Il Cardinale Parolin: l’uomo non sia in funzione del prodotto

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“La sicurezza degli uomini che lavorano, la loro salute e quella di coloro che vivono attorno a questo colosso dell’ingegno e dell’industria umana, è una priorità che non può passare in secondo piano rispetto alle pur legittime esigenze economiche”: così si è espresso il card. Pietro Parolin, segretario di Stato Vaticano, nel discorso pronunciato nello stabilimento siderurgico Arcelor-Mittal di Taranto, in occasione del 50^ anniversario della visita di papa Paolo VI, che celebrò la messa della notte di Natale del 1968 fra gli altoforni dello stabilimento siderurgico delI’Italsider.

Il Segretario di Stato ha esortato ad “adoperarsi perché i più avanzati frutti del progresso scientifico e tecnologico vengano applicati a questa grande fabbrica per assicurare la salvaguardia della salute di tutti, mediante una più spiccata attenzione alle conseguenze ambientali dell’attività economica”.

Infine il card. Parolin ha auspicato che “Taranto diventi un laboratorio di quella ecologia integrale che intende guardare al mondo nel modo più adeguato, dove la dimensione della sostenibilità economica dell’intrapresa non soverchi quella sociale e non vada a detrimento di quella ambientale”.

Dopo la visita all’acciaieria Arcelor-Mittal, il card. Parolin, insieme all’arcivescovo di Taranto, mons. Filippo Santoro, ha celebrato la messa nella concattedrale ‘Gran Madre di Dio’: “La Chiesa, attraverso i suoi Pastori, non smette di ripetere che l’uomo e la donna non devono essere in funzione del prodotto, dell’economia, ma la produzione e l’economia siano in funzione dell’uomo e della donna, guadagno e carriera non siano gli idoli, i tiranni cui sacrificare la propria dignità. La questione ambientale viene prima di quella lavorativa. Lavoro, ambiente, salute, non possono entrare in conflitto, non possono essere incompatibili”.

Infine, quali soluzioni concrete al problema ambientale il cardinale ha indicato sia il progresso scientifico e tecnologico ma ha anche rivolto un monito alla “prudente azione di chi detiene l’onore e l’onere dei pubblici poteri il compito di trovare strade di conciliazione, a chi ha ruoli di responsabilità, a mettere in campo tutto l’impegno, le competenze ed il cuore per fare più di quello a cui si è tenuti e che è stato già fatto: il possibile e, finanche, l’impossibile per dare a Taranto il presente ed il futuro che merita”.

Così, a distanza di 50 anni dalla visita papale, il card. Parolin ha rinnovato il desiderio della Chiesa di far sue le paure e le preoccupazioni dei lavoratori: “La Chiesa, attraverso i suoi Pastori, non smette di ripetere che l’uomo e la donna non devono essere in funzione del prodotto, dell’economia, ma la produzione e l’economia siano in funzione dell’uomo e della donna, dove guadagno e carriera non siano gli idoli, i tiranni cui sacrificare la propria dignità”.

Infine ha chiesto una maggior attenzione alla questione ambientale: “Lavoro, ambiente, salute, non possono entrare in conflitto, non possono essere incompatibili sta allo stesso progresso scientifico e tecnologico e alla prudente azione di chi detiene l’onore e l’onere dei pubblici poteri il compito di trovare strade di conciliazione”.

Nella notte del Natale 1968 papa Paolo VI aveva esortato i lavoratori a non disprezzare le ‘conquiste dell’umanità’ in quanto manifestazione di Dio: “Cari Lavoratori! voi vedete come quando lavorate in questa officina è, in certo senso, come se foste in Chiesa; voi, senza pensarvi, voi qui venite a contatto con l’opera, col pensiero, con la presenza di Dio. Voi vedete come lavoro e preghiera hanno una radice comune, anche se espressione diversa. Voi, se siete intelligenti, se siete veri uomini, potete e dovete essere religiosi, qui, nei vostri immensi padiglioni del lavoro terrestre, senza altro fare che amare, pensare, ammirare il vostro faticoso lavoro”.

Anche se i lavoratori pensano che la Chiesa non sia partecipe della loro causa, papa Paolo VI ha sottolineato invece che la Chiesa è sempre loro vicino: “Noi vi diremo una cosa, che dovrete ricordare: noi vi comprendiamo. Dicendo noi, diciamo la Chiesa. Sì, la Chiesa, come una madre, vi comprende. Non dite e non pensate mai che la Chiesa sia cieca ai vostri bisogni, sorda alle vostre voci. Ancora prima che voi abbiate coscienza di voi stessi, delle vostre condizioni reali, totali e profonde, la Chiesa vi conosce, vi studia, vi interpreta, vi difende.

Anche più che voi talvolta non pensiate. Che direste se noi, la Chiesa, ci limitassimo a conoscere le passioni che hanno agitato in tanti modi le classi lavoratrici? Che cosa moveva queste passioni? Il desiderio, il bisogno di giustizia. La Chiesa non condivide le passioni classiste, quando queste esplodono in sentimenti di odio e in gesti di violenza; ma la Chiesa riconosce, sì, il bisogno di giustizia del popolo onesto, e lo difende, come può, e lo promuove.

E badate bene: non di solo pane vive l’uomo, dice la Chiesa ripetendo le parole di Cristo; non di sola giustizia economica, di salario, di qualche benessere materiale, ha bisogno il Lavoratore, ma di giustizia civile e sociale. Ancora per questa rivendicazione la Chiesa vi comprende e vi aiuta.

E di più: voi avete altri bisogni e altri diritti; a tutelare i quali la Chiesa molto spesso rimane l’unica vostra avvocata; i bisogni e i diritti dello spirito, quelli propri di figli di Dio, quelli di cittadini del regno delle anime, chiamate ai veri e superiori destini della pienezza della vera vita presente e di quella futura”.

Ed ecco la visita di un papa in un cantiere siderurgico, per ribadire che l’uomo non ha solo ‘una dimensione’: “Ecco, figli carissimi, perché qua siamo venuti. Siamo venuti per voi. Siamo venuti, affinché la Nostra presenza vi dimostrasse la presenza consolatrice, salvatrice di Cristo in mezzo al mondo meraviglioso, ma vuoto di fede e di grazia, del lavoro moderno.

Siamo venuti per lanciare di qui, come uno squillo di tromba risonante nel mondo, il beato annunzio del Natale all’umanità che sale, che studia, che lavora, che fatica, che soffre, che piange e che spera; e l’annuncio è quello degli Angeli di Bethleem: oggi è nato il Salvatore vostro, Cristo Signore”.

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