Benedetto XVI e Francesco alla luce del ‘pregiudizio’ teologico

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“All’inizio della Settimana Santa, Papa Francesco si è recato questo pomeriggio al Monastero ‘Mater Ecclesiae’ per rivolgere a Benedetto XVI gli auguri di Pasqua. L’incontro ha offerto anche l’occasione al Santo Padre di porgere, con particolare affetto, gli auguri di compleanno al Papa emerito, che domani compirà 92 anni”: così il direttore ad interim della sala stampa della Santa Sede Alessandro Gisotti ha confermato un’occasione che si rinnova ogni anno in questo periodo.

L’incontro riveste quest’anno una valenza particolare, date le polemiche seguite alla pubblicazione degli appunti con i quali Benedetto XVI aveva inteso offrire un suo contributo di idee contro la piaga degli abusi sui minori compiuti da ecclesiastici. A tal proposito, L’Osservatore Romano in prima pagina e Vatican news sul suo sito, hanno pubblicato un editoriale di Andrea Tornielli e intitolato ‘Quella via penitenziale che unisce due pontificati’, che ritorna sulla questione degli abusi per sottolineare “l’approccio che sia Benedetto XVI che il suo successore Francesco hanno tenuto di fronte agli scandali e agli abusi sui minori. Una risposta poco mediatica e poco roboante, che non si presta ad essere ridotta a slogan.

E’ una risposta che non confida nelle strutture (pur necessarie), nelle nuove norme emergenziali (altrettanto necessarie) o nei protocolli sempre più dettagliati e accurati per garantire la sicurezza dei bambini (comunque indispensabili): tutti strumenti utili già definiti o in via di definizione. Quella di Benedetto prima, e di Francesco poi, è una risposta profondamente e semplicemente cristiana. Per comprenderlo basta rileggere tre documenti. Tre lettere al popolo di Dio, in Irlanda, in Cile e nel mondo intero, che due Papi hanno scritto nei momenti di maggiore tensione per gli scandali”.

Nel frattempo dalla Germania i teologi della morale di lingua tedesca offrono una lettura preoccupata delle 18 pagine sulla pedofilia pubblicate da papa Ratzinger: “In questa analisi viene messa sotto accusa anche la teologia morale come disciplina teologica. Secondo lui a partire dagli anni ‘60 si è verificato un collasso della teologia morale cattolica che ha reso inerme la Chiesa di fronte a quei processi nella società…

Secondo il papa emerito, tra gli anni ’60 e ’80 del secolo scorso sono andati in frantumi i criteri allora in vigore nella morale sessuale, in modo tale che ne è risultata un’assenza di norme. Una società divenuta così priva di tenore morale avrebbe tollerato anche la pedofilia, così come i costumi sessuali della gioventù, la contraccezione e il comportamento omosessuale. E la teologia morale non avrebbe opposto alcuna resistenza a tutto ciò, perché essa era diventata relativista e non si sarebbe attenuta più ai divieti chiaramente espressi dalla tradizione”.
Per i docenti tedeschi di teologia morale lo scritto non è ‘nuovo’: “Già in passato egli ha presentato la chiesa come vittima di un mondo ostile. Il fatto che siano stati proprio coloro che rivestono responsabilità nella chiesa a coprire gli autori di tali delitti, insabbiarne i processi di chiarificazione e trascurare la realtà delle vittime è però taciuto.

Così pure è taciuto il fatto che proprio una opinione pubblica moralmente sensibile e i suoi media abbiano dovuto risvegliare la chiesa dalla sua letargia morale. I responsabili nella chiesa non erano in grado, di propria iniziativa, di reagire in maniera adeguata e di elaborare soluzioni al problema, come ci viene detto e ripetuto dalle vittime”.

Per i teologi tedeschi il papa emerito ‘strumentalizza’ la tematica degli abusi: “La tematica degli abusi viene strumentalizzata da Ratzinger/Benedetto XVI, per reiterare una critica già ben nota a una teologia morale, le cui posizioni in campo di etica sessuale egli non condivide. E in questo va detto che non si riscontra in lui una reale disponibilità a una valutazione differenziata e competente”.

Ed infine i teologi tedeschi hanno sottolineato che egli ha separato la fede dalla ragione: “Va riconosciuto che sempre Joseph Ratzinger/Benedetto XVI ha avuto a cuore che nella chiesa cattolica fede e ragione non andassero per vie separate. La sua recente ‘analisi’ minaccia proprio questo nesso, perché essa si rifiuta di prendere sul serio, senza pregiudizi di sorta, gli sforzi della teologia morale per generare un’etica cristiana della libertà e della responsabilità e le acquisizioni di conoscenze scientifiche in tema di abusi sessuali”.

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