La Terra dei Fuochi nell’impegno della Chiesa campana

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Nella scorsa settimana il presidente del Consiglio, Giuseppe Conte, è stato a Caserta per la firma del ‘Protocollo d’intesa per un’azione urgente nella Terra dei fuochi’, sottoscritto anche dal ministro dell’Ambiente, Sergio Costa, dal ministro del Lavoro e dello Sviluppo Economico, Luigi Di Maio, dal ministro dell’Interno, Matteo Salvini, dal ministro della Giustizia, Alfonso Bonafede, dal ministro della Difesa, Elisabetta Trenta, dal ministro per il Sud, Barbara Lezzi, dal sottosegretario al Ministero della Salute, Armando Bartolazzi, dal presidente della Regione Campania, Vincenzo De Luca, dal prefetto di Caserta, Raffaele Ruberto, e di Napoli, Carmela Pagano.

Tra gli obiettivi della legge c’è l’introduzione del Daspo ambientale, che si traduce in un allontanamento dal territorio per chi inquina, oltre al sequestro allargato dei beni. Nel frattempo quattro vescovi della Campania (Caserta, mons. Giovanni D’Alise, Acerra, mons. Antonio Di Donna, Nola, mons. Francesco Marino e Aversa, mons. Angelo Spinillo) hanno espresso preoccupazione per il degrado nel quale vivono i fedeli dopo i ‘gravissimi incendi’ che si sono verificati negli ultimi mesi nei luoghi che erano stati adibiti alla raccolta, allo stoccaggio ed al trattamento dei rifiuti.

Nella lettera ai fedeli i vescovi hanno invitato ad una giornata di digiuno, che culminerà in un momento di preghiera comunitaria: “Come Chiesa campana, con il coinvolgimento di tante persone, in tempi ancora recenti, abbiamo richiamato l’attenzione dei cittadini e delle autorità sulla gravità dell’inquinamento ambientale della nostra terra e sulla drammaticità delle sue ricadute sulla salute e sulla vita della nostra gente. Con grande dispiacere, abbiamo dovuto sopportare che la nostra terra, da sempre identificata come l’antica, splendida ‘Campania felix’, sia stata, ora, indicata come ‘terra dei fuochi’”.

Inoltre i vescovi hanno sottolineato il grande contributo alla risoluzione del problema da parte di medici, ricercatori, forze dell’ordine, vigili del fuoco ed amministratori; ma tutto ciò non è sufficiente in quanto è opportuno formare le coscienze al rispetto dell’ambiente; quindi è necessario che anche i cristiani si impegnino:

“L’entità degli incendi di rifiuti che sono stati registrati in questi ultimi tempi, con le gravi conseguenze che ne ricadono sulla salute umana, unitamente al perdurare di intollerabili situazioni di degrado ambientale ci chiamano ancora una volta ad invitare la comunità cristiana a testimoniare la verità della fede, a riconoscere che la terra e la vita sono un dono che la sapienza luminosa del Creatore ci ha offerto e ci ha affidato”.

Infatti di fronte all’indifferenza i vescovi hanno richiamato l’impegno di conversione più volte richiamato da papa Francesco e dal patriarca Bartolomeo: “…siamo chiamati a testimoniare che solo cambiando l’atteggiamento dell’umanità verso la natura, imparando a non considerarla come qualcosa da usare solo per soddisfare il proprio egoismo, ma che, al contrario, attraverso di essa siamo invitati a conoscere a dialogare con Dio, a saper scegliere l’essenziale, a valorizzare la bellezza e la bontà di ogni creatura e a riconoscere la dignità della persona umana”.

Però per raggiungere l’obiettivo i vescovi non hanno invitato i cittadini a proteste clamorose, ma alla testimonianza attraverso la preghiera ed il digiuno, che sono elementi necessari per un cammino di conversione personale e civile: “Per questo non scenderemo in piazza a protestare contro qualcuno, non alzeremo il volume di roboanti strumenti di amplificazione, ma semplicemente vorremo dedicare, offrire una giornata di digiuno e di preghiera, di penitenza e di ascolto della Parola di Dio.

Il silenzioso digiuno dei cristiani e l’intensità della preghiera comune vorranno essere un atto di conversione, di riparazione per i peccati commessi contro la bellezza e la bontà della natura che Dio ci ha donato, e speriamo possa coinvolgere ed essere come un’onda lunga, che parte da lontano per arrivare ad immergere in sé ogni scoglio e ciò che trova sul suo cammino.

A ciascuno dei fratelli e sorelle cui arriverà questa nostra lettera affidiamo l’impegno di diffonderla mediante tutti gli strumenti possibili, affinché tanti possano partecipare alla giornata di digiuno e di preghiera per la nostra conversione ad amare e rispettare la natura e perché si abbia cura dell’ambiente e si possa veramente conoscere ed amare Dio in ogni sua creatura”.

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