Panama: ai giovani italiani l’invito a sperimentare la grazia di Dio

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‘Amici, Gesù ci insegna a credere. Cercate e ascoltate le voci che spingono a guardare avanti e non quelle che vi tirano verso il basso’: il tweet di papa Francesco ha aperto a Panama la seconda giornata dei giovani attraverso l’incontro con la misericordia di Dio. Infatti il papa ha visitato e confessato i ragazzi nel carcere minorile ‘Las Garzas’ de Pacora, dove ci sono 180 giovani.

Dopo la lettura del Vangelo di san Luca, in cui i farisei e gli scribi si scandalizzano per il comportamento di Gesù, papa Francesco ha ricordato nell’omelia che ‘mentre quelli si limitavano solo a mormorare’, Gesù ‘accoglie i peccatori e mangia con loro’. Sono due prospettive diverse che si contrappongono: “uno sguardo sterile e infecondo, quello della mormorazione e del pettegolezzo, e un altro che chiama alla trasformazione e alla conversione: quello del Signore”.

Secondo il papa la scelta di Gesù è quella di ‘stare vicino e di offrire nuove opportunità’. Sembra invece più facile “dare titoli e etichette che congelano e stigmatizzano non solo il passato ma anche il presente e il futuro delle persone. Etichette che, in definitiva, non producono altro che divisione: di qua i buoni, di là i cattivi; di qua i giusti, di là i peccatori… Questo atteggiamento inquina tutto perché alza un muro invisibile che fa pensare che emarginando, separando e isolando si risolveranno magicamente tutti i problemi”.

Ed anche i giovani italiani hanno celebrato a ‘Casa Italia’ il sacramento della riconciliazione con il presidente della Cei, card. Gualtiero Bassetti: “Ogni volta che la mano di Dio tocca nel profondo la nostra vita assomiglia a quella luce che ha stravolto Paolo; anche attraverso il Sacramento della penitenza, a cui molti di voi stamane si sono accostati, diventa luce, forza che ti consola, che ti fa sentire amato proprio anche se non lo meriti, anche se ti sei allontanato da Lui”.

Commentando il passo del vangelo di san Marco, in cui Gesù invitava gli apostoli a predicare in tutto il mondo ed a cacciare i demoni, il card. Bassetti ha invitato i giovani a fare esperienza della grazia di Dio: “Ogni volta che la mano di Dio tocca nel profondo la nostra vita assomiglia a quella luce che ha stravolto Paolo; anche attraverso il Sacramento della penitenza, a cui molti di voi stamane si sono accostati, diventa luce, forza che ti consola, che ti fa sentire amato proprio anche se non lo meriti, anche se ti sei allontanato da Lui”.

Ed ha affermato che gli avvenimenti narrati nel Vangelo si ritrovano anche nella vita quotidiana, quando ci si accosta nel sacramento del perdono: “Anche voi siete riusciti a prendere in mano qualche serpentello che abita il vostro cuore, qualche pensiero velenoso nei confronti dell’uno e dell’altra, quei gesti, quelle abitudini che attorcigliano e soffocano la vostra vita e vi rendono schiavi.

Anche voi avete avuto il coraggio di conoscere che certi modi di rispondere stantii e cattivi che non portano vita, in famiglia, sul luogo di lavoro, tra fidanzati, nelle vostre comunità di formazione, nel presbiterio; quei modi di agire che scavano fossati, creano invidie e gelosie, tutti atteggiamenti causati dall’uomo vecchio che è in noi. Anche voi avete riconosciuto i veleni che altri vi hanno versato addosso le ferite che vi hanno inferto e che pian piano state imparando a perdonare”.

Per l’arcivescovo della diocesi di Perugia attraverso questo sacramento si fa esperienza della ‘grazia’ di Dio, invitandoli a non temere: “La grazia di Dio ha un nome e un volto: è quello di Gesù che vi domanda: ‘Che cosa vuoi che io faccia per te?’. Come Maria potete anche voi rispondere: ‘Si compia in me la tua Parola’. E state sicuri che insieme a voi, a partire da oggi, il Signore lo farà!”

Concludendo l’incontro ha ricordato ai giovani la conclusione della settimana per l’unità dei cristiani: “La preghiera è che tutti riconosciamo e ci sentiamo figli di Dio, per riconoscerci fratelli tra di noi, fratelli con tutti gli uomini, tutti i popoli della terra. C’è un bellissimo pensiero di La Pira che può tradursi in un impegno personale per ciascuno di noi: ‘va verso le frontiere della pace universale, inevitabile, verso le frontiere dell’unità del mondo, anche politica ed economica’ e questo futuro, dipenderà anche da te”.

Durante il momento penitenziale i ragazzi sono stati invitati a compiere il gesto di bendarsi gli occhi per essere privi della vista come il cieco di Gerico, spiegato da don Massimiliano Fasciano, della Diocesi di Molfetta-Ruvo-Giovinazzo-Terlizzi: “I giovani sono in cammino come Maria e in questo cammino talvolta sperimentano il deserto, lo stesso che Gesù ha attraversato da Gerico a Gerusalemme. E proprio da Gerico Gesù ha iniziato a svelarsi come Salvatore, manifestazione che culmina a Gerusalemme. In che modo si manifesta?

Fermandosi ad ascoltare, invitando la sua gente a non giudicare colui che grida perché mendicante, perché solo, perché abbandonato… La stessa gente che fa da muro, i discepoli, è invitata da Gesù a cambiare prospettiva e a donare parole di Resurrezione. Così quell’uomo è alzato dalla gente, ed è un invito a essere uomini nuovi: solo alla Sua presenza siamo uomini nuovi”.

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