Papa Francesco ai giovani: Cristo è la speranza

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‘Cristo vive. Egli è la nostra speranza e la più bella giovinezza di questo mondo. Tutto ciò che Lui tocca diventa giovane, diventa nuovo, si riempie di vita’: con questo tweet papa Francesco ha introdotto l’esortazione apostolica post sinodale ‘Christus vivit’, nel giorno del ricordo della ‘rinascita al cielo’ di san Giovanni Paolo II.

Nel documento, composto di nove capitoli divisi in 299 paragrafi, il papa ha spiegato di essersi lasciato ‘ispirare dalla ricchezza delle riflessioni e dei dialoghi del Sinodo’ dei giovani, celebrato in Vaticano nell’ottobre 2018: “Cristo vive. Egli è la nostra speranza e la più bella giovinezza di questo mondo. Tutto ciò che Lui tocca diventa giovane, diventa nuovo, si riempie di vita. Perciò, le prime parole che voglio rivolgere a ciascun giovane cristiano sono: Lui vive e ti vuole vivo!”.

Il papa affronta il tema degli anni giovanili di Gesù e si ricorda il racconto evangelico che descrive il Nazareno ‘in piena adolescenza, quando ritornò con i suoi genitori a Nazaret, dopo che lo avevano perso e ritrovato nel Tempio’. Non si deve pensare che “Gesù fosse un adolescente solitario o un giovane che pensava a sé stesso. Il suo rapporto con la gente era quello di un giovane che condivideva tutta la vita di una famiglia ben integrata nel villaggio, nessuno lo considerava un giovane strano o separato dagli altri”.

Inoltre ha fatto notare che Gesù adolescente, ‘grazie alla fiducia dei suoi genitori… si muove con libertà e impara a camminare con tutti gli altri’. Questi aspetti della vita di Gesù non dovrebbero essere ignorati nella pastorale giovanile, “per non creare progetti che isolino i giovani dalla famiglia e dal mondo, o che li trasformino in una minoranza selezionata e preservata da ogni contagio”.

Servono invece “progetti che li rafforzino, li accompagnino e li proiettino verso l’incontro con gli altri, il servizio generoso, la missione”. Gesù “non illumina voi, giovani, da lontano o dall’esterno, ma partendo dalla sua stessa giovinezza, che egli condivide con voi” e in Lui si possono riconoscere molti aspetti tipici dei cuori giovani.

L’esortazione si conclude con ‘un desiderio’ di papa Francesco: “Cari giovani, sarò felice nel vedervi correre più velocemente di chi è lento e timoroso. Correte attratti da quel Volto tanto amato, che adoriamo nella santa Eucaristia e riconosciamo nella carne del fratello sofferente… La Chiesa ha bisogno del vostro slancio, delle vostre intuizioni, della vostra fede… E quando arriverete dove noi non siamo ancora giunti, abbiate la pazienza di aspettarci”.

Presentando il documento il card. Lorenzo Baldisseri, segretario generale della Segreteria Generale del Sinodo dei Vescovi, ha sottolineato che il documento “costituirà per il prossimo futuro la magna charta della pastorale giovanile e vocazionale nelle diverse Comunità ecclesiali, tutte segnate, benché in modi diversi a seconda delle differenti latitudini, da una profonda trasformazione della condizione giovanile.

Come ‘Amoris Laetitia’, la prima Esortazione Apostolica Postsinodale di papa Francesco, pubblicata il 19 marzo 2016 al termine del cammino sinodale sulla famiglia, anche ‘Christus vivit’ si connette strettamente al Documento Finale del Sinodo, al quale aggiunge ulteriori e preziosi elementi di riflessione”.

Eppoi ha sottolineato alcuni aspetti del documento, iniziando dal titolo: “Tutti sappiamo che l’incipit di un Documento ecclesiastico offre solitamente una chiave ermeneutica complessiva del testo. Il messaggio fondamentale che il Santo Padre vuole trasmettere, ai giovani e con loro a tutti noi, è che Gesù Cristo non appartiene solo al passato, ma anche al presente e al futuro, perché Egli è l’eterno Vivente. Ogni generazione di credenti scopre in Cristo un contemporaneo e un compagno di viaggio”.

Poi ha evidenziato il desiderio del papa affinché i giovani vivano bene, sotto la protezione della Madre di Dio: “Dai giovani il Papa si aspetta che afferrino in pienezza la loro esistenza, nonostante le contraddizioni e le difficoltà dell’ora presente, per vivificare con l’entusiasmo della loro età la Chiesa e il mondo, che non di rado appaiono invecchiati.

Ecco, allora, che l’Esortazione Apostolica non manca di affrontare il tema della giovinezza della Chiesa, cioè del suo rinnovamento, confidando che i giovani possano aiutarla in quest’opera. Un secondo aspetto dell’Esortazione Apostolica è la sua caratterizzazione mariana, ben evidenziata dalla scelta simbolica del Santo Padre di firmare il Documento a Loreto, nella casa di Maria, il 25 marzo scorso, solennità dell’Annunciazione del Signore”.

Infine ha sottolineato che anche in questa esortazione c’è il ‘principio’ della pastorale inclusiva: “Quest’idea è sviluppata nei paragrafi dedicati a ‘una pastorale giovanile popolare’, la quale, andando ‘oltre al consueto lavoro pastorale che realizzano le parrocchie e i movimenti’, deve incoraggiare ‘un altro stile, altri tempi, un altro ritmo, un’altra metodologia’.

Riprendendo il Documento Finale del Sinodo, il Papa fa sua l’esortazione a ‘costruire una pastorale giovanile capace di creare spazi inclusivi, dove ci sia posto per ogni tipo di giovani e dove si manifesti realmente che siamo una Chiesa con le porte aperte’; una pastorale in cui ci sia ‘spazio anche per tutti quelli che hanno altre visioni della vita, professano altre fedi o si dichiarano estranei all’orizzonte religioso.

Tutti i giovani, nessuno escluso, sono nel cuore di Dio e quindi anche nel cuore della Chiesa’… Dunque: tutti i giovani, ma non solo i giovani. Per tale ragione, numerosi restano i paragrafi in cui il Papa propone ‘approcci più generali per il discernimento ecclesiale’, nella consapevolezza che la questione-giovani riguarda tutti e che gli adulti sono chiamati, al tempo stesso, a dare e a ricevere dai giovani”.

Alla presentazione è intervenuto anche il prof. Alessio Piroddi Lorrai, docente di scuola secondaria di secondo grado e collaboratore dell’équipe diocesana dell’Ufficio di Pastorale Giovanile del Vicariato di Roma: “Colgo solo una delle indicazioni del Santo Padre, fra le moltissime presenti nel testo: ‘fare casa’. Parrocchie e scuole devono saper offrire un posto in cui ci si possa sentire a casa, amati gratuitamente e allo stesso tempo accompagnati, guidati, anche corretti, ma con il desiderio che ognuno giunga a portare il suo frutto migliore grazie a questa ‘casa’.

Papa Francesco scrive che la Chiesa è giovane non quando rincorre l’ultima moda, ma quando torna alla fonte della sua origine, a Colui che fa nuove tutte le cose. Ritengo che l’Esortazione chiami chiunque abbia una responsabilità educativa, me per primo, a ricordare che non esiste la gioventù, ma i singoli giovani, con le loro esistenze concrete, ognuno amato in modo unico dal Signore. Se avremo cura di coltivare in noi l’incontro quotidiano col Risorto, sapremo anche favorirlo in coloro che, a vario titolo, ci sono affidati, crescendo così anche nella capacità di vivere insieme, come fratelli”.

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