Giornalismo e disagio sociale. Rinascita e speranza nel cuore di Palermo

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Si è svolto in questi giorni a Palermo, l’incontro di formazione per i giornalisti dal titolo “Giornalismo e disagio sociale. I frutti della visita di Papa Francesco a Palermo e l’esempio di padre Pino Puglisi”.

Un momento di confronto di grande spessore culturale e sociale che ha visto la partecipazione di Giulio Francese, presidente dell’Ordine dei giornalisti di Sicilia, Suor Fernanda Di Monte giornalista e suora Paolina, Giuseppe D’Amico cooperatore salesiano, Marco Pappalardo, insegnante giornalista, autore del libro “Padre Pino Puglisi 3P, supereroe rompiscatole” (edizioni Paoline 2018), Matilde di Paola responsabile ADIM Palermo, Rosario Vullo scultore, Suor Jacinta volontaria del Centro Padre Nostro.
L’incontro – moderato dal giornalista Riccardo Rossi – si è svolto nella “Casa di Preghiera per tutti i popoli”, la chiesa della “Cittadella del Povero e della Speranza” edificata interamente grazie al lavoro gratuito di ingegneri, architetti, costruttori e semplici volontari, e alla generosità di molti palermitani che non hanno esitato ad offrire il loro contributo economico. I dipinti che adornano la Chiesa – ha precisato padre Pino Vitrano, il sacerdote che ormai da anni condivide con Biagio Conte questa avventura di “Speranza e Carità” – sono stati realizzati da uno degli ospiti della missione, di religione islamica, come gesto di riconoscenza per l’accoglienza ricevuta.

Il ricordo di Papa Francesco è ancora vivo nel cuore dei numerosi ospiti che vivono nella Missione “Speranza e Carità” fondata da Biagio Conte e che hanno anno avuto il privilegio, il 15 settembre scorso, di condividere il pranzo con il Papa. Nel corso delle riflessioni dettate dai relatori presenti, le storie di vita di don Pino Puglisi e Biagio Conte s’intrecciano, mantenendo in ciascuna la propria specificità vocazionale, come quella raccontata da Marco Pappalardo, un insegnante e giornalista di Catania che ha deciso di scrivere un libro per ragazzi – “Padre Pino Puglisi 3P, supereroe rompiscatole” – dove Padre Puglisi, con un linguaggio semplice e adeguato alla giovanissima età dei lettori, racconta la sua esperienza di vita sacerdotale. Puglisi – ha precisato Pappalardo – è stato un grande comunicatore, un prete capace di stare vicino agli altri anche solo per ascoltare il loro sfogo interiore, senza nessuna pretesa di imporre – al termine del dialogo – il proprio punto di vista.
Comunicazione, ascolto, dialogo sono i temi toccati anche dagli altri interventi, con il racconto di vita di chi continua a vivere a Brancaccio (il quartiere dove Puglisi fu Parroco), o di chi ha fatto della misericordia un vero e proprio programma di vita vocazionale. Nel suo intervento, Giulio Francese, ha ripercorso anche i momenti principali della venuta di papa Francesco a Palermo, commentando i messaggi diretti che – prima Giovanni Paolo II nella Valle dei Templi ad Agrigento, e poi Francesco a Palermo – hanno rivolto ai mafiosi.

La Missione Speranza e Carità venticinque anni fa era solo il sogno, o meglio la “follia” di un palermitano “tutto particolare” (dicevano alcuni). Oggi le missioni sono diventate sei, e vengono ospitate 1.100 persone, tra senzafissadimora e immigrati, ai quali ci si sforza quotidianamente di restituire quella dignità per lungo tempo mendicata e desiderata. Inoltre, dalle macerie dell’ex caserma dell’aeronautica, con il “provvidenziale” sostegno di tantissimi volontari palermitani, – come dicevamo all’inizio – è nata la splendida chiesa “Casa di Preghiera per tutti i popoli”.

«Sono rimasto stupito – ha dichiarato il presidente dell’Ordine dei Giornalisti di Sicilia, Giulio Francese –, ammirato di fronte a questa realtà tirata su dalle macerie e in continuo movimento, a questi luoghi “terra di nessuno” cui è stata restituita bellezza e tornati a vivere. E ci sono altri ruderi che stanno per essere trasformati in cantiere, altri progetti che stanno prendendo forma. Fino a ieri ignoravo questa realtà, la conoscevo per sommi capi. E mi sono chiesto, da giornalista, se una storia così bella, di rinascita e di speranza nel cuore di Palermo, non meriti di essere raccontata meglio, per farla conoscere meglio. Non si tratta di raccontare i poveri ma un laboratorio di umanità e di accoglienza, che coinvolge tanti volontari e che fa di Palermo una città speciale».

E che il giornalismo debba distinguersi per l’attenzione rivolta alla persona e per il rispetto dell’etica professionale ce lo ha ricordato Papa Francesco in questi giorni, ricevendo in Udienza un gruppo di studenti provenienti dalla Scuola di Giornalismo della Germania. Grazie – ha detto il Pontefice – «perché chiamate ingiustizia quello che è ingiustizia. […] Perché parlate anche delle cose belle che forse finiscono meno in prima pagina, ma che mettono le persone al centro. […] Perché con il vostro stile cristiano accompagnate il lavoro della Chiesa».

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