A Cremona per una Quaresima di Dio che ‘si spreca’

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Come ogni anno nella diocesi di Cremona mons. Antonio Napolioni ha proposto di partecipare alla Quaresima di Carità, una raccolta fondi da destinare ad un’opera di solidarietà sul territorio. Quest’anno le offerte raccolte contribuiranno all’allestimento di un nuovo magazzino per l’attività dell’associazione ‘No Spreco’, che si occupa in particolare di recuperare le eccedenze alimentari per metterle a disposizione delle famiglie bisognose attraverso l’operato dei volontari della Caritas e delle San Vincenzo parrocchiali.

Nel messaggio quaresimale mons. Antonio Napolioni ha sottolineato che non è lecito ‘sprecare’ il tempo di ‘grazia’: “Tra le tante azioni che le nostre comunità, in vario modo, stanno compiendo, risulta urgente correggere i nostri stili di vita, improntandoli ad attenzioni che combattano la ‘cultura dello scarto’, che miete vittime tra le persone, nella natura, offendendo la Provvidenza di Dio e ferendo gravemente la fraternità umana. Sarà questo il miglior modo per attualizzare in maniera intelligente e più sistematica il sempre valido impegno penitenziale del digiuno…

Sul piano spirituale ricordo che, paradossalmente, questa lotta allo spreco è un modo per provare ad assomigliare ad un Dio che, piuttosto che sprecare cose e persone, ‘spreca se stesso’, in un ‘amore a perdere’, che non inquina ma bonifica i cuori, le relazioni, la storia, rendendola esperienza di salvezza e di gioia per tutti. Il Signore sa trattare tutti i rifiuti, persino il peccato, che ci chiede di consegnargli con umile fiducia, per sperimentare la gioia di chi è perdonato, resuscitato, consegnato a nuova possibilità di vita e di gioia”.

Concludendo ha sottolineato la pedagogia educativa di Dio: “Il Signore sa trattare tutti i rifiuti, persino il peccato, che ci chiede di consegnargli con umile fiducia, per sperimentare la gioia di chi è perdonato, resuscitato, consegnato a nuova possibilità di vita e di gioia. Secondo la sua pedagogia, il Signore non fa tutto da solo, ma coinvolge quelli che ha incontrato, chiamato ed amato, perché sulle sue orme diffondano la bellezza di una vita attenta anche ai particolari, ai piccoli, agli scarti. Perché il giardino del mondo e i suoi tanti abitanti vivano nell’armonia e nella bellezza cui il Padre li ha destinati”.

‘No spreco’ è il nome e la mission dell’associazione di promozione sociale nata due anni fa per iniziativa della Caritas diocesana, in sinergia con alcuni altri soci fondatori. Un progetto che favorisce lo sviluppo sostenibile e riduce gli sprechi coinvolgendo cittadini e istituzioni. E lo fa attraverso una applicazione tecnologica che permette il recupero delle eccedenze alimentari nella catena di distribuzione locale e la loro ridistribuzione ai soggetti in stato di povertà.

Tutto il cibo non consumato e in buono stato, anziché finire in discarica, sprecato, si recupera destinandolo gratuitamente agli enti caritatevoli, in primis Caritas e San Vincenzo parrocchiali. Un progetto che è lo strumento concreto per rispondere alle esigenze del territorio, grazie alle possibilità offerte dall’attuale quadro normativo. La novità non sta tanto nella buona prassi delle donazioni, ancora oggi vanto di una città che nella storia ha scelto come patrono sant’Omobono, il ‘padre dei poveri’.

L’aspetto innovativo è il tentativo, attraverso gli strumenti messi a disposizione dalla tecnologia, di coordinare in maniera organica i possibili donatori (che possono anche detrarre fiscalmente il costo del cibo regalato) e le associazioni di volontariato impegnate nella distribuzione di pacchi alimentari ai più poveri.

Cristiano Beltrami, vicedirettore di Caritas Cremonese e presidente dell’associazione ‘No spreco’, ha sottolineato l’originalità della proposta diocesana: “L’iniziativa quaresimale di quest’anno guarda proprio al potenziamento della nostra capacità ricettiva… La nostra mission è promuovere la consapevolezza che il progresso coincide con la capacità di usare al meglio le risorse e il capitale umano per realizzare uno sviluppo sostenibile.

In questo senso occorre educare al recupero e alla riduzione degli sprechi, con la possibilità di far convergere, attraverso una raccolta costante, tutto quanto ancora è possibile utilizzare a favore di quelle realtà che sostengono situazioni di fragilità. Per questo l’associazione ‘No Spreco’ si impegna a coordinare lo sforzo tra tutti i soggetti che operano nel contesto sociale ed economico locale per creare economie circolari a misura di città”.

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