Papa Francesco agli scout: siate costruttori dell’Europa

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Dopo il riposo estivo papa Francesco ha incontrato nell’aula Paolo VI 5000 giovani provenienti da 20 nazioni che dal 27 luglio al 3 agosto hanno attraversato le regioni centrali d’Italia, Umbria, Toscana, Lazio e Abruzzo grazie al progetto di Euromoot 2019, un raduno scout internazionale per ragazzi e ragazze dai 16 ai 21 anni.

Le tappe finali del pellegrinaggio ‘Parate Viam Domini’ sono state l’udienza con papa Francesco e la messa conclusiva con il card. Angelo Bagnasco. Papa Francesco ha detto, che nonostante la stanchezza del pellegrinaggio, hanno una nuova idea di libertà: “Avete fatto tanta strada. Siete un po’ stanchi, sicuramente. Di una cosa sono sicuro: che dentro vi sentite più liberi di prima.

Sono sicuro di questo. E che cosa ci dice questo? Che la libertà si conquista in cammino, non si compra al supermercato. Si conquista in cammino. La libertà non arriva stando chiusi in stanza col telefonino e nemmeno sballandosi un po’ per evadere dalla realtà. No, la libertà arriva in cammino, passo dopo passo, insieme agli altri, mai soli”.

Eppoi ha ricordato il significato delle tappe sulle orme dei santi: “Nel vostro cammino avete avuto cinque tappe, cinque incontri con grandi santi che in epoche diverse hanno percorso l’Europa: Paolo di Tarso, Benedetto da Norcia, Cirillo e Metodio, Francesco di Assisi, Caterina da Siena.

Questa gente, questi santi, che cosa hanno avuto in comune? Non hanno atteso qualcosa dalla vita o dagli altri, ma si sono fidati di Dio e hanno rischiato, si sono messi in gioco, in cammino per realizzare dei sogni così grandi che dopo secoli hanno fatto bene anche a noi, a voi, a tutti. Hanno dato la vita, non l’hanno tenuta per sé.

Allora, dopo questi cinque incontri, vorrei lasciarvi cinque parole”. Ed ha ricordato l’essenza del Vangelo in cinque parole, ‘date e vi sarà dato’: “Prima di tutto date. Oggi si pensa subito ad avere. Tanti vivono col solo scopo di possedere quel che piace. Ma non sono mai soddisfatti, perché quando hai una cosa ne vuoi un’altra e poi un’altra ancora e avanti così, senza fine.

Non c’è la sazietà dell’avere. L’avere di più provoca più fame, più voglia di avere, senza trovare quello che fa bene al cuore. Il cuore si allena non con l’avere, ma col dono. L’avere ingrossa il cuore, lo fa pesante, lo fa mondano. Il dono lo fa leggero. E’ un allenamento di tutti i giorni”.

Invitandoli alla lettura dell’esortazione post sinodale ‘Christus vivit’ li ha esortati a non diventare una ‘fotocopia’, come affermava Carlo Acutis: “C’è anche un’altra cosa nella voglia di avere: l’alienazione. Tu perdi la tua originalità e diventerai una fotocopia. Ma Dio ha creato ognuno originale, con il nome proprio. Non facciamo della nostra originalità (come diceva quel ragazzo sedicenne Carlo Acutis) una fotocopia. Quanti giovani oggi, è triste, sono una fotocopia, hanno perso l’originalità e copiano l’identità di qualsiasi altra originalità”.

Li ha esortati a fidarsi di Dio nel raggiungimento della felicità: “Fidati di Gesù. Egli, dopo aver detto date, aggiunge: e vi sarà dato. Dio è Padre e vi darà più di quello che immaginate. Dio non lascia a mani vuote. Quando sembra che ti tolga qualcosa, è solo per fare spazio e darti di più e meglio, per farti avanzare nel cammino.

Ti libera delle false promesse dei consumi per farti libero dentro. Gesù ti rende felice dentro, non fuori. Gesù non ti fa il maquillage, no: ti fa la realtà dentro, ti fa bello da dentro, ti fa bella da dentro! Non da fuori. Ti dà quello che nessuna cosa ti può dare; perché l’ultimo smartphone, la macchina più veloce o il vestito alla moda, oltre a non bastare mai, non ti daranno mai la gioia di sentirti amato e anche la gioia di amare. E’ questa la vera gioia: sentirti amato e amare”.

Ha quindi ricordato che ognuno deve assumersi le responsabilità: “Nessuno può dare quello che io, unico, posso dare. Nessuno al mondo può dare quello sei chiamato a dare tu! Ciascuno di voi è unico e prezioso agli occhi di Dio. Per la Chiesa siete preziosi, per me siete preziosi. Vorrei dirlo a ciascuno di voi: per me tu sei prezioso. Per Dio tu sei prezioso… Questo è il dono. Anche nei riguardi degli altri vale l’invito di Gesù: date e vi sarà dato.

Mi piace pensare a quella che in gergo scout chiamate ‘Partenza’, cioè al momento in cui scegliete di fare del servizio il vostro stile di vita. Aprirsi all’altro, vivere per fare bene all’altro, vivere la fratellanza scout: se vivete così, vi sarà dato. Sì, perché se costruite ponti verso gli altri vedrete gli altri percorrere quei ponti verso di voi”.

Ed ha chiesto anche di porre attenzione al creato: “Date e vi sarà dato vale anche nei confronti del creato. Se continuiamo a sfruttarlo, ci darà una lezione terribile. La stiamo già vedendo. Se ce ne prendiamo cura, avremo una casa anche domani. Nel vostro cammino vi siete immersi nella natura. Bello! Avete notato che il creato non ha frontiere? Il creato non ha frontiere: è di tutti e per tutti.

Le piante, i boschi, gli animali crescono senza confini, senza dogane. Il creato è un libro aperto che ci dà un insegnamento prezioso: siamo al mondo per incontrare gli altri, per creare comunione, perché siamo tutti collegati. Il creato è fatto per collegarci con Dio e tra di noi, è il social di Dio”.

Nella conclusione papa Francesco li ha invitati ad amare l’Europa, partendo dal loro simbolo: “Anche l’amore per l’Europa, che vi accomuna, non richiede solo osservatori attenti, ma costruttori attivi: costruttori di società riconciliate e integrate, che diano vita a un’Europa rinnovata; non protettrice di spazi, ma generatrice di incontri. L’Europa ha bisogno di incontrarsi. Voi, rover e scolte di tutta Europa avete questo compito storico.

Con il vostro cammino e i vostri sogni state già forgiando lo spirito europeo. Il distintivo di tutti gli scouts è un giglio. E’ il simbolo che indica il nord sulle bussole e sulle antiche carte nautiche. Ricorda che lo scoutismo vuole formare uomini e donne che aprono strade verso l’Alto e mantengono la rotta giusta, quella del bene. Non dimenticatevi: date, sempre così, in avanti; non con la voglia di possedere che porta sempre indietro”.

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