Chiesa ortodossa: Cristo è nato

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Anche la Chiesa ortodossa ha solennizzato il Natale, giorno in cui il ‘Logos’ è diventato ‘Dio con noi’, con celebrazioni ed un messaggio del patriarca ecumenico, Bartolomeo, in cui si sottolinea la festa dell’incarnazione del Natale: “Glorifichiamo il Dio Tutto Santo e Clementissimo, del Figlio pre-eterno e Verbo di Dio ‘per noi uomini e per la nostra salvezza’. Attraverso il mistero.

Nel mistero divino-umano della Chiesa ed attraverso i suoi sacri misteri, Cristo nasce ed prende forma nella nostra anima e nella nostra esistenza… Non è un ‘Dio-Idea’, come il dio dei filosofi, né un dio chiuso nella sua trascuratezza assoluta ed inavvicinabile, ma è l’ ‘Emmanuele”, il ‘Dio con noi’, si trova più vicino a noi, di quanto lo siamo noi con il nostro io, è più familiare di noi stessi”.

Nella lettera il patriarca Bartolomeo ha sottolineato che la manifestazione di Dio nel Natale è la ‘certezza’ della salvezza: “La fede cristiana è la certezza della salvezza dell’uomo sotto il Dio d’amore, il quale ha preso per l’amore per gli uomini, la nostra natura e ci ha donato di nuovo la ‘somiglianza’, persa con la caduta, rendendoci idonei alla vita secondo la verità, nel Suo Corpo, la Chiesa.

L’intera vita della Chiesa manifesta il mistero della divino-umanità. Il Salvatore Teantropo ha assunto ‘la carne della chiesa’ e ha mostrato ‘primo e unico’, il vero uomo e perfetto per i modi e per la vita e per tutte le altre cose. La Chiesa di Cristo è il luogo della ‘comune salvezza’, della ‘comune libertà’ e della speranza del ‘comune Regno’, è il luogo del vivere la libertà che rende liberi, il cui nocciolo è il giungere alla verità nell’amore. Questo amore supera i confini della semplice azione umanistica, poiché la sua fonte e il suo modello sono la filantropia divina che supera la parola umana”.

Quindi il Natale è la festa della ‘pienezza dei tempi’: “Questa verità salvifica deve essere manifestata anche nel modo di festeggiare la venerabile Nascita del nostro Salvatore che viene a visitarci dall’alto. La festa è sempre ‘pienezza del tempo’, momento di autoconoscenza, di ringraziamento per la magnificenza del divino amore filantropico, testimonianza della verità della divino-umanità e della libertà in Cristo.

Il festeggiamento gioioso della incarnazione del Logos di Dio è un fatto di resistenza alla globalizzazione, allo scolorimento della festa e alla sua trasformazione in un ‘Natale senza Cristo’ e in una festa dell’avere, del consumismo e della vanità ed in particolare resistenza ad un mondo pieno di tensioni sociali, di capovolgimento dei valori e di conflitto, di violenza e di ingiustizia, dove ‘Gesù bambino’ si trova ancora una volta faccia a faccia con inesorabili interessi di svariati poteri”.

Ed anche l’arcivescovo ortodosso d’Italia e di Malta, il metropolita Gennadios ha inviato un messaggio ai fedeli, sottolineando che il Logos è diventato carne, Dio si è fatto uomo: “Abbiamo incrollabile la certezza, che il futuro appartiene a Cristo, il Quale è ‘ieri e oggi lo stesso e nei secoli’, che la Chiesa di Cristo rimarrà luogo di santificazione e di vita ispirata, di rinnovamento dell’uomo e del mondo, assaggio della gloria del Regno, che continuerà ‘a dare la testimonianza evangelica’ e ‘a distribuire nell’ecumene i doni di Dio: il Suo amore, la pace, la giustizia, la riconciliazione, la forza della Resurrezione e l’attesa dell’eternità’. L’attuale ideologizzazione riguardo ad un’epoca ‘post-cristiana’ è assurda”.

Con la nascita di Gesù la Chiesa annuncia continuamente la libertà dell’uomo per la Grazia di Dio: “E’ verità e fede irrefutabile della Chiesa che il travolgente mistero dell’incarnazione del Logos di Dio e la divinizzazione per Grazia della persona rivela la verità suprema sulla libertà e il destino divino dell’essere umano.

In tutto quanto il mondo si ode il ‘Cristo è nato’, dal Nord al Sud, da Oriente ad Occidente, in un mondo che non vive il ‘Gloria a Dio nel più alto dei cieli e pace sulla terra’. Il ‘Cristo è nato’ echeggia e riecheggia anche attraverso il mondo globalizzato, purtroppo, senza speranza e serenità, senza respiro e vita.

Il ‘Cristo è nato’ viene accolto anche da uomini che non vivono una vita in Cristo, tuttavia, questo messaggio, imperituro e salvifico diverrà purificazione dei peccati e ponte di salvezza verso l’Eden, sulla via verso l’Eternità ed il Cielo”.

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