Papa Francesco invita i missionari nelle periferie

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Papa Francesco ha incontrato i delegati i membri della Società delle Missioni Africane, che partecipano all’Assemblea Generale, ricordando p. Pierluigi Maccalli, il missionario rapito il 17 settembre in Niger dello scorso anno. Fondata nel XIX secolo, la Società Missionaria Africana ha come fine l’evangelizzazione dell’Africa.

Al capitolo generale di Roma hanno partecipato 450 missionari ed i delegati delle nuove missioni in Asia e America Latina sul tema ‘Una famiglia fedele al suo carisma missionario nel contesto complesso e mutevole di oggi’.

Nel saluto iniziale il papa ha ringraziato i missionari per il ‘lavoro’ che svolgono in Africa: “Questo incontro mi permette di ringraziare il Signore per il grande lavoro di evangelizzazione che voi portate avanti in Africa, specialmente tra le popolazioni rurali più lontane, là dove la comunità cristiana è ancora fragile, oppure inesistente. Mi rallegro anche della vostra volontà di sviluppare nuove forme di presenza presso popolazioni di origine africana in altre parti del mondo, con un’attenzione particolare ai migranti”.

Ed ha ricordato i missionari, soprattutto p. Maccalli, che hanno esposto la propria vita per annunciare il Vangelo, citando l’esortazione ‘Evangelii Gaudium’: “Questi nuovi orizzonti pastorali sono il segno della vitalità dello Spirito Santo che abita in voi e che vi spinge a rispondere alle ‘sfide sempre nuove della missione evangelizzatrice della Chiesa’ per ‘raggiungere tutte le periferie che hanno bisogno della luce del Vangelo’.

Vi ringrazio per lo zelo missionario, impregnato di coraggio, che vi porta ad uscire per offrire a tutti la vita di Gesù Cristo, a volte mettendo a rischio la vostra, sulle orme dei vostri padri fondatori, il Servo di Dio Melchior de Marion Brésillac e il padre Augustin Planque. Vorrei, a tale proposito, associarmi alla vostra preghiera per il vostro confratello padre Pierluigi Maccalli, rapito da parecchi mesi in Niger, e assicurare la sollecitudine e l’attenzione della Santa Sede riguardo a questa preoccupante situazione”.

Si è poi soffermato sul tema del capitolo dell’assemblea: “Questo carattere familiare è certamente una ricchezza che fate bene a sottolineare e a sviluppare. L’evangelizzazione, in effetti, è sempre fatta da una comunità che agisce ‘mediante opere e gesti nella vita quotidiana degli altri, accorcia le distanze, si abbassa fino all’umiliazione se è necessario, e assume la vita umana, toccando la carne sofferente di Cristo nel popolo’.

Vi incoraggio anche a perseverare nel vostro impegno, in stretta collaborazione con i membri di altre religioni e istituzioni, al servizio dei bambini e delle persone più fragili, vittime delle guerre, delle malattie, del traffico di esseri umani. Perché la scelta per gli ultimi, per quelli che la società rifiuta e mette da parte è un segno che manifesta concretamente la presenza e la sollecitudine di Cristo misericordioso. Così, spinti dallo Spirito, potete essere servitori di una cultura del dialogo e dell’incontro, che si prende cura dei piccoli e dei poveri, per contribuire all’avvento di una vera fraternità umana”.

E li ha invitati alla fedeltà del carisma della congregazione: “Fedeli alle vostre radici, siete chiamati, come famiglia e in quanto famiglia, a testimoniare Cristo risorto mediante l’amore che vi unisce gli uni agli altri, e con la gioia irradiante di un’autentica vita fraterna.

Vi invito dunque a ricercare costantemente, nell’ascolto della Parola di Dio, nella vita sacramentale e nel servizio dei fratelli, i mezzi per rinnovare, in ciascuno di voi, l’incontro personale con Cristo. Infatti, la prima motivazione per evangelizzare è l’amore di Gesù che abbiamo ricevuto, l’esperienza di essere salvati da Lui che ci spinge ad amarlo sempre di più”.

Inoltre in questi giorni si stanno facendo veglie per la liberazione del missionario con una preghiera scritta da lui: “Dio nostro Padre, tu ci chiami alla libertà, il tuo Figlio Gesù si è sottomesso alla sofferenza per togliere il peccato del mondo, accorda al tuo servitore Pierluigi, detenuto in prigione, la libertà che tu hai voluto dare a tutti i tuoi figli. Dona al nostro tempo la grazia della pace, te lo chiediamo per Gesù Cristo nostro Salvatore e nostro Signore. Nostra Signora del perpetuo Soccorso, soccorrici. San Michele Arcangelo, proteggici”.

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