Papa Francesco: la tratta è crimine contro umanità

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Dal 1990 in poi, si assiste nuovamente in Europa all’espansione del traffico degli esseri umani e della prostituzione considerata ‘economica’, ovvero quella prostituzione esercitata su strada da giovani immigrate extra-comunitarie, che vengono condotte nei nostri paesi da reti criminali straniere per essere sfruttate.

Guardando al caso italiano, i primi gruppi criminali hanno creato un vero e proprio business, rispondendo ad un’alta domanda di prostituzione a basso costo e conquistando nel tempo quote di mercato sempre più ampie. Le migrazioni delle ragazze sfruttate sono spesso gestite da gruppi criminali attraverso il meccanismo della tratta. Le aree di origine delle donne destinate al mercato italiano sono rappresentate dai Paesi dell’est europeo e dei Balcani (Russia, Romania, Bulgaria, Paesi dell’ex Unione Sovietica e Albania) e dall’Africa occidentale (Nigeria).

Questi sono i dati e la conferenza internazionale organizzata dal Dicastero vaticano guidato dal cardinale Peter Turkson e dalla sezione ‘Migranti e Rifugiati’, diretta personalmente dal papa tramite i suoi due delegati, il gesuita Michael Czerny e lo scalabriniano Fabio Baggio, è stata l’occasione per discutere concretamente di iniziative tese a mettere in pratica gli Orientamenti pastorali sulla Tratta di Persone elaborati dalla stessa sezione e approvati dal papa.

Quindi papa Francesco ha ricevuto in udienza i partecipanti alla Conferenza internazionale sulla tratta organizzata dalla Sezione Migranti e Rifugiati del Dicastero per il Servizio dello sviluppo umano integrale. Una conferenza che ha visto nei giorni scorsi riuniti 200 delegati provenienti dalle Chiese locali di tutto il mondo per fare il punto sulla lotta e prevenzione rispetto a questo fenomeno e sulla tutela delle vittime.

Papa Francesco ha duramente condannato questo ‘mercato’: “Purtroppo il mondo presente è tristemente contraddistinto da situazioni che ostacolano l’adempimento di questa missione… Si tratta essenzialmente di quella tendenza alla mercificazione dell’altro, che ho più volte denunciato. Tra le manifestazioni più drammatiche di questa mercificazione va annoverata la tratta di persone.

Essa, nelle sue molteplici forme, costituisce una ferita ‘nel corpo dell’umanità contemporanea’, una piaga profonda nell’umanità di chi la subisce e di chi la attua. La tratta, infatti, deturpa l’umanità della vittima, offendendo la sua libertà e dignità. Ma, al tempo stesso, essa disumanizza chi la compie, negandogli l’accesso alla ‘vita in abbondanza’. La tratta, infine, danneggia gravemente l’umanità nel suo insieme, lacerando la famiglia umana e anche il Corpo di Cristo”.

Ha affermato che la tratta costituisce una limitazione alla libertà: “Chi si macchia di questo crimine reca danno non solo agli altri, ma anche a sé stesso. Infatti, ognuno di noi è creato per amare e prendersi cura dell’altro, e questo raggiunge il suo culmine nel dono di sé: ‘Nessuno ha un amore più grande di questo: dare la sua vita per i propri amici’.

Nella relazione che instauriamo con gli altri ci giochiamo la nostra umanità, avvicinandoci o allontanandoci dal modello di essere umano voluto da Dio Padre e rivelato nel Figlio incarnato. Pertanto, ogni scelta contraria alla realizzazione del progetto di Dio su di noi è tradimento della nostra umanità e rinuncia alla ‘vita in abbondanza’ offerta da Gesù Cristo. E’ prendere la scala in discesa, andare in giù, diventare animali”.

Ed ha sottolineato l’impegno della Chiesa: “Tutte le azioni che si prefiggono di restaurare e promuovere la nostra umanità e quella degli altri sono in linea con la missione della Chiesa, quale continuazione della missione salvifica di Cristo. E tale valenza missionaria è evidente nella lotta contro ogni forma di tratta e nell’impegno proteso verso il riscatto dei sopravvissuti; una lotta e un impegno che hanno effetti benefici anche sulla nostra stessa umanità, aprendoci la strada verso la pienezza della vita, fine ultimo della nostra esistenza”.

Inoltre ha ringraziato i presenti per il lavoro svolto: “La vostra presenza, cari fratelli e sorelle, è segno tangibile dell’impegno che molte Chiese locali hanno generosamente assunto in questo ambito pastorale. Sono degne di ammirazione le numerose iniziative che vi vedono in prima linea al fine di prevenire la tratta, proteggere i sopravvissuti e perseguire i colpevoli. Sento di dover esprimere un particolare ringraziamento alle tante congregazioni religiose che hanno operato, e continuano a operare, anche in rete tra loro, come ‘avanguardie’ dell’azione missionaria della Chiesa contro ogni forma di tratta…

Gli uffici preposti delle Chiese locali, le congregazioni religiose e le organizzazioni cattoliche sono chiamati a condividere esperienze e conoscenze e ad unire le loro forze, in un’azione sinergica che interessi i Paesi di origine, transito e destinazione delle persone oggetto di tratta. Per rendere più adeguata ed efficace la sua azione, la Chiesa deve sapersi avvalere dell’aiuto di altri attori politici e sociali. La stipulazione di collaborazioni strutturate con istituzioni e altre organizzazioni della società civile sarà garanzia di risultati più incisivi e duraturi”.

Ha concluso l’incontro con l’intercessione a santa Bakhita: “Attraverso l’intercessione di Santa Giuseppina Bakhita, ridotta in schiavitù da bambina, venduta e comprata, ma poi liberata e ‘fiorita’ in pienezza come figlia di Dio, prego per voi, invoco su tutti voi e su quanti si impegnano nella lotta contro la tratta abbondanti benedizioni”.

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