I cattolici ed il nuovo pensiero di Europa

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‘La nostra Europa’ è stato il titolo del convegno organizzato da Acli, Azione Cattolica, Comunità Sant’Egidio, Confcooperative, Fondazione Ezio Tarantelli della Cisl, Fuci e Istituto Sturzo, tenutosi venerdì 30 novembre a Roma, rivolto alle forze sociali, economiche e politiche che persegue un obiettivo chiaro: far comprendere a tutti che l’Europa è il nostro presente e il nostro futuro.

Nel saluto introduttivo il presidente dell’Azione Cattolica Italiana, Matteo Truffelli, ha sottolineato una preoccupazione: “La preoccupazione nasce dalla constatazione del peso crescente, nel confronto politico nazionale e internazionale, di spinte che mirano alla dissoluzione del progetto europeo: un’ipotesi che per la prima volta appare come una prospettiva non più impensabile, un’eventualità non più solamente teorica. Questo ci preoccupa, e sentiamo di dover fare quanto in nostro potere per contrastare queste spinte sul piano culturale, sociale, e politico”.

Ed ha ribadito unna progettualità comune per il bene dell’Europa: “Parlare di Europa significa per noi oggi innanzitutto saper dire, in maniera precisa e concreta, e perciò chiara, comprensibile per tutti, l’importanza fondamentale che la permanenza e anzi il consolidamento e lo sviluppo delle istituzioni europee ricopre per tutti noi, per il nostro presente e per il nostro futuro. Occorre saper raccontare con parole adeguate le enormi conseguenze economiche, sociali e politiche che un processo di disgregazione dell’unità europea comporterebbe.

Al tempo stesso, occorre indicare senza reticenze gli indispensabili cambiamenti istituzionali di cui l’Europa ha bisogno per potersi rilanciare politicamente, riacquistando credibilità e significato agli occhi di cittadini oggi comprensibilmente scettici e disorientati”.

Mentre il presidente della Cei, card. Gualtiero Bassetti, ha evidenziato il bisogno reciproco tra Italia ed Europa: “L’Italia ha un bisogno forte di Europa e l’Europa ha una necessità vitale dell’Italia. Non credo che nessuno ci guadagnerebbe da un ipotetico distacco… Oggi di fronte allo spostamento del baricentro del mondo sempre più lontano dal vecchio continente penso che sia assolutamente necessario rilanciare un progetto europeo in cui l’Italia possa svolgere un ruolo da attore protagonista…

Ciò che serve non è meno Europa, ma più Europa. Un’Europa popolare, sussidiaria e solidale, attenta ai bisogni dei cittadini e rispettosa delle culture, delle fedi, e delle identità. Un’Europa autenticamente politica e non solo economica”.

Nell’appello conclusivo le associazioni hanno sottolineato la necessità di una nuova visione di Europa: “Ecco perché è necessario un nuovo slancio che impegni tutti gli italiani di buona volontà in una grande opera collettiva sostenuta dalla visione positiva di ciò che può rappresentare l’Europa nel mondo di oggi e domani. Occorre pensare a un nuovo modo di essere nella storia del mondo con nuove idee e nuova creatività.

L’Unione Europea deve cessare di essere soltanto un sistema di alleanze o una coalizione di interessi, per diventare una comunità di destini, a partire dai temi unificanti della crescita, del lavoro, della centralità della persona, della tutela della famiglia, della solidarietà, della lotta alla povertà e per la riduzione delle diseguaglianze sociali.

Come italiani dobbiamo avere il coraggio di scrutare in noi stessi e di uscire dalle nostre paure e rassegnazioni. Siamo ormai più europei di quanto ne abbiamo consapevolezza. Siamo impastati di Europa. Le istituzioni europee contano molto nei vari Paesi. Il tessuto umano e culturale in cui viviamo, è già europeo. I giovani si muovono in modo europeo. Ogni impresa di valore sul continente, si confronta con lo scenario europeo. Occorre averlo chiaro”.

Ed hanno chiesto un nuovo modo di pensare l’Europa: “L’Europa ha senso solo nel proporre al mondo un modello del vivere insieme e di vivere per gli altri. Malgrado i suoi errori e le sue debolezze, l’Europa ha tanto da dare al mondo: il suo umanesimo, la sua forza ragionevole, la sua capacità di dialogo, le sue risorse, il suo modello sociale, il suo diritto, la sua cultura.

Nelle sue diversità, che nel tempo si compongono, l’Europa realizza la civiltà del vivere insieme, quella civiltà che manca al mondo ed è la risposta sia alla globalizzazione omogeneizzante sia alle pericolose reazioni identitarie, estremiste o radicalizzate. Il suo modello sociale è un’alternativa a un’economia disumana, basata solo sull’interesse immediato e predatorio.

L’Europa può dare risposte all’Africa abbandonata che cerca partner sinceri; può difendere la democrazia ove essa è minacciata; far da argine al terrorismo, al fanatismo e al fondamentalismo. Oggi, a Roma, tutti insieme, vogliamo dare voce a questa pressante esigenza, un appello rivolto a tutti i nostri concittadini”.

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