Festival del volontariato: ‘siamo quelli che ricuciono, ma pretendiamo rispetto’

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La piazza dei volontari che ogni anno colora Lucca con le tinte della solidarietà, richiamando presenze e attenzione da tutto il Paese, ha accolto molta gente al Festival Italiano del Volontariato che si è svolto fino al 12 maggio, con un allarme lanciato dal Centro Nazionale per il Volontariato (Cnv) che insieme alla Fondazione ‘Volontariato e Partecipazione’ ha organizzato l’evento, come ha detto il presidente nazionale del Cnv, Pier Giorgio Licheri:

“Viviamo un momento delicato per il mondo del volontariato e in generale del terzo settore. Ci uniamo agli appelli che in questi giorni stanno risuonando sui mezzi di informazione nazionali: non si può pensare di prendere decisioni, come è stata quella del raddoppio dell’Ires per il non profit poi fortunatamente sventata, senza coinvolgere il mondo del volontariato”.

Licheri ha chiesto una concertazione nella soluzione dei problemi: “Serve più attenzione e un maggiore dialogo per trovare soluzioni sostenibili a problemi aperti da troppo tempo: un esempio poco conosciuto è quello del mondo del volontariato carcerario. Sono decenni che attendiamo riforme in grado di facilitare il ruolo delle associazioni e fare in modo che ci possa essere un pieno sviluppo delle misure di comunità e alternative al carcere.

Sono esperienze più efficaci per il recupero e che alleggerirebbero anche la situazione del carcere. Siamo quelli che tentano di ‘ricucire’ il Paese, ma non abbiamo ascolto. Ritardi e inconcludenze sono sotto gli occhi e il giudizio di tutti. I volontari spesso danno più di ciò che hanno, ma a fronte di questi temi all’ordine del giorno (la disabilità, la cura degli anziani, l’accoglienza dei migranti..) è lecito aspettarsi dal governo almeno un segnale di attenzione”.

La prima lezione del Festival è stata affidata a don Giacomo Panizza, presidente e fondatore della ‘Comunità Progetto Sud’ di Lamezia Terme in Calabria ed in prima linea da 40 anni a fianco degli esclusi e da decenni nel mirino della criminalità organizzata: “Il volontariato deve guardare alla giustizia e pretendere dalle istituzioni più collaborazione. E’ con la giustizia che si combatte l’ingiustizia che i mafiosi e i corrotti portano avanti con la loro nota capacità di imbrogliare”.

Ed ingiusta è anche la diseguaglianza che caratterizza l’Italia, come ha ricordato il responsabile dell’area nazionale di Caritas Italiana Francesco Marsico: “L’Italia concentra ben il 25% della sua ricchezza nelle mani di appena l’1% della popolazione, mentre il 90% degli italiani non arrivano a possedere il 38% della ricchezza”.

Questa edizione del Festival del Volontariato si è chiusa con l’appello e l’impegno a mettere al centro della politica e della società i minori e l’infanzia attraverso l’impegno del Garante toscano per i diritti dell’infanzia e dell’adolescenza Camilla Bianchi: “Il volontariato è un’idea di civiltà, ma ancora prima una fondamentale esperienza umana per le persone e per i giovani, un’esperienza che lega agli altri e al proprio territorio.

La nostra società è ancora troppo poco impegnata a mettere in primo piano i diritti dell’infanzia e adolescenza. Serve un impegno continuo e una vigile responsabilità per garantirne il rispetto… Solo attraverso un’azione congiunta di sostegno ai diritti fondamentali dei bambini e dei ragazzi da parte di tutti si può contribuire alla costruzione di un piccolo pezzo di mondo migliore e un futuro che per bambini e adolescenti non sia solo un vago e lontano anelito a cui tendere, ma sia un futuro certo”.

E’ opportuno inoltre sottolineare che in Italia la galassia del volontariato è composta da milioni di persone e centinaia di migliaia di organizzazioni che ogni giorno si rimboccano le maniche per tenere unita la Nazione. Secondo i dati Istat dell’Annuario Statistico 2018 la quota di italiani con più di 14 anni che partecipano ad attività gratuite per associazioni di volontariato è il 10,4%.

Di oltre 5.500.000 persone che fanno volontariato per organizzazioni non profit parlano i dati del Censimento permanente dell’Istat, realtà che sono attive nei settori quali cultura, sport, istruzione, ricerca, sanità, assistenza sociale, protezione civile, ambiente, sviluppo economico e coesione sociale, filantropia, cooperazione e solidarietà internazionale.

Secondo i risultati di una recente indagine sugli italiani e il volontariato, realizzata da CSA (Centro di Statistica Aziendale) e dalla Fondazione Volontariato e Partecipazione, l’82% dei cittadini che scelgono di fare volontariato lo fanno per aiutare gli altri e dare un contributo alla società, il 15,7% per stare meglio con se stessi, l’11% per imparare cose nuove e l’8,7% per conoscere nuove persone o gruppi.

L’indagine è stata condotta sul un panel che accoglie al suo interno più di 2.000 famiglie rappresentative della popolazione italiana, con un campione di oltre 4.000 rispondenti. La relazione personale è ancora alla base della scelta di fare volontariato: il 43% di coloro che si impegnano si mette in gioco grazie al ‘passaparola’, mentre solo il 7,4% trova lo spunto sui social media e ben il 40% vede questa opportunità in parrocchia. L’11,2% si muove dopo aver appreso delle attività del volontariato dai mezzi di informazione e il resto prende spunto e motivazione da scuola, amici e colleghi.

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