Il papa alle province: siate presidio per uno sviluppo sostenibile

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La cura delle comunità e dei territori assegnati alle Province, da presidiare e non contrapporre alle grandi aree urbane; l’urgenza di porre la questione ambientale tra le priorità in agenda anche a partire dalle istituzioni locali; la responsabilità di garantire agli studenti italiani scuole sicure e all’avanguardia: sono stati questi i temi che le Province, guidate dal presidente dell’UPI Michele de Pascale, hanno portato all’attenzione di papa Francesco nell’udienza:

“Le Province, Santo Padre, sono cerniera di comunità, una rete capillare che tiene insieme il Paese, connotate da un forte senso di appartenenza dovuto ad un bagaglio di storia, cultura e tradizioni comuni, chiamate per la loro naturale posizione tra le istituzioni più piccole e lo Stato, a costruire ponti e abbattere muri, nell’integrazione e nell’unità di intenti.

Guidare le comunità pone noi, politici impegnati in queste istituzioni locali, a doverci confrontare ogni giorno con scelte che incidono direttamente sulla vita dei cittadini, nella possibilità di ognuno ed ognuna di vedere rispettati i propri diritti e la propria dignità…

A noi è affidato il compito di accompagnare, sostenere, valorizzare il percorso di formazione della conoscenza degli studenti delle scuole secondarie superiori italiane. A noi spetta la responsabilità di assicurare a questi giovani e ai loro docenti strutture sicure, moderne, in grado di favorire al meglio l’apprendimento e di facilitare le attività scolastiche. In queste scuole ogni giorno 2.500.000 di giovani entrano per cercare di costruirsi un futuro, nelle grandi città come nei piccoli paesi”.

Papa Francesco ha esordito ringraziando i presidenti delle province per l’offerta all’Elemosineria vaticana: “Il nostro tempo si caratterizza per lo sviluppo sempre più rapido di sofisticate tecnologie e per il progresso della ricerca scientifica nei più diversi ambiti.

Questo potrebbe lasciar supporre che la scienza, la tecnica e la libera iniziativa dei singoli siano in grado di dare efficace risposta alle diverse necessità della persona e della società e di impedire il sorgere di ogni marginalità, dando vita a una società armoniosa, priva di sacche di povertà e di esclusione”.

Ed ha sottolineato il compito delle province nel sovvenire le povertà: “La realtà invece rimane più complessa. All’aumento delle opportunità fa riscontro un parallelo aumento di bisogni da soddisfare, di campi in cui intervenire con sollecitudine, di problematiche che meritano considerazione, con l’impiego di ingenti energie e risorse per l’individuazione di possibili soluzioni.

Accanto ai benefici e ai positivi sviluppi che si registrano in diversi settori, rimangono, e anzi a volte aumentano, squilibri e marginalità, che hanno bisogno dell’impegno intelligente e solidale di tutti per essere adeguatamente affrontati. Si richiede, a tale scopo, sia l’opera di gruppi e associazioni della società civile, sia la consapevole e costante azione dei differenti livelli nei quali si costituiscono i pubblici poteri”.

Ha rimarcato il ruolo delle province nel complesso amministrativo dello stato: “Le Province sono espressione di uno di questi livelli nei quali si strutturano i pubblici poteri, e sono cariche di storia. Esse infatti nascono dall’aggregazione di territori con un tessuto storico e culturale omogeneo, che ne spiega la longevità e l’idoneità a rappresentare un necessario polo amministrativo, pur nel mutare delle caratteristiche, dei poteri specifici e anche delle diverse modalità di scelta dei suoi amministratori.

Esse, promuovendo la tutela delle istanze locali presso il Governo, il Parlamento e le forze economiche e sociali, costituiscono un elemento di raccordo e di stimolo per una più incisiva azione a favore dei bisogni più avvertiti dalle comunità locali”.

Il ruolo delle province è quello di assicurare la ‘cura’ del territorio: “Gli ambiti nei quali attualmente le Province in Italia dispiegano le loro competenze sono principalmente quello della cura degli interventi a difesa del suolo e del consolidamento delle aree a rischio, quello della viabilità di una capillare rete stradale che collega tra loro piccoli e piccolissimi centri con le città più grandi, e quello della gestione delle scuole secondarie superiori, assicurandone sicurezza e funzionalità”.

Quindi garantire la tutela delle comunità locali: “Si tratta, a ben vedere, di compiti che, pur esplicandosi in settori distinti, si prefiggono in definitiva il medesimo fine: assicurare che le condizioni ambientali del territorio come quelle delle strade e delle scuole non si deteriorino per trascuratezza, per mancanza della necessaria manutenzione, per indolenza nell’adottare i provvedimenti indispensabili ad evitare il degrado ambientale o strutturale ed i pericoli che a questo sono connessi.

Questa complessiva azione presuppone una capacità progettuale, un costante impegno e un’adeguata disponibilità delle risorse necessarie ad espletarne regolarmente i compiti. Tuttavia, affinché questo possa realizzarsi, occorre promuovere e diffondere una più acuta e consapevole sensibilità ambientale. Occorre che sia sempre più avvertita, tanto dai singoli cittadini quanto dai loro rappresentanti nelle istituzioni, l’importanza della cura della casa comune intesa in tutti i suoi risvolti”.

E la tutela del territorio è il primo approccio per la tutela della ‘casa comune’: “Voi ben sapete la rilevanza che assume per il bene comune l’implementazione di progetti e di politiche che, anziché favorire l’abbandono o il saccheggio del territorio, sono finalizzate a una sua attenta cura e a metterne in luce potenzialità e specifiche caratteristiche, senza tuttavia dare il via a stravolgimenti ambientali o allo sfruttamento indiscriminato di risorse paesaggistiche e storico-ambientali.

Voi ben conoscete l’importanza di scuole e strade sicure per il regolare procedere della vita civile e come indispensabile sfondo di ogni ordinato sviluppo. Voi conoscete quanto consistente possa essere il risparmio e il conseguente vantaggio economico per una comunità se essa trova la saggezza di investire denaro e risorse umane per prevenire dissesti, disfunzioni e degrado”.

Il Papa ha concluso il suo discorso con un augurio: “Non posso perciò che augurare a tutti voi di proseguire con coraggio e determinazione nel vostro lavoro, in modo da fare delle Province un presidio e un centro propulsore di una mentalità che sappia porsi l’obiettivo di uno sviluppo veramente sostenibile, inserendosi in armonia nell’immensa rete di relazioni e di realizzazioni create dalla natura, dalla storia, dal lavoro e dall’ingegno delle generazioni che ci hanno preceduto”.

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