Papa Francesco ai parrucchieri: esercitate la professione con stile cristiano

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Papa Francesco ha accolto in udienza i parrucchieri dei Comitati di San Martino de Porres, in occasione del pellegrinaggio a Roma: ‘Vi accolgo oggi nel vostro consueto giorno di riposo’. Infatti san Martino de Porres è il patrono dei barbieri e dei parrucchieri e nacque nel 1579 a Lima, in Perù. La madre era una schiava liberata di colore originaria dell’Africa.

Il padre, invece, era Juan de Porres, un membro di spicco dell’aristocrazia spagnola, che non volle riconoscerlo (almeno inizialmente) proprio a causa della condizione della madre e dal fatto che il figlio era mulatto. Martino divenne presto allievo di un chirurgo-barbiere. La sua forza d’animo divenne molto conosciuta in Perù, diventando subito un esempio per tutti. Dal 1660, anno in cui ebbe inizio l’iter, Martino diventò santo solo nel 1962 grazie a papa Giovanni XXIII.

Nel saluto papa Francesco ha sottolineato lo stile dei parrucchieri: “Questo pellegrinaggio è segno dell’importanza che attribuite alla fede cristiana, come pure della dimensione religiosa che caratterizza la vostra associazione. Lo si vede già dal fatto che essa è intitolata a un Santo, il peruviano Martin de Porres.

Egli, essendo meticcio, fu accolto nell’Ordine dei Padri Domenicani solo come terziario e poi come fratello cooperatore. Accettò questa condizione vivendo un’esistenza di massima umiltà, irradiata dall’amore. Si dedicò con abnegazione ai poveri, ai malati, riservando loro cure sanitarie, grazie alle nozioni apprese dapprima in una farmacia e poi come allievo di un barbiere-chirurgo, secondo l’usanza di quel tempo”.

Ed ha chiesto loro di ispirarsi al loro patrono nel ‘contatto’ con i clienti: “Vi stimola, soprattutto, ad esercitare la vostra professione con stile cristiano, trattando i clienti con gentilezza e cortesia, e offrendo loro sempre una parola buona e di incoraggiamento, evitando di cedere alla tentazione del chiacchiericcio che facilmente si insinua anche nel vostro contesto lavorativo, tutti lo sappiamo. Ciascuno di voi, nello svolgimento del proprio tipico lavoro professionale, possa sempre agire con rettitudine, rendendo così un positivo contributo al bene comune della società”.

San Martino di Porres era dotato di grande intelligenza tanto che approfondì come autodidatta la ‘Somma Teologica’ di san Tommaso e la citava con una tale precisione da stupire i grandi maestri e i dotti teologici che cominciarono a sottoporgli i loro quesiti e a chiedergli consigli. I compiti di Martino erano perlopiù di inserviente e spazzino incaricato dei lavori più umili, tanto da essere soprannominato ‘frate scopa’.

Un appellativo che rimarrà collegato alla sua figura anche quando l’eco della sua santità iniziò a diffondersi nel Paese. Quando poi, superate le diffidenze dei confratelli, iniziò a porre la sua arte medica al servizio dei diseredati, contribuendo all’apertura di un ospedale che accoglieva i pazienti senza distinzione della pelle, di una mensa per i bisognosi e di una scuola, il Collegio Santa Cruz, la prima in America latina, per fanciulli poveri.

Durante la peste si prese cura da solo di oltre sessanta suoi confratelli alla porta del suo convento in cerca di conforto e di sostegno; le sue cure e attenzioni verso tutti accrebbero l’amore della gente per Martino al quale vennero attribuiti doni soprannaturali.

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