Il papa alle corali: il canto è strumento di evangelizzazione

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Nello scorso fine settimana in Vaticano si è svolto l’incontro internazionali delle corali, organizzato dal Pontificio consiglio per la Promozione della Nuova Evangelizzazione in collaborazione con la Nova Opera Onlus, ricevuti in udienza da papa Francesco: “La vostra presenza in questa Aula ha permesso di far risuonare musiche e canti che in qualche modo sono andati al di là delle mura: avete risvegliato il Vaticano! E’ bello ascoltare le vostre melodie e percepire la gioia e la serietà con cui date voce tutti insieme alla bellezza della nostra preghiera”.

Ricordando che anche il Sinodo dei vescovi sul discernimento dei giovani ha affrontato il linguaggio musicale come risorsa pastorale, papa Francesco ha sottolineato il valore della musica come strumento di evangelizzazione: “La vostra musica e il vostro canto sono un vero strumento di evangelizzazione nella misura in cui voi vi rendete testimoni della profondità della Parola di Dio che tocca il cuore delle persone, e permettete una celebrazione dei sacramenti, in particolare della santa Eucaristia, che fa percepire la bellezza del Paradiso.

Non fermatevi mai in questo impegno così importante per la vita delle nostre comunità; in questo modo, con il canto date voce alle emozioni che sono nel profondo del cuore di ognuno. Nei momenti di gioia e nella tristezza, la Chiesa è chiamata ad essere sempre vicina alle persone, per offrire loro la compagnia della fede. Quante volte la musica e il canto permettono di rendere questi momenti unici nella vita delle persone, perché li conservano come un ricordo prezioso che ha segnato la loro esistenza”.

Quindi, riprendendo la costituzione apostolica sulla sacra liturgia, ‘Sacrosanctum Concilium’, il papa ha sollecitato a studiare, perché il canto è parte della cultura popolare: “Penso, in particolare, alle tante tradizioni delle nostre comunità sparse per il mondo intero, che fanno emergere le forme più radicate nella cultura popolare, e che diventano anche una vera preghiera.

Quella pietà popolare che sa pregare creativamente, che sa cantare creativamente; quella pietà popolare che, come ha detto un vescovo italiano, è il ‘sistema immunitario’ della Chiesa. E il canto porta avanti questa pietà. Attraverso queste musiche e canti si dà voce anche alla preghiera e in questo modo si forma una vera corale internazionale, dove all’unisono sale al Padre di tutti la lode e la gloria del suo popolo”.

Inoltre la diffusione internazionale delle corali permette di capire l’universalità della Chiesa: “La vostra presenza, mentre fa risaltare l’internazionalità dei vostri rispettivi Paesi, permette di cogliere l’universalità della Chiesa e le sue diverse tradizioni. Il vostro canto e la vostra musica, soprattutto nella celebrazione dell’Eucaristia, rendono evidente che siamo un solo Corpo e cantiamo con una sola voce la nostra unica fede. Anche se parliamo lingue diverse, tutti possono comprendere la musica con cui cantiamo, la fede che professiamo e la speranza che ci attende”.

Però, in conclusione, il papa ha ammonito di non incorrere nel protagonismo durante le celebrazioni liturgiche: “Non cadete, tuttavia, nella tentazione di un protagonismo che offusca il vostro impegno, e umilia la partecipazione attiva del popolo alla preghiera. Per favore, non fate la ‘prima donna’. Siate animatori del canto di tutta l’assemblea e non sostituitevi a essa, privando il popolo di Dio di cantare con voi e di dare testimonianza di una preghiera ecclesiale e comunitaria.

A volte mi rattristo quando, in alcune cerimonie, si canta tanto bene ma la gente non può cantare quelle cose… Voi che avete compreso più a fondo l’importanza del canto e della musica, non svalutate le altre espressioni della spiritualità popolare: le feste patronali, le processioni, le danze e i canti religiosi del nostro popolo sono anch’essi un vero patrimonio di religiosità che merita di essere valorizzato e sostenuto perché è pur sempre un’azione dello Spirito Santo nel cuore della Chiesa. Lo Spirito nel canto ci aiuta ad andare avanti”.

E li ha invitati ad annunciare il Vangelo con la bellezza del canto: “La musica, dunque, sia uno strumento di unità per rendere efficace il Vangelo nel mondo di oggi, attraverso la bellezza che ancora affascina e rende possibile credere affidandosi all’amore del Padre”.

Quindi papa Francesco ha richiamato le corali ad essere fedeli alla tradizione ed al magistero della Chiesa nel solco di quanto è scritto nella Costituzione sulla Sacra Liturgia, citata nel discorso: “La tradizione musicale della Chiesa costituisce un patrimonio d’inestimabile valore, che eccelle tra le altre espressioni dell’arte, specialmente per il fatto che il canto sacro, unito alle parole, è parte necessaria ed integrante della liturgia solenne.

Il canto sacro è stato lodato sia dalla sacra Scrittura, sia dai Padri, sia dai romani Pontefici; costoro recentemente, a cominciare da san Pio X, hanno sottolineato con insistenza il compito ministeriale della musica sacra nel culto divino. Perciò la musica sacra sarà tanto più santa quanto più strettamente sarà unita all’azione liturgica, sia dando alla preghiera un’espressione più soave e favorendo l’unanimità, sia arricchendo di maggior solennità i riti sacri.

La Chiesa poi approva e ammette nel culto divino tutte le forme della vera arte, purché dotate delle qualità necessarie”.

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