Papa Francesco alla fondazione Ratzinger: arte e teologia per nutrire il mondo di speranza

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Sabato 17 novembre nella Sala Clementina del Palazzo Apostolico Vaticano, papa Francesco ha ricevuto in udienza i membri della Fondazione Vaticana ‘Joseph Ratzinger – Benedetto XVI’, per il conferimento del Premio Ratzinger 2018, giunto alla sua ottava edizione a conclusione del VIII Simposio internazionale, nel quale ha incoraggiato “a continuare a studiare i suoi scritti, ma anche ad affrontare i nuovi temi su cui la fede viene sollecitata al dialogo, come quelli che sono stati da voi evocati e che considero attualissimi, della cura del creato come casa comune e della difesa della dignità della persona umana”.

I vincitori di questa edizione sono Marianne Schlosser, teologa cattolica tedesca, medievista specialista di san Bonaventura, ordinario di teologia della spiritualità nella Facoltà di Teologia cattolica dell’Università di Vienna dal 2004; e Mario Botta, architetto svizzero, che ha costruito numerosi edifici sacri e diverse chiese.

Poi ha rivolto un pensiero al papa emerito: “E’ una bella occasione per rivolgere il nostro pensiero affettuoso e grato al Papa emerito Benedetto XVI… Come estimatori della sua eredità culturale e spirituale, voi avete ricevuto la missione di coltivarla e continuare a farla fruttificare, con quello spirito fortemente ecclesiale che ha contraddistinto Joseph Ratzinger fin dai tempi della sua feconda attività teologica giovanile, quando diede già frutti preziosi nel Concilio Vaticano II, e poi in modo sempre più impegnativo nelle successive tappe della sua lunga vita di servizio, come professore, arcivescovo, capo dicastero e infine Pastore della Chiesa universale.

Il suo è uno spirito che guarda con consapevolezza e con coraggio ai problemi del nostro tempo, e sa attingere dall’ascolto della Scrittura nella tradizione viva della Chiesa la sapienza necessaria per un dialogo costruttivo con la cultura di oggi”.

E si è congratulato con i vincitori di questa edizione, sottolineando il premio assegnato ad una donna: “Sono veramente lieto che il Premio per la ricerca e l’insegnamento della teologia sia attribuito a una donna, la prof.ssa Marianne Schlosser. Non è la prima volta, perché già la prof.ssa Anne-Marie Pelletier lo ha ricevuto, ma è molto importante che venga riconosciuto sempre di più l’apporto femminile nel campo della ricerca teologica scientifica e dell’insegnamento della teologia, a lungo considerati territori quasi esclusivi del clero.

E’ necessario che tale apporto venga incoraggiato e trovi spazio più ampio, coerentemente con il crescere della presenza femminile nei diversi campi di responsabilità della Chiesa, in particolare, e non solo nel campo culturale. Da quando Paolo VI proclamò Teresa d’Avila e Caterina da Siena dottori della Chiesa non è permesso più alcun dubbio sul fatto che le donne possono raggiungere le vette più alte nell’intelligenza della fede. Anche Giovanni Paolo II e Benedetto XVI lo hanno confermato, inserendo nella serie dei dottori i nomi di altre donne, Santa Teresa di Lisieux e Ildegarda di Bingen”.

Inoltre si è congratulato con la Fondazione dedicata al papa emerito per aver inserito nel premio anche la parte artistica: “Oltre alla teologia, dallo scorso anno i Premi Ratzinger sono stati opportunamente conferiti anche nel campo delle arti cristianamente ispirate. Mi congratulo perciò con l’architetto Mario Botta. In tutta la storia della Chiesa gli edifici sacri sono stati richiamo concreto a Dio e alle dimensioni dello spirito ovunque l’annuncio cristiano si è diffuso nel mondo; hanno espresso la fede della comunità credente, l’hanno accolta contribuendo a dar forma e ispirazione alla sua preghiera.

L’impegno dell’architetto creatore di spazio sacro nella città degli uomini è quindi di valore altissimo, e va riconosciuto e incoraggiato dalla Chiesa, in particolare quando si rischia l’oblio della dimensione spirituale e la disumanizzazione degli spazi urbani”.

Ed in conclusione alle 200 persone presenti ha citato un discorso che papa Benedetto XVI nella visita a Bagnoregio a proposito del connubio tra arte e teologia: “Sullo sfondo e nel contesto dei grandi problemi del nostro tempo, la teologia e l’arte devono dunque continuare ad essere animate ed elevate alla potenza dello Spirito, sorgente di forza, di gioia e di speranza. Permettetemi perciò di concludere ricordando le parole con cui il nostro Papa emerito ci invitava alla speranza evocando l’elevazione spirituale di un grande teologo e santo particolarmente caro a lui e ben conosciuto dalla nostra premiata, la prof.ssa Schlosser”.

Infatti in quell’occasione il papa emerito disse: “Una bella immagine della speranza la troviamo in una delle sue prediche di Avvento dove paragona il movimento della speranza al volo dell’uccello, che dispiega le ali nel modo più ampio possibile, e per muoverle impiega tutte le forze. Rende, in un certo senso, tutto se stesso movimento per andare in alto e volare. Sperare è volare, dice San Bonaventura. Ma la speranza esige che tutte le nostre membra si facciano movimento e si proiettino verso la vera altezza del nostro essere, verso le promesse di Dio”.

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