani per rassegnarsi alla possibilità che ‘anche i rapporti più belli possono finire’.

Sono giovane, sì. Ho 27 anni. Eppure, che i rapporti possono logorarsi, imbruttirsi, rovinarsi, sporcarsi lo so benissimo. Lo vedo e, ahimè, nel mio giovane legame sponsale l’ho già sperimentato. Da cristiana, so che l’uomo e la donna, seppur portati a desiderare un amore puro ed eterno, sono segnati anche dal male, dal peccato, e quindi fragili, capaci di ferirsi. Capaci di condursi all’esasperazione. L’uomo e la donna possono toccare alte vette di bontà, persino di santità, ma anche cadere nella melma del loro egoismo e cedere alla tentazione della ripicca, della prevaricazione, dell’indifferenza.

Oppure, semplicemente, possono smarrirsi, dimenticarsi chi sono o perché hanno deciso di intraprendere un cammino insieme. Possono ‘stancarsi’ di vivere l’uno affianco all’altra. Insomma, l’amore può morire. Ma la morte, per un cristiano, non ha mai l’ultima parola. Mi capita spesso di sentir dire da persone sposate in Chiesa: ‘Se dovessimo lasciarci’, ‘Se dovesse finire tra di noi’: personalmente, considero queste espressioni più appropriate sulla bocca di chi non ha ancora ‘scelto qualcuno per la vita’.

Due coniugi cristiani, al contrario, ormai hanno deciso, o meglio giurato, di appartenersi e accudirsi qualunque cosa accada per il resto della loro vita. Due sposi cristiani si riconoscono uniti indissolubilmente, in una sola Carne. Io e Marco siamo solo alle prime armi, è vero, ma ascoltando persone più grandi e sagge di noi, abbiamo capito che si può davvero credere nella potenza di una fedeltà senza limitazioni, che è possibile puntare all’eternità. Saremo giovani, sì, ma consapevoli che non ci si ama per sempre se si è ‘fortunati’, bensì se si è disposti a ricominciare insieme, ogni volta che il rapporto si logora.

Un primo passo – per nulla scontato! – può essere lasciare che le parole ‘scusa’ e ‘ti perdono’ diventino parole d’ordine in casa. Perchè nessuno è esente da errori e nessuno può pensare di portare avanti un matrimonio se non ha messo in conto di dover perdonare almeno ‘settanta volte sette’. Certo, ne vediamo di situazioni drammatiche intorno a noi, di crisi matrimoniali talmente grandi e profonde, da risultare umanamente insanabili.

Non siamo ingenui e sappiamo che in alcuni casi ‘andare avanti insieme’ può sembrare un’impresa quasi irrealizzabile con le sole forze umane. Nonostante i brutti momenti non siano mancati, non sappiamo cosa significhi trovarsi in una relazione così distrutta da essere sull’orlo del divorzio. E non ho la presunzione di dire che a me non potrà mai capitare.

L’unica cosa di cui sono certa è che sapremmo da chi andare se capitasse. Perché già ora ci andiamo, quando il nostro cuore si indurisce e i sentimenti appassiscono. Ogni volta che da soli non ce la facciamo, andiamo da Gesù. La chiesa, il tabernacolo, il rosario sono le cure più efficaci per le nostre ferite.

La nostra famiglia si costruisce giorno per giorno attorno alla preghiera, ai sacramenti, alla Messa. E’ Gesù il nostro segreto… Abbiamo molta fiducia nell’alleanza tra l’Uomo e la Donna, ma proprio perché il nostro amore può morire, abbiamo scelto di consegnarlo a Qualcuno che dalla morte risorge. Così, il 16 luglio di 3 anni fa, il nostro matrimonio lo abbiamo consegnato a Qualcuno che di amore se ne intende più di noi. Più di chiunque altro. Ci siamo fidati di Gesù, più che di noi stessi, consapevoli che da soli sarebbe stato molto più difficile.

Non vogliamo dare lezioni di vita a nessuno, ma solo testimoniare che esiste un Dio-Amore, che vuole solo essere cercato, coinvolto. ‘Dio, guardaci. Siamo fragili. Ma vogliamo amarci ogni giorno della nostra vita. Aiutaci tu’. Sarebbe bello se ogni giorno, gli sposi che hanno giurato di amarsi davanti ad un altare ribadissero di avere fiducia in un amore più grande del loro. Quando mi dicono: ‘Io voglio stare con lui/lei tutta la vita. Ma l’amore è così imprevedibile…’, oppure: ‘Chi può conoscere il futuro? Tutto può succedere…’, ciò che penso è: ‘Certo, tutto può succedere, ma Dio è onnipotente, creativo, pronto a soccorrervi’.

Ed allora, se doveste trovarvi in un problema più grande di voi, non abbiate paura di riconoscervi piccoli davanti a Lui e di coinvolgerlo. Qualunque sia la crisi che state attraversando, presentategliela. E se l’altro non volesse affidarsi a Dio, cominciate voi a farlo per entrambi. Mettete ogni piccolo o grande dramma nelle mani del Signore, perché con Lui anche i deserti più aridi possono trasformarsi in giardini.

A volte le amiche mi dicono: ‘Come fai a essere sicura che starete insieme per sempre? Forse tu ti fidi un po’ troppo di Marco…’. ‘No, non mi fido troppo di Marco e neppure di me – rispondo – Semmai, io mi fido troppo di Dio… Mi sono sposata in Chiesa perché ci credo: perché so che il mio amore non è eterno e inesauribile. Il Suo, però, sì’.

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