Papa Francesco: coraggio contro indifferenza della violenza sulla donna

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Una donna, Filomena Lamberti, che nella primavera scorsa, a Salerno, è stata sfigurata con l’acido dal marito ha reso nota, durante la trasmissione di Rai1 ‘A Sua immagine’, una lettera inviatale l’11 giugno da papa Francesco nella giornata dedicata alla Giornata Mondiale contro la violenza sulle donne: “Le chiedo scusa e prego per lei affinché il coraggio che le ha ridonato singolare bellezza diventi uno schiaffo all’indifferenza”.

Anche il presidente della Repubblica italiana, Sergio Mattarella, ha scritto in un messaggio che ogni atto di violenza contro la donna è prevaricazione: “La violenza sulle donne purtroppo non conosce confini geografici, distinzioni di classe o di età: è iscritta in tante singole biografie. In ogni sua forma, fino all’omicidio, non è mai un fatto privato né solo conseguenza di circostanze e fattori specifici, ma si inscrive in una storia universale e radicata di prevaricazione sulla donna…

La prevenzione avviene soltanto continuando a operare per una profonda trasformazione culturale che trovi il suo miglior esito nella promozione del rispetto e nell’affermazione delle donne nella società”.

Infatti le statistiche parlano di un fenomeno che raggiunge in Italia livelli tragici: nel 72% dei casi (2.156 in termini assoluti) l’assassino è stato un parente, nel 47,6% (1.426) si è trattato del partner (fidanzato, compagno o convivente) o dell’ex partner; con il passare degli anni è aumentata l’età media delle vittime che nel 2018 supera i 52 anni.

L’area geografica più a rischio è il Nord con la Lombardia in cima alla classifica dei femminicidi mentre la provincia con il maggior numero di casi è Roma. Secondo l’Istat quasi 7.000.000 donne in Italia hanno subìto nel corso della propria vita una qualche forma di violenza fisica o sessuale.

In tale occasione il presidente della Cei, card. Gualtiero Bassetti, ha invitato in un videomessaggio su Tv2000 a guardare l’immagine della ‘Madonna dall’occhio nero’, un’icona del XVII secolo, custodita nel santuario mariano di Galatone in provincia di Lecce:

“Chi maltratta una donna rinnega e sconfessa le proprie radici perché la donna è fonte e sorgente della maternità. E’ una specie di sacrilegio massacrare una donna. La violenza contro le donne sta diventando sempre più un’emergenza anche a livello nazionale che va combattuta a vari livelli”.

Ed ha ricordato le parole scritte da papa Francesco nell’esortazione apostolica ‘Amoris Laetitia’: “Ci viene incontro con la sua sapienza papa Francesco nell’Amoris Laetitia quando dice: ‘La vergognosa violenza che a volte si usa nei confronti delle donne, i maltrattamenti familiari e varie forme di schiavitù non costituiscono una dimostrazione di forza mascolina, bensì un codardo degrado. La violenza verbale, fisica e sessuale che si esercita contro le donne contraddice la natura stessa dell’unione coniugale’.

E’ necessario combattere la violenza contro le donne, lo voglio dire con forza, prima di tutto dal punto di vista culturale. E il primo campo ad essere impegnato è quello educativo, iniziando dalle scuole e da tutte quelle che chiamiamo le agenzie educative: la famiglia, la scuola, gli ambiti ricreativi.

Talvolta anche nello sport, che dovrebbe essere una forma di educazione, emerge una forma di aggressività. E ogni forma d’aggressività che si forma nell’adolescenza è poi destinata nell’età matura a ripercuotersi su qualcuno e spesso sulla propria compagna”.

Ed ha ribadito l’impegno della Chiesa nella lotta contro questa violenza: “Come sacerdoti spesso siamo i primi a raccogliere brevi racconti da chi subisce violenza. Dobbiamo essere dunque più accoglienti, attenti e meno frettolosi nei loro confronti.

Sappiamo, lo dico con gioia, che ci sono Diocesi, a cominciare dalla diocesi di Roma, che si sono impegnate ad aprire uno sportello di ascolto e sostegno a tutte le donne in difficoltà e anche ai loro figli. Perché non dobbiamo dimenticare che dove c’è una donna maltrattata ci sono spesso dei piccoli, degli innocenti che sono costretti a vedere queste violenze”.

Intanto un rapporto di Amnesty International ha rivelato che le leggi della maggior parte degli stati europei non riconoscono che un rapporto sessuale privo di consenso sia uno stupro; esaminando le leggi sullo stupro in 31 stati europei ha scoperto che solo in 8 casi la definizione di stupro contempla il mancato consenso.

Nella vasta maggioranza dei casi lo stupro è riconosciuto tale solo in presenza di violenza fisica, minaccia o coercizione. Infatti dei 31 stati su cui si è basata la ricerca di Amnesty International solo Belgio, Cipro, Germania, Irlanda, Islanda, Lussemburgo, Regno Unito e Svezia definiscono lo stupro come un rapporto sessuale privo di consenso.

La Svezia ha modificato la legge solo negli ultimi mesi, a seguito di una campagna durata anni di Amnesty International e altre organizzazioni per i diritti umani.

Gli altri stati monitorati da Amnesty International sono Austria, Bulgaria, Croazia, Danimarca, Estonia, Finlandia, Francia, Grecia, Italia, Lettonia, Lituania, Malta, Norvegia, Olanda, Polonia, Portogallo, Repubblica Ceca, Romania, Slovacchia, Slovenia, Spagna, Svizzera e Ungheria.

In tutti questi stati la definizione legale di stupro prevede la violenza fisica, la minaccia di usare la forza, la coercizione o l’incapacità della vittima di difendersi. Quel che è peggio, alcuni stati considerano il rapporto sessuale senza consenso un reato distinto e meno grave, lasciando così intendere alla gente che il ‘vero stupro’ si verifica solo quando c’è violenza fisica.

Come chiarisce il rapporto di Amnesty International, le donne che si rivolgono alla giustizia non sono ostacolate solo da leggi antiquate: spesso subiscono pregiudizi, colpevolizzazioni, stereotipi negativi e sovente proprio da quei funzionari che dovrebbero dare loro sostegno e indagare e punire i reati di violenza sessuale.

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