Don Primo Mazzolari fu un vero costruttore di pace

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“Don Primo Mazzolari fu un vero costruttore di pace. I suoi insegnamenti ci ricordano che la pace è un bene che deve essere chiesto per tutti, anche per coloro che non lo meritano, che è frutto dell’impegno di tutti gli uomini di buona volontà”: così ha esordito il segretario di Stato vaticano, card. Pietro Parolin, nell’indicare lo spessore della figura del sacerdote cremonese a Parigi, presso l’Unesco, nel congresso internazionale su ‘il messaggio e l’azione per la pace di don Primo Mazzolari’.

A presentare il convegno organizzato da Missione Permanente della Santa Sede presso l’Unesco e diocesi di Cremona con il patrocinio dell’Unesco e la collaborazione della Fondazione Mazzolari è stato mons. Francesco Follo, Osservatore permanente della Santa Sede presso l’Unesco; mentre il vescovo di Cremona, mons. Antonio Napolioni, ha presentato la figura di don Primo Mazzolari:

“Don Mazzolari è un uomo di periferia: Cremona è periferia della Lombardia. Le sue parrocchie di Cicognara e di Bozzolo, in provincia di Mantova, sono periferie d’Italia, oggi come allora. Ma diviene uomo dallo sguardo senza confini”. Il vescovo ha poi tracciato le linee biografiche di Mazzolari: “Oggi guardiamo alla vita e al pensiero di don Mazzolari come a una fonte, cui attingere ragioni di impegno e speranza. Ci aiuta a farlo il magistero di papa Francesco, che ha sorpreso tutti recandosi il 20 giugno 2017 a Bozzolo, per pregare sulla tomba di un parroco di campagna.

Quel giorno, il Papa così concludeva il suo discorso: ‘Se doveste riconoscere di non aver raccolto la lezione di don Mazzolari, vi invito oggi a farne tesoro. Il Signore, che ha sempre suscitato nella santa madre Chiesa pastori e profeti secondo il suo cuore, ci aiuti oggi a non ignorarli ancora. Perché essi hanno visto lontano, e seguirli ci avrebbe risparmiato sofferenze e umiliazioni’”.

Don Bruno Bignami, postulatore della causa di beatificazione, presidente della Fondazione Mazzolari e Direttore dell’Ufficio Nazionale per i problemi sociali e il lavoro della Cei, ha spiegato che è importante riflettere sul suo pensiero: “Don Primo Mazzolari è figlio del suo tempo. Anche per quanto riguarda la riflessione sulla pace, ha risentito degli insegnamenti della Chiesa prima del Concilio Vaticano II. Gli studi compiuti nel seminario di Cremona lo hanno inserito nel solco della tradizione teologica che ragionava servendosi della teoria della ‘guerra giusta’…

L’idea di fondo era quella di limitare il più possibile il ricorso alla guerra come strumento di soluzione delle controversie. Don Mazzolari ha appreso quel principio, ma l’ha trovato insufficiente alle esigenze del messaggio evangelico. Si trova così a rivedere gradualmente le proprie posizioni che da interventiste, alla vigilia della Grande Guerra, si fanno sempre più radicali di opposizione al conflitto.

Scriverà nel 1955 a proposito delle sue posizioni resistenziali: ‘Non avrei potuto fare diversamente con davanti il Vangelo e l’esperienza della guerra’. Riflettere su come il pensiero e l’azione di questo sacerdote può aiutarci tutti a vivere il nostro tempo con coraggio e aiutare a costruire ciò che Papa Francesco chiama la civiltà dell’amore”.

Nella prolusione il card. Parolin ha precisato che don Mazzolari è stato un vero costruttore di pace: “La dura realtà della guerra lo ha aiutato a capire che tra Vangelo e violenza la distanza è abissale. Durante i mesi trascorsi nel cuore dell’Europa come cappellano militare, in Alta Slesia (Polonia), riflette sul suo diario il 2 marzo 1920: ‘Solo quando genti di razze diverse sapranno convivere su una stessa terra, senza farsi del male l’un l’altro, saremo giunti a buon termine.

Ma allora il problema nazionale e quello di razza non esisteranno più. L’umanità ne avrà preso il posto’. E’ un messaggio di grande attualità, a quasi cento anni di distanza! Don Primo Mazzolari da quell’esperienza drammatica non ha smesso di offrire il suo contributo perché la pace fosse un autentico luogo di fraternità”.

Ed ha sottolineato la sua ferma opposizione ad ogni forma di ingiustizia: “In seguito, mentre in Italia e in Europa imperversavano i totalitarismi, questo parroco di campagna ha avuto il coraggio di opporsi con forza a ogni forma di ingiustizia e di razzismo. Durante la seconda guerra mondiale ha appoggiato la resistenza come esercizio di una coscienza che voleva preservare l’umanità dall’incubo della violenza.

Nel 1941, in una conferenza in occasione di un convegno liturgico, propose di togliere dal ‘vocabolario l’abitudine che è diventata il linguaggio comune. C’è un gergo di guerra che è la dimostrazione della nostra barbarie: cementare, spaccare, coventrizzare, distruggere, contare i morti, confrontarli con quelli degli altri come se quelli di là non fossero dei nostri’.

Purificare il linguaggio e disarmare l’animo sono per don Primo i modi per sradicare le fondamenta della guerra”. Conclusa la guerra don Mazzolari non ha smesso l’impegno per la pace: “Il secondo dopoguerra ha visto il parroco di Bozzolo impegnato nella pacificazione degli animi e nella ricostruzione sociale per offrire motivi di responsabilità civile ai cattolici. A questo scopo fondò nel 1949 il quindicinale dal titolo Adesso.

Ha continuato senza tregua il suo impegno per la pace. Si è adoperato per un dialogo anche con i lontani, con coloro cioè che, pur non riconoscendosi nella Chiesa, avevano però a cuore il tema della pace e stavano lottando per la messa al bando della bomba atomica. Il suo tentativo di dialogo con i partigiani della pace fu visto con sospetto dalla stessa Chiesa che faticò in quel contesto a comprenderne la profezia. Pur tra le incomprensioni, la passione di Mazzolari per la pace non venne meno”.

Il card. Parolin ha citato infine il suo libro ‘Tu non uccidere’: “Il capolavoro della sua riflessione rimane senza dubbio il libro Tu non uccidere. E’ un vero manifesto di pace, pubblicato anonimo nel 1955, dopo le tragedie delle guerre mondiali. Convinto che ‘il cristiano è un uomo di pace, non un uomo in pace’, Mazzolari invitava i cristiani a non lasciarsi vincere dalla paura e a mettersi ‘davanti’ per essere luce visibile a tutti….

Don Primo Mazzolari è stato un vero costruttore di pace. I suoi insegnamenti ricordano che la pace è un bene che va chiesto per tutti, anche per chi non lo merita, ed è frutto dell’impegno di tutti gli uomini di buona volontà”.

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