Papa Francesco: il battesimo è un’immersione nella vita

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“Il Battesimo è il miglior regalo che abbiamo ricevuto: ci fa appartenere a Dio e ci dona la gioia della salvezza”: il tweet di papa Francesco chiude il tempo natalizio con la manifestazione di Gesù nel battesimo nel fiume Giordano, battezzando 27 bambini nella Cappella Sistina. Durante l’Angelus papa Francesco ha richiamato due aspetti significativi del battesimo di Gesù, il rapporto con Dio ed il rapporto con il popolo:

“Gesù è in mezzo al popolo. Esso non è solamente uno sfondo della scena, ma è una componente essenziale dell’evento. Prima di immergersi nell’acqua, Gesù si ‘immerge’ nella folla, si unisce ad essa assumendo pienamente la condizione umana, condividendo tutto, eccetto il peccato.

Nella sua santità divina, piena di grazia e di misericordia, il Figlio di Dio si è fatto carne proprio per prendere su di sé e togliere il peccato del mondo: prendere le nostre miserie, la nostra condizione umana. Perciò anche quella di oggi è una epifania, perché andando a farsi battezzare da Giovanni, in mezzo alla gente penitente del suo popolo, Gesù manifesta la logica e il senso della sua missione”.

Dopo il desiderio di condividere la vita con il popolo Gesù condivide la vita con Dio nella preghiera: “Il battesimo è l’inizio della vita pubblica di Gesù, della sua missione nel mondo come inviato del Padre per manifestare la sua bontà e il suo amore per gli uomini. Tale missione è compiuta in costante e perfetta unione con il Padre e con lo Spirito Santo.

Anche la missione della Chiesa e quella di ognuno di noi, per essere fedele e fruttuosa, è chiamata ad ‘innestarsi’ su quella di Gesù. Si tratta di rigenerare continuamente nella preghiera l’evangelizzazione e l’apostolato, per rendere una chiara testimonianza cristiana non secondo i progetti umani, ma secondo il piano e lo stile di Dio”.

E come sempre, ha ancora sottolineato la conoscenza del proprio battesimo: “Cari fratelli e sorelle, la festa del Battesimo del Signore è una occasione propizia per rinnovare con gratitudine e convinzione le promesse del nostro Battesimo, impegnandoci a vivere quotidianamente in coerenza con esso. E’ molto importante anche, come vi ho detto svariate volte, conoscere la data del nostro Battesimo… E poi non dimenticarla: che sia una data custodita nel cuore per festeggiarla ogni anno”.

Mentre nell’omelia della celebrazione eucaristica il papa si è rivolto ai genitori chiedendo loro di trasmettere la fede ai figli: “Sì, quando andranno al catechismo studieranno bene la fede, impareranno la catechesi. Ma prima che studiata, la fede va trasmessa, e questo è un lavoro che tocca a voi. E’ un compito che voi oggi ricevete: trasmettere la fede, la trasmissione della fede. E questo si fa a casa. Perché la fede sempre va trasmessa ‘in dialetto’: il dialetto della famiglia, il dialetto della casa, nel clima della casa”.

Quindi ha elencato i modi per trasmettere la fede, che essenzialmente si trasmette con la vita: “Questo è il vostro compito: trasmettere la fede con l’esempio, con le parole, insegnando a fare il segno della Croce. Questo è importante. Vedete, ci sono bambini che non sanno farsi il segno della Croce.

‘Fai il segno della Croce’: e fanno una cosa così, che non si capisce cosa sia. Per prima cosa, insegnate loro questo. Ma l’importante è trasmettere la fede con la vostra vita di fede: che vedano l’amore dei coniugi, che vedano la pace della casa, che vedano che Gesù è lì”.

Ed ha chiesto di evitare i litigi di fronte ai figli: “E mi permetto un consiglio: non litigate mai davanti ai bambini, mai. E’ normale che gli sposi litighino, è normale. Sarebbe strano il contrario. Fatelo, ma che loro non sentano, che loro non vedano.

Voi non sapete l’angoscia che riceve un bambino quando vede litigare i genitori. Questo, mi permetto, è un consiglio che vi aiuterà a trasmettere la fede. E’ brutto litigare? Non sempre, ma è normale, è normale. Però che i bambini non vedano, non sentano, per l’angoscia”.

Ed al termine della giornata papa Francesco ha sottolineato la ripresa del Tempo ordinario, chiedendo di vivere questo tempo con l’invocazione allo Spirito Santo: “Domani, concluso il Tempo di Natale, riprenderemo con la liturgia il cammino del Tempo ordinario.

Come Gesù dopo il suo battesimo, lasciamoci guidare dallo Spirito Santo in tutto ciò che facciamo. Ma per questo dobbiamo invocarlo! Impariamo a invocare più spesso, nelle nostre giornate, lo Spirito Santo, per poter vivere con amore le cose ordinarie, e così renderle straordinarie”.

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