Il papa ai cappellani marittimi concede le licenze dei Missionari della Misericordia

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A Roma si è svolto l’incontro dei cappellani e dei volontari dell’apostolato del mare, ‘Stella Maris’, ricevuti da papa Francesco, che ha chiesto di aiutare chi solca per lavoro mari e oceani del mondo a ritrovare la speranza di un futuro migliore e a non arrendersi ad una vita precaria segnata a volte dallo sfruttamento.

Nata nel porto di Glasgow, ‘Stella Maris’ il prossimo anno celebra il centenario con il Congresso Mondiale nella città scozzese, in quanto fu approvata da papa Pio XI che desiderò che l’Apostolato del Mare estendesse la sua missione agli oceani e ai mari di tutti i Continenti. Oggi cappellani e volontari offrono assistenza in quasi 300 porti di 55 Paesi.

Durante l’incontro il papa ha sottolineato il valore dell’economia marittima: “Con oltre il 90% del commercio mondiale trasportato da navi di tutti tipi, la dipendenza della nostra società dall’industria marittima è indiscutibile. Senza i marittimi, l’economia globale si fermerebbe; e senza i pescatori molte parti del mondo soffrirebbero la fame. Vorrei far giungere la mia stima e il mio incoraggiamento ai marittimi e pescatori che voi incontrate, molti dei quali lavorano, per lunghi periodi, a migliaia di chilometri di distanza dal loro Paese e dalle loro famiglie”.

Ed anche le difficoltà di chi opera nel settore: “La vita da marittimo o da pescatore è segnata non solo dall’isolamento e dalla lontananza. A volte è anche ferita da esperienze vergognose di abusi e ingiustizie; dalle insidie dei trafficanti di persone umane; dai ricatti del lavoro forzato. Altre volte non ricevono il salario loro dovuto o vengono abbandonati in porti lontani. Oltre ai pericoli della natura, tempeste e uragani, devono affrontare quelli degli uomini, quali la pirateria o gli attacchi terroristici. Solcano gli oceani e i mari del mondo, approdando in porti dove non sempre sono ben accolti”.

In questo contesto è chiamato ad operare il cappellano: “Come cappellani e volontari di Stella Maris, vi è stata affidata la missione di essere presenti per portare la Buona Novella del Signore, nel composito e multiforme mondo marittimo. Le vostre visite giornaliere alle navi vi permettono di incontrare la gente del mare nella loro realtà concreta, a volte serena, a volte inquieta, a volte angosciante.

Allora, con compassione e discrezione, date loro la possibilità di aprire il cuore, e questa è la prima cosa, molto preziosa, soprattutto per persone che hanno ben poche occasioni di farlo. Il vostro servizio ai marinai e ai pescatori è anzitutto quello di ascoltarli, ascoltare le loro preoccupazioni materiali e spirituali”.

Ed un invito all’azione verso chi subisce ingiustizie: “L’ascolto poi porta all’azione. Incoraggio quindi voi e tutti i cappellani e volontari di Stella Maris a raddoppiare gli sforzi per affrontare questioni che sono troppo spesso il risultato dell’avidità umana.
Penso alla tratta di esseri umani, al lavoro forzato e alla violazione di diritti umani e del lavoro di tanti uomini e donne che vivono e lavorano nei mari. Col vostro servizio potete contribuire a ridare a queste persone il senso della loro dignità”.

Quindi il cappellano è chiamato ad infondere speranza: “Anche grazie a voi le persone più vulnerabili possono ritrovare la speranza di un futuro migliore. Il vostro impegno può aiutarle a non arrendersi di fronte a una vita precaria e a volte segnata dallo sfruttamento. La vostra presenza nei porti, piccoli e grandi, già di per sé dovrebbe essere un richiamo alla paternità di Dio e al fatto che davanti a Lui siamo tutti figli e fratelli; un richiamo al valore primario della persona umana prima e al di sopra di ogni interesse; e uno stimolo a tutti, a partire dai più poveri, a impegnarsi per la giustizia e il rispetto dei diritti fondamentali”.

Infine il papa ha sottolineato il tratto della misericordia che i cappellani devono avere e concesso a quelli che si occupano dell’Apostolato del Mare le stesse licenze dei Missionari della Misericordia: “Tanti marinai si accosteranno o arriveranno dai cappellani, dai sacerdoti, con problemi di coscienza che li fanno soffrire tanto, e che mai hanno avuto la possibilità di tirare fuori, in quelle circostanze, lontano da casa, lontano dalla patria, e in quelle situazioni che abbiamo descritto.

Forse un dialogo con il cappellano apre orizzonti di speranza. Io vorrei dirvi: siate misericordiosi. E per favorire questa misericordia, io concedo a tutti i cappellani dei marinai le stesse facoltà che ho dato ai Missionari della Misericordia. Così, potrete aiutare a fare pace in tanti cuori”.

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