Morte Megalizzi, don Maffeis (Cei): Antonio ci testimonia che un’altra Unione Europea è possibile

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Il sottosegretario della Cei e direttore dell’Ufficio nazionale per le comunicazioni sociali, don Ivan Maffeis, torna sulla tragedia di Strasburgo che ha spezzato la vita al reporter italiano, Antonio Megalizzi: “Quante cose ci affida Antonio; quante cose rimbalzano con intensità nei brevi anni della sua vita: la famiglia, lo studio, gli affetti; la volontà di andare oltre per conoscere, capire e incontrare; la passione per la radio, la politica, il giornalismo”.

Quarta vittima dell’attacco ai mercatini di Natale, aveva 29 anni e lavorava nella città francese per Europhonica, un consorzio di radio universitarie. “Quanti luoghi comuni contribuisce a spazzar via – continua Maffeis – quante analisi affonda, quasi le nuove generazioni fossero semplicemente sedute, ripiegate e spente.

Chi con violenza assurda e omicida ha voluto spezzare l’esistenza di Antonio ha ottenuto l’effetto contrario: la morte di questo giovane ha dato risonanza planetaria a un patrimonio di valori e progetti, di cultura locale e universale, di impegno civile aperto e propositivo.

Mentre il mondo adulto trova nella crisi finanziaria, economica, sociale e politica dell’Europa un motivo per prenderne le distanze, Megalizzi ci testimonia che un’altra Unione è possibile, se non ci si limita a intervenire sugli effetti e non sulle cause”.

“Un’Unione non sopra gli Stati né a prescindere dagli Stati – conclude don Maffeis -, ma Casa comune proprio grazie alla capacità di valorizzare l’identità storica, culturale e morale dei popoli del Vecchio Continente e di costruirsi sul rispetto della dignità di ogni essere umano”.

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