Il papa a Loreto invita al sì di Maria

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‘La Vergine Santa aiuti tutti, specialmente i giovani, a percorrere il cammino della pace e della fraternità fondate sull’accoglienza e sul perdono, sul rispetto dell’altro e sull’amore che è dono di sé’: questo è stato il tweet che ha inaugurato il viaggio di papa Francesco a Loreto, dove ha firmato l’esortazione apostolica postsinodale ‘Christus Vivit’ al termine della messa celebrata nella Santa Casa, che sarà resa pubblica martedì 2 aprile, che è la data dell’anniversario della morte di san Giovanni Paolo II, morto nel 2005.

Il papa è stato accolto da più di 10.000 fedeli e dal saluto di mons. Fabio Dal Cin, arcivescovo della città, che lo ha ringraziato per la visita ed ha elencato i gruppi presenti: “Ci sono fedeli, sacerdoti, religiosi, di Loreto e delle diocesi delle Marche, con i loro Vescovi, e provenienti da varie città e nazioni.

Ci sono amici credenti e non credenti, che nella Santa Casa riconoscono un ideale luogo comune, dove condividere e concretizzare la convivenza rispettosa e il desiderio di costruire insieme la pace. Ci sono soprattutto gli ammalati, che fin dall’arrivo della Casa nazaretana su questo colle hanno sperimentato la presenza di Maria e qui continuano ad ottenere la guarigione spirituale e fisica.

Tanti non potendo essere qui oggi, ci seguono da casa attraverso la radio e la televisione. Ci sono le famiglie, anche quelle che hanno iniziato il cammino di spiritualità proposto dal santuario, e quelle segnate dal terremoto che attendono di tornare nella propria casa: in questo angolo di Terra Santa tutte trovano la grazia di ricominciare e fortificano la propria vocazione missionaria. Ci sono i ragazzi e i giovani che dal Sì di Maria attingono forza per accogliere il disegno di Dio nella loro vita”.

All’interno della Santa Casa, primo papa dopo 162 anni, ha celebrato la messa ed ha salutato i malati, dopo aver pregato davanti alla statua della Madonna. Nell’incontro con i fedeli, dopo la celebrazione della messa e la firma dell’esortazione apostolica, papa Francesco ha sottolineato che il santuario mariano è un’oasi di pace e di speranza: “in particolare ai giovani, alle famiglie, ai malati. La Santa Casa è la casa dei giovani, perché qui la Vergine Maria, la giovane piena di grazia, continua a parlare alle nuove generazioni, accompagnando ciascuno nella ricerca della propria vocazione”.

Ed ha riletto il sinodo dei giovani alla luce della festa odierna: “Nell’evento dell’Annunciazione appare la dinamica della vocazione espressa nei tre momenti che hanno scandito il Sinodo: ascolto della Parola-progetto di Dio; discernimento; decisione. Il primo momento, quello dell’ascolto, è manifestato da quelle parole dell’angelo: ‘Non temere Maria, […] concepirai un figlio, lo darai alla luce e lo chiamerai Gesù’. E’ sempre Dio che prende l’iniziativa di chiamare alla sua sequela. E’ Dio che prende l’iniziativa, Lui ci precede sempre, Lui precede, Lui fa strada nella nostra vita.

La chiamata alla fede e ad un coerente cammino di vita cristiana o di speciale consacrazione è un irrompere discreto ma forte di Dio nella vita di un giovane, per offrirgli in dono il suo amore. Occorre essere pronti e disponibili ad ascoltare ed accogliere la voce di Dio, che non si riconosce nel frastuono e nell’agitazione. Il suo disegno sulla nostra vita personale e sociale non si percepisce rimanendo in superficie, ma scendendo a un livello più profondo, dove agiscono le forze morali e spirituali. E’ lì che Maria invita i giovani a scendere e a sintonizzarsi con l’azione di Dio”.

Sul discernimento il papa ha invitato ad imitare la Madonna nel porre le domande, che si trasforma in collaborazione all’opera di Dio: “Maria non dubita; la sua domanda non è una mancanza di fede, anzi, esprime proprio il suo desiderio di scoprire le ‘sorprese’ di Dio. In lei c’è l’attenzione a cogliere tutte le esigenze del progetto di Dio sulla sua vita, a conoscerlo nelle sue sfaccettature, per rendere più responsabile e più completa la propria collaborazione.

E’ l’atteggiamento proprio del discepolo: ogni collaborazione umana all’iniziativa gratuita di Dio si deve ispirare a un approfondimento delle proprie capacità e attitudini, coniugato con la consapevolezza che è sempre Dio a donare, ad agire; così anche la povertà e la piccolezza di quanti il Signore chiama a seguirlo sulla via del Vangelo si trasforma nella ricchezza della manifestazione del Signore e nella forza dell’Onnipotente”.

Il terzo passaggio è la decisione: “Il suo ‘sì’ al progetto di salvezza di Dio, attuato per mezzo dell’Incarnazione, è la consegna a Lui di tutta la propria vita. E’ il ‘sì’ della fiducia piena e della disponibilità totale alla volontà di Dio. Maria è il modello di ogni vocazione e l’ispiratrice di ogni pastorale vocazionale: i giovani che sono in ricerca o si interrogano sul loro futuro, possono trovare in Maria Colei che li aiuta a discernere il progetto di Dio su loro stessi e la forza per aderire ad esso”.

Ed ha invitato ad un rilancio del centro giovanile dedicato a san Giovanni Paolo II come ‘polo spirituale’: “Auspico perciò che sia rilanciato il Centro ‘Giovanni Paolo II’ a servizio della Chiesa in Italia e a livello internazionale, in continuità con le indicazioni emerse dal Sinodo. Un luogo dove i giovani e i loro educatori possono sentirsi accolti, accompagnati e aiutati a discernere.

Per questo inoltre chiedo caldamente ai Frati Cappuccini un servizio in più: il servizio di estendere l’orario di apertura della Basilica e della Santa Casa durante la tarda serata e anche l’inizio della notte quando ci sono gruppi di giovani che vengono a pregare e a discernere la loro vocazione. Il Santuario della Santa Casa di Loreto, anche a motivo della sua collocazione geografica al centro della Penisola, si presta per diventare, per la Chiesa che è in Italia, luogo di proposta per una continuazione degli incontri mondiali dei giovani e della famiglia”.

Ha anche sottolineato che Loreto è la casa della famiglia: “Nella delicata situazione del mondo odierno, la famiglia fondata sul matrimonio tra un uomo e una donna assume un’importanza e una missione essenziali. E’ necessario riscoprire il disegno tracciato da Dio per la famiglia, per ribadirne la grandezza e l’insostituibilità a servizio della vita e della società. Nella casa di Nazaret, Maria ha vissuto la molteplicità delle relazioni familiari come figlia, fidanzata, sposa e madre. Per questo ogni famiglia, nelle sue diverse componenti, trova qui accoglienza, ispirazione a vivere la propria identità.

L’esperienza domestica della Vergine Santa sta ad indicare che famiglia e giovani non possono essere due settori paralleli della pastorale delle nostre comunità, ma devono camminare strettamene uniti, perché molto spesso i giovani sono ciò che una famiglia ha dato loro nel periodo della crescita. Questa prospettiva ricompone in unitarietà una pastorale vocazionale attenta ad esprimere il volto di Gesù nei suoi molteplici aspetti, come sacerdote, come sposo, come pastore”.

Inoltre la ‘Casa di Maria è la casa dei malati’: “Qui trovano accoglienza quanti soffrono nel corpo e nello spirito, e la Madre porta a tutti la misericordia del Signore di generazione in generazione. La malattia ferisce la famiglia e i malati devono essere accolti dentro la famiglia. Per favore, non cadiamo in quella cultura dello scarto che viene proposta dalle molteplici colonizzazioni ideologiche che oggi ci attaccano. La casa e la famiglia sono la prima cura del malato nell’amarlo, sostenerlo, incoraggiarlo e prendersene cura”.

Ed ai presenti ha dato un compito, che è quello di portare il Vangelo a tutti: “C’è bisogno di persone semplici e sapienti, umili e coraggiose, povere e generose. Insomma, persone che, alla scuola di Maria, accolgono senza riserve il Vangelo nella propria vita. Così, attraverso la santità del popolo di Dio, da questo luogo continueranno a diffondersi in Italia, in Europa e nel mondo testimonianze di santità in ogni stato di vita, per rinnovare la Chiesa e animare la società col lievito del Regno di Dio”.

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